Paura in Sri Lanka post attentato Pasqua: monito anche per le moschee

Regna ormai la paura in Sri
Lanka. Dopo i 6 attentati (tre in chiese e tre in alberghi) la paura si
diffonde anche nelle moschee. L’arcivescovo di Colombo ha sospeso le
celebrazioni della domenica fino a nuovo ordine. E venerdì, anche ai musulmani
è stato chiesto per motivi di sicurezza di non andare in moschee per la
tradizionale preghiera tradizionale, ma di pregare a casa.

La tensione aumenta con la
notizia di una sparatoria violenta oltre 300 km da Colombo dove i soldati hanno
avuto un violento scontro a fuoco con dei sospetti. Sequestrati 150 barre di
gelatina esplosiva e ben centomila cuscinetti a sfera, oltre a bandiere e
uniformi dell’Isis.

Massiccio è il dispiegamento
di forze nella capitale per rendere la città sicura a causa di possibili nuovi
attacchi. Avvisaglie sono arrivate da più fonti: il premier
Ranil Wickremesinghe teme attacchi suicidi, mentre avvertimenti arrivano
dall’Australia e in maniera velata da altri Paesi, le cui ambasciate hanno
invitato i concittadini che si trovano sull’isola ad essere cauti.

“Ogni casa del Paese verrà
controllata”
, ha aggiunto, invece il presidente Maithiripala
Sirisena, “creando una lista dei
residenti permanenti in ogni edificio, per evitare che persone sconosciute
possano abitare dove vogliono”.

Oltre
alla tensione e alla paura diffusa fra le diverse etnie della popolazione,
gravi ripercussioni ci saranno sull’economia e sul turismo.

Il
presidente e le forze dell’intelligence stanno indagando se oltre le
rivendicazioni dell’Isis (arrivate in ritardo secondo l’esperta
di terrorismo Rukmini Callimachi del New York Times) possa
essere interessato uno sconosciuto gruppo terrorista locale, il National
Thowheeth Jama’ath, finora accusato solo di atti vandalici.

Altra
principale questione è quanto il governo dello Sri Lanka sapesse di possibili
attentati e perché non si è agito in precedenza per poterli bloccare. Secondo
il New York Time, il fallimento della catena di comando è da imputare ad una
faida politica tra il presidente srilankese Maithripala Sirisena e il
primo ministro Wickremesinghe.

E intanto il mondo assiste ad un’altra sanguinosa, indegna ed inutile strage.

Raffaella Grimaldi