“DALL’ALTRA PARTE DEL CIELO”, L’ULTIMO ROMANZO DI MARCO IACOVELLI

Consueto appuntamento del
nostro Magazine con gli autori della casa editrice Polis SA Edizioni.

Incontriamo Marco
Iacovelli, autore del romanzo “Dall’Altra Parte del Cielo”, che ci racconta
qualche particolare del suo ultimo lavoro.

Marco,il tuo libro rientra nel genere “Fantasy – Horror” anche se con
contenuti psico – analitico – sociali? O possiamo definirlo in modo differente?

«Io definirei questo
libro un fantasy noir: nel senso che, a differenza degli horror, non vi sono
immagini particolarmente cruente, bensì una sottile trama psicologica che, in
teoria, dovrebbe avvincere il lettore. Gli horror, invece, sono, sia nel campo
cinematografico che in quello letterario, più espliciti, forti, con immagini
violente. Pensiamo alla differenza tra l’horror “L’esorcista” e il thriller
noir “The Others” per avere un’idea più chiara, applicata al grande schermo. Il
mio libro appartiene senz’altro al secondo filone.»

Valentina, la
protagonista del tuo romanzo “Dall’altra
parte del cielo”
, è una giovane donna semplice con “una simpatia, una loquacità, un saper fare che conquistavano tutti”, macon un lavoro modesto di “badante”! 
Il personaggio di Valentina, pur vivendo una vita tragica e per
niente serena, è nel contempo una donna molto determinata, forte e passionale,
anche empatica, che si divide tra il suo faticoso lavoro e le figlie,
Alessandra e Tamara!

«Valentina è il classico
personaggio anonimo della nostra società: una donna umile che, grazie al suo
lavoro, è riuscita a ritagliarsi un contesto di vita dignitoso, ma la cui
esistenza è funestata da alcune situazioni particolari alle quali il destino
benevolo o malvagio offre una soluzione radicale! È il secondo personaggio
femminile, protagonista dei miei libri, dopo Milena in The flesher; esperienza,
quella della trasposizione letteraria nell’altro sesso, che ha dato degli
ottimi risultati… a mio avviso».

La prima parte
del romanzo è incentrata sulla vita “reale
e tragica”
di Valentina Galluzzo, rallegrata solamente dall’amore per le
figlie e per sua sorella Paola e la sua famiglia; la seconda parte si focalizza
sulla sua voglia di “liberazione”
dalla “tragicità” che
contraddistingue la sua “misera vita”
… sulla sua voglia di riscatto e di libertà!

Quali altri caratteristiche e peculiarità
ha il tuo personaggio?

«La forza di carattere, tipica di
molte donne del Sud, la sopportazione nei confronti del marito e dell’ex
amante, Angelo, la voglia di osare nei momenti difficili, l’amore smisurato per
le figlie, tipico del nostro modo di essere e soprattutto… il coraggio! Tutti
elementi che la rendono simpatica e amata, stando ai giudizi dei lettori.
D’altro canto è una mia caratteristica narrativa, quella di rendere apprezzati
i personaggi principali; è accaduto in passato ed avverrà in futuro, quando
scriverò il quarto libro
».

In alcuni
tratti del romanzo i toni sono volutamente molto pesanti e duri e viene
utilizzato anche un linguaggio un po’ crudo, in alcuni punti “volgare”! Ha voluto trasportare il
lettore nella tragica dimensione reale in cui vive Valentina?

«I libri sono uno spaccato della
nostra società. Valentina vive in un contesto di difficoltà economica ed
emotiva. Mi sembrava ovvio adattare la linguistica a tale situazione. Le
parolacce, a torto o a ragione, fanno parte del nostro parlare quotidiano e,
quindi, ciò si ripercuote anche nella narrativa
».

Ti ripropongo la
descrizione che mi ha molto colpita: “L’unico  che risultava ancora in vita, che si era
distinto per ferocia anche in quella mattanza, che era sparito misteriosamente,
e che per quanto aveva compiuto negli anni della guerra sarebbe stato
immediatamente giustiziato, pluriricercato dai servizi segreti delle potenze
vittoriose, ma anche pluridecorato sui campi di battaglia di tutta Europa,
amato fino alla follia dai suoi subalterni, gentile e leale coi combattenti
avversari, ma solo quando voleva, altrimenti spietato e disumano era il
famigerato barone nero, der schwarze Baron, un uomo incredibilmente coraggioso,
e tremendamente furbo.

Si chiamava Thomas Flimke.”

Nel suo romanzo
Thomas Flimke, speleologo nazista delle SS, autore dello sterminio della
popolazione della cittadina di Oradour-sur-Glane in Francia nel 1944, autentica
essenza del male , rappresenta agli occhi di Valentina un semplice vecchietto
da “accudire” ed a cui “badare”.

Come mai ha
ideato e descritto un personaggio nazista?

