Verbumcaudo: Il Progetto si realizza!

Il 19 giugno 2019 presso l’aula Consiliare del Comune di
Polizzi Generosa (PA), in seno alla riunione assembleare del Consorzio Madonita
per la Legalità e lo Sviluppo, è stata presentata la neonata e tanto attesa “Cooperativa sociale Verbumcaudo”,
frutto di un lungo impegno e soprattutto di una scelta progettuale, voluta e
sostenuta dai 19 Sindaci dei Comuni aderenti al Consorzio: Alimena, Bompietro,
Blufi, Castellana Sicula, Caltavuturo, Campofelice di Roccella, Collesano,  Geraci Siculo, Gangi, Lascari, Petralia
Sottana, Petralia Soprana, Polllina, Polizzi Generosa, Valledolmo, Scillato,
Scafani Bagni, San Mauro Castelverde e Lercara Friddi.

Alla neo cooperativa composta da 11 soci è stato affidato il
feudo Verbumcaudo, azienda agricola biologica che si estende in 151 ettari e
coltivata a:  grano antico siciliano,
lenticchie, ceci, canapa, pomodoro siccagno, tra cui 8 ettari di uliveto e 5
ettari di vigneto sperimentale, dove sono state reimpiantate oltre trenta
specie di vitigni autoctoni siciliani in via di estinzione, inoltre  all’interno dell’azienda trovano spazio
rilevanti caseggiati rurali.

La tortuosa vicenda del feudo Verbumcaudo non si
discosta da molte delle vicende che hanno riguardato e riguardano i beni
confiscati alle mafie e la loro gestione.

Il feudo fu da prima sequestrato e poi confiscato
definitivamente nel 1987 dal Giudice Giovanni Falcone al boss  e capo indiscusso della cupola mafiosa
siciliana Michele Greco detto il “papa”.

Solo grazie all’impegno comune
tra soggetti diversi, quali Prefettura, Agenzia Nazionale per i beni
confiscati, Regione Siciliana, amministratori locali e forze sociali si è
giunti ad una soluzione. Infatti, la Regione Sicilia si è impegnata a saldare i
gravami che su questo bene pendevano a causa di una ipoteca bancaria accesa dal
boss mafioso Michele Greco e ad affidare il bene al “Consorzio Madonita per la
legalità e lo sviluppo”

Riportare al “bene comune” le
ricchezze acquisite in maniera illegale assume il profondo significato di
rafforzare le azioni di prevenzione e repressione della criminalità
organizzata. I beni confiscati, oltre ad avere la loro valorizzazione possono e
devono essere intesi come un punto di ri-partenza per la riqualificazione del
contesto culturale, sociale e urbano dei territori; la dimostrazione nei fatti,
che quanto è stato costruito negli anni illecitamente con la violenza, il
delitto, la corruzione, torna con finalità sociali ad essere usufruito
dall’intera collettività. Una collettività vittima di quella violenza, di quel
delitto, di quella corruzione, che trova in se stessa la forza e il coraggio di
affermare il diritto e la giustizia sociale, per il riscatto e la speranza di
interi territori e della comunità tutta.

Il progetto Verbumcaudo,
rappresenta la sintesi migliore di come riutilizzare un bene che, da luogo di mafia dove si tenevano
summit occulti di “cosa nostra” per decidere le strategie malavitose e le sorti
di tanti onesti cittadini, diviene, oggi, 
luogo di sviluppo legale e di produzione di diverse eccellenze di
prodotti agro-alimentari; una risposta concreta e tangibile nel processo di
riutilizzo dei beni confiscati alla mafia per fini occupazionali, una buona
pratica di sviluppo sostenibile e replicabile in altre realtà patrimoniali
confiscate.

Con
l’affidamento del feudo alla Cooperativa
sociale Verbumcaudo
, si corona la nobile idea di sviluppo occupazionale improntato alla legalità
e soprattutto la possibilità di dimostrare che su di un bene confiscato
importante come il feudo,  è possibile
fare economia, dare lavoro al territorio, offrire socialità, coinvolgere le
comunità, in sintesi: creare speranza e sviluppo per le nuove generazioni.

Mutuando le parole di Vincenzo Liarda, Presidente del Consorzio Madonita per la Legalità e lo Sviluppo: «..a volte le frasi che utilizziamo per ricordare personaggi importanti o martiri per la giustizia e la libertà, sembrano distanti dalla realtà quotidiana. L’esempio più calzante in questa vicenda è rappresentata dal Giudice Giovanni Falcone, che ha iniziato le indagini sul “feudo Verbumcaudo” e le ha condotte sino alla confisca. Noi abbiamo realizzato quello che fu il suo impegno e il suo coraggio… Le sue idee camminano sulle nostre gambe…»

Antonia Pannullo