Mons. Gerardo Pierro: “Ho servito la Diocesi”

“Dives in misericordia”. Questo fu il motto che Mons .Gerardo Pierro, 82 anni, scelse di apporre sul suo scudo arcivescovile da quando, il 25 maggio 1992, Papa Giovanni Paolo II lo elesse ad Arcivescovo metropolita della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno. Da quel giorno, ricordato ancora con tanta emozione e devozione, Gerardo Pierro ha trascorso ben diciotto anni al servizio della comunità di fedeli che il Signore gli aveva affidato, un periodo molto denso di iniziative ecclesiali e culturali compiute anche non senza qualche difficoltà. La sua missione nella Chiesa ebbe inizio esattamente sessant’anni fa, il 21 dicembre 1957 con l’ordinazione sacerdotale. Oggi, al Duomo di Salerno, sarà possibile ascoltare Mons.Gerardo Pierro alla S. Messa delle ore 18 che la Diocesi di Salerno ha organizzare per celebrare questo importante anniversario.

-Eccellenza, oggi in Cattedrale tutto il Popolo Santo di Dio, come Lei amava appellare i suoi fedeli, parteciperà con gioia alla S. Messa di ringraziamento in Suo onore per i sessant’anni di sacerdozio. Che ricordi ha di quel giorno?

Un ricordo bellissimo. Significò per me il vedersi ripagare molte fatiche. Tenga presente che io non avevo alle spalle una famiglia agiata, ma una famiglia operaia, per cui la mia famiglia non poteva permettersi di pagarmi la retta per farmi studiare in Seminario. Fu grazie alla guida di Mons. Fortunato Maria Farina, Vescovo di Troia, che potei essere seguito negli studi. “Quel ragazzo promette bene, seguitelo”, ebbe a dire di me. Grazie invece alla generosità della signora Gisella Pastore, potei pagare la retta del Seminario e formarmi negli studi. Grazie anche ad un’altra gloria di Salerno, l’Arcivescovo primate Demetrio Moscato, fui ordinato Sacerdote a ventidue anni, avendo già terminato gli studi. Moscato, per me, fece uno strappo alla regola, dato che non era possibile essere ordinati Sacerdoti prima dei ventiquattro anni.

-In questi diciotto anni sono tante le iniziative ecclesiali e culturali diocesane e non che ha promosso. Qual è quella che ricorda come la più significativa per il bene del prossimo?

-Sicuramente l’istituzione del Seminario Metropolitano” Giovanni Paolo II”. Tutte le Diocesi della Metropolia di Salerno lo hanno avuto come punto di riferimento di formazione e di aggregazione ecclesiale e laicale. Fu stesso Giovanni Paolo II, nel 1999, a volerlo inaugurare. Grazie alla vasta donazione di Ilva Briasco, Vedova Monti e dapprima dell’interessamento dell’Arcivescovo Guerino Grimaldi, riuscì a portare avanti questo progetto che ancora oggi ha occasione di formare le numerose nuove leve del Clero salernitano.

-Molteplici le iniziative incoraggiate da Lei in ambito formativo ecclesiale..

Ne curai molte, in particolare gli anni dedicati agli studi dei grandi protagonisti della Chiesa. Vi fu l’Anno paolino in onore di San Paolo, l’Anno gerardini in onore di San Gerardo, l’Anno della Misericordia che richiamò molte Diocesi anche al di fuori della Campania…

-Oggi è sempre più arduo avvicinare i giovani alla Fede ed ai Movimenti cattolici; penso all’Azione Cattolica stessa. Come muoversi?

-La via è sempre Cristo. La fede ci insegna a divenire uomini. Se i giovani pongono al centro della loro vita Gesù, allora sapranno di conseguenza che strada intraprendere. Perché è Gesù che ci insegna la via e le varie modalità di avvicinarsi, culturalmente e fisicamente, a qualunque percorso.

-Come giudica l’apertura recente del Suo predecessore, l’attuale Arcivescovo di Salerno Luigi Moretti, al “Gregge”?

– Sono del parere che ogni Movimento cattolico, previo si muova nelle dovute forme, abbia il diritto di vivere e di potersi esprimere. Spetta all’Arcivescovo il compito di guidare e di vigilare affinchè venga messa sempre la parola di Cristo al centro di ogni divulgazione.

-Diciott’anni di Vescovado sono molti, Eccellenza. Ha qualche rimpianto per qualcosa che non è riuscito a concretizzare?

-Io ho terminato il mio mandato per sopraggiunti limiti di età, al compimento del settantacinquesimo anno. Ringrazio Dio per la forza che mi ha dato in questi anni e per il suo aiuto per ogni scelta che ho dovuto compiere. Ho servito la Diocesi con tutto il mio amore e la mia devozione. Non ho rimpianti. 

Stefano Pignataro