«Perché il racconto ruota attorno a un
episodio realmente accaduto nel giugno del 1944 a Oradour-sur-Glane, sulle
finalità del quale – come ho scritto nel mio prologo – non tutti gli storici
sono in accordo. È storicamente accertato che Hitler ed il nazismo attingevano
a piene mani dall’esoterico e dall’occulto e, infatti, lo stesso Hitler spesso
si circondava di cartologi e astrologi ed ha fatto fucilare diversi sensitivi
che non avevano soddisfatto le sue aspettative. Tutto ciò mi sembrava la
piattaforma ideale dalla quale far partire tutto il racconto!»

Ancora su
Flimke “Perché ero giovane, stupido e
appassionato di scienze occulte ed esoterismo. Nei miei studi da ragazzo avevo
imparato che vi sono due forme di male, primario e secondario. Noi uomini siamo
fautori del secondo, con le nostre azioni. Ma esso nulla è in confronto al
primo, che è perpetrato da demoni, diavoli, entità malvagie. Sì, mia cara, essi
esistono, te lo posso garantire, l’ho sperimentato sulla mia pelle. Alcuni
nella nostra mente. Altri invece sono reali. Quando vidi quel libro nero,
provai paura, ma anche interesse. Col tempo ho scoperto che quell’oggetto non è
solo una porta di accesso tra due mondi lontani e remoti, ma è anche una guida
per provare ad avere il controllo su quella entità. Forse è per questo che
scesi io in quella grotta. Forse fui scelto per portarla fuori. Essa, ho
scoperto, si rivela alle persone che hanno determinate capacità psichiche. Come
me…e forse Valentina, come te.”

Thomas vuole
aiutare Valentina a riscattarsi dalla sua misera vita, ma nel contempo
l’avverte sulla pericolosità dell’eventuale liberazione del Male. Ed è proprio
Valentina ad aver evocato l’“essere
demoniaco”
, fuoriuscito dalle tenebre della Terra, in Francia a
Oradour-sur-Glane e già invischiato nell’assurda “banalità del Male” perpetrata dai tedeschi della seconda guerra
mondiale!

«Spesso, amo giocare sulla doppia
personalità di alcuni personaggi. Al fanatico nazista, responsabile di atroci
massacri di civili, si contrappone il vecchio, bonario “nononn”, che prende a
cuore le sorti di Valentina. Come spesso accade nei miei libri (si pensi alla
figura del protagonista in The Flesher) mi piace lasciare al lettore il compito
di giudicare determinati personaggi. “Nononn” ha veramente voluto aiutare la
giovane Valentina? Oppure aver messo nelle mani della donna un oggetto simile
dal potenziale terrificante è stato l’ultimo, sottile, gesto di crudeltà?
»

C’è un passo
del libro, che poi da il titolo all’opera, che vuole essere il fulcro
dell’espiazione del personaggio “È
un luogo diverso da ciò che conosciamo abitualmente, è tutto strano, confuso,
spettrale. C’è un’atmosfera di paura che percepisco, ma che non so
giustificare. Non è un posto terrestre o terreno, ne sono sicura. È…Dall’altra
parte del cielo.” 

Come mai ha assegnato a Valentina il ruolo di evocare il Male
Oscuro e poi ha lasciato a lei il compito di “annientarlo” definitivamente?

«Credo nel
potere decisionale degli uomini. Credo nella capacità di fare delle scelte
assumendoci le nostre responsabilità in ogni momento della nostra vita. Ciò
vale anche per Valentina – costretta in una situazione non più sostenibile –
alla quale viene offerta un’arma micidiale dagli effetti potenzialmente
devastanti.

Ella accetta
i rischi e le conseguenze – in partenza – di una scelta tanto pericolosa, e –
quando la situazione le sfugge di mano – è pronta ad assumersene le
responsabilità.

Mi piacerebbe
chiedere a chi mi farà una domanda del genere a un evento dal vivo, ma – in
questo momento – lo chiedo anche a te:

 “Nella situazione di Valentina, al posto suo,
che cosa avresti fatto? Come saresti uscita dal ginepraio e dal ricatto nel
quale eri finita?” Sono sicuro che assisterei a molteplici risposte e mi
divertirei!
»

Mi sento di salutarti con una riflessione tratta da un altro
romanzo, “Il piccolo Principe”,“L’essenziale è invisibile agli
occhi.”

Valentina – pur vivendo delle relazioni “estremamente negative” con i due “suoi uomini” – ha una forte aspettativa di una vita migliore e di
un futuro sereno! 

“Stai tranquilla sorella ci
penso io ad Alessandra. E poi come diceva nonna, dopo il cattivo tempo esce
sempre il sole, ricordi? Dopo il cattivo tempo esce sempre il sole”.

Qual è l’interpretazione del finale del tuo romanzo?

«Che la vita
non è fatta esclusivamente di momenti bui, ma anche – seppur in tono minore –
di attimi felici … che l’amore di una madre per i propri figli è una forza che supera
l’umana comprensione e che può contrastare qualsiasi minaccia terrena o
spirituale … ed, infine, che questo mondo moderno – pervaso da tanta cattiveria
e crudeltà – ha in sé la forza per migliorare e migliorarsi.

Prima che sia troppo tardi!»

Nicoletta Lamberti