EMERGENZA RIFIUTI DI ROMA.

L’emergenza
dei rifiuti a Roma ciclicamente si ripresenta, ma ora è arrivata ad un punto
tale che, l’Associazione dei Presidi
ha richiesto all’Asl di controllare lo stato di abbandono dei rifiuti vicino
alle scuole ed anche l’Ordine dei Medici
di Roma, nelle persone del Presidente e del 
Vice Presidente, si sono fatti sentire con una nota per questi enormi
blackout affinché, Comune e Regione trovino una soluzione.

Tutto
questo dopo le dimissioni dell’ultimo CDA
di Ama,
a distanza di soli 90 giorni dall’insediamento. Questo è il settimo consiglio che è stato nominato
dal sindaco Raggi, che in tre anni non è riuscita a sbrogliare una matassa
complessa come quella della raccolta dei rifiuti. Attualmente ha affidato la
gestione a Luca Zaghis “fidato” grillino. In questi tre anni non è riuscita a
trovare le persone giuste per la governance della municipalizzata e non ha
portato nessuna innovazione o soluzione rispetto alle precedenti
amministrazioni. Rimangono famosi i video con l’allora assessore all’ambiente Pinuccia
Montanari, che faceva gli “agguati” ai cittadini per controllare se facevano
correttamente l’indifferenziata o le dispute con il presidente della Regione
Lazio Zingaretti, sull’apertura degli impianti di smaltimento. Su questo ultimo
tema, rimane sempre famoso un altro video in cui la Raggi visita un impianto
della regione che doveva essere aperto mentre lei lo trova chiuso. Peccato che
la prima volta avesse sbagliato indirizzo e la seconda l’orario. Sicuramente
l’incendio del TMB Salario,del
dicembre scorso, non ha aiutato molto visto che l’impianto lavorava circa 600
tonnellate di rifiuti al giorno. Lo stesso impianto, di cui però già tempo i
diversi comitati richiedevano la chiusura, avvenuta avvenuta questo settembre
con la revoca da parte della regione Lazio, dopo l’incendio . A febbraio di
quest’anno quando la Montanari si dimise, perché il comune bocciò il bilancio
del 2017, l’assessore al bilancio dichiarò: «Gli allarmismi su Ama sono
del tutto infondati e ingiustificati. L’azienda resterà pubblica e va verso un
risanamento reale, mettendo al centro il servizio ai cittadini. Escludo
categoricamente che Ama abbia bisogno di un concordato o di altre procedure
concorsuali. Quando è servito abbiamo avuto il coraggio di intraprendere quella
strada. Non è il caso di Ama
».

A distanza di otto mesi e da quando il sindaco detiene le deleghe sull’ambiente, l’azienda non è stata risanata e sicuramente i cittadini non vedono questi servizi migliorati. Infatti i cittadini romani sono all’esasperazione perchè a fronte di bollette salatissime registrano  un servizio quasi inesistente e sfogano la loro rabbia attraverso l’invio di foto sui social o anche unendosi per fare delle class action contro l’azienda municipalizzata.

Marco Caruso