QUELLI CHE VENGONO POST

Ho
seguito con curiosità la kermesse del M5S riguardo i festeggiamenti per i primi
dieci anni di vita del Movimento.

Ho
avuto la netta sensazione che il PD sia l’unico ammortizzatore della
situazione, come dire l’unico “Tafazzi” in campo, l’unico che pagherà per tutti
insomma!

Di
Maio ha affermato più e più volte che il Movimento è ormai in una fase di post
ideologismo, ed è così, sarebbe stupido dimostrare il contrario. E’ talmente palese
che tutto ciò che rimarrà al riguardo lo prenderà il centro destra, una parte
Renzi e i cosiddetti “pentastellati post ideologizzati” (ormai la maggioranza
di quelli che votano).

Il
PD? Non si sa, tanto è che troppi si stanno chiedendo: ma il PD “cosa” è?

Tant’è
che ormai la gente, gli elettori sono diventati talmente post, da rendere evidente,
dopo tanto tempo di incertezza, ciò che verrà. Basta vedere i flussi elettorali
degli ultimi 10 anni, o, se non vogliamo sforzarci troppo a leggere e studiare,
basta parlare un po’ con i cittadini, così tra un caffè e l’altro, tra un
marciapiede e l’altro.

Tra
un chiacchiericcio e l’altro magari ritorna utile farsi qualche domandina e
giocare un po’: chi sono i post? Sono identificabili? Quanti sono? Si faranno
contare?

La
verità è che “le emozioni e i sentimenti hanno prevalso confusamente, a quanto
sembra, sulla ragione, sui fatti e sulla conoscenza puntuale delle cose. Perché
è andata così?” (Stati nervosi di
Davies, Einaudi)

Ecco,
oggi si chiamano post, domani non si sa o comunque saranno i post post. Ieri
come si chiamavano?

Le risposte permettetemi di darle più avanti, voglio riflettere ancora un po’…

Mimmo Oliva