VERTENZA FORNO CREMATORIO DI SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO : CONFERENZA- DIBATTITO PRESSO LA SALA CONSILIARE.

Scottante è il dibattito che vede
protagonista in questi giorni la comunità di Sant’Egidio del Monte Albino: oggetto della questione la
realizzazione di un tempio crematorio all’interno del progetto di
riqualificazione del cimitero.

I lavori per realizzare il forno, il cui
progetto era stato approvato nel 2011 insieme alla costruzione di nuovi loculi
e cappelle, sono iniziati solo di recente, ma subito sospesi dal sindaco di
Sant’Egidio, Nunzio Carpentieri, a
causa del forte malcontento popolare. Oltre a non essere opera gradita, sembra
che non siano state rispettate le distanze per la sua realizzazione: 50 metri,
la distanza dal centro abitato e non 200, come previsto dalla legge.

Per risolvere la controversia e iniziare
un dialogo costruttivo tra istituzioni e comunità, si è tenuta una conferenza- dibattito martedì 19
novembre presso la Sala consiliare del Comune
di Sant’Egidio del Montalbino.
Ha preso parte ai lavori una commissione di
tecnici con lo scopo di fare luce sulle conseguenze dell’eventuale
realizzazione del forno.

Ad aprire il dibattito il primo
cittadino, Nunzio Carpentieri, il
quale dopo aver spiegato come ha avuto origine il progetto si mostra ben
disposto ad ascoltare la commissione tecnica e soprattutto i cittadini: «Arrivati a questo punto, non è una
decisione che posso prendere da solo» ,
sostiene il sindaco, «è necessario ascoltare bene tutte le voci in
campo e poi valutare».

Prende subito la parola la portavoce del
movimento popolare “No Forno”,
l’avv. Alessandra Petrosino, la
quale in pochi giorni ha raccolto con l’aiuto dei cittadini 2000 firme per la
sospensione dei lavori.

«Il
comitato nasce spontaneamente dell’esigenza dei cittadini di comprendere se il
forno sia utile o meno alla riqualificazione del territorio o se sia un danno
per la nostra comunità e per l’ambiente
» spiega, preoccupata, la Petrosino. Contrari al forno, il
movimento e il suo portavoce reclamano voce in capitolo riguardo la delicata
questione che coinvolge tutta la comunità.

Contrario alla realizzazione del forno
anche il Sacerdote Don Aniello
Manganiello
, che intravede ingerenze malavitose nel business della
Cremazione, smentite dal primo cittadino.

Seguono, poi, gli interventi dei tecnici:
il Prof. Antonio Marfella, Oncologo
presso l’Istituto Pascale e Presidente ISDE Napoli (Associazione Medici per
l’Ambiente), il prof. Erasmo Venosi,
fisico esperto in valutazioni ad impatto ambientale e l’Ingegnere civile Francesco Saverio Minardi.

Il contributo che Marfella vuole
lasciare alla comunità di Sant’Egidio è di tipo bioetico piuttosto che
scientifico: «in primis dobbiamo
riflettere sul rispetto della morte e sulla scelta di ogni cittadino su come
riposare nella vita eterna»
, afferma il dott. Marfella, per poi sollevare
altre questioni scottanti: cosa si brucia? Ci saranno i giusti controlli? La
sua impressione è che si sia perso il valore del rito funebre e che si dia
importanza solo al business in questo momento. Conclude il suo intervento
suggerendo un referendum per poter dar voce alla scelta dei cittadini e non
prendere la realizzazione del forno alla leggera.

Il contributo del prof. Erasmo Venosi al
dibattito, è stata una dettagliata descrizione dei fattori inquinanti dei forni
crematori: «biossido di azoto, di solfo,
piombo, mercurio alcuni degli inquinanti atmosferici che esalerebbero dal forno
andando ad aggravare un territorio già compresso» 
afferma Venosi. Inoltre, fa luce su come
la normativa relativa alla Cremazione sia ormai ferma da 18 anni, senza
ulteriori sviluppi. Partendo da quest’ultimo punto inizia il suo intervento l’ing. Francesco Saverio Minardi,
attraverso un’accurata presentazione e dati alla mano.

Dopo aver fatto una breve panoramica
sull’assenza di una chiara regolamentazione in quanto a Cremazione e comunque
non aggiornata, l’ingegnere mostra come l’aumento delle cremazioni in Campania
abbia dato vita ad un vero e proprio business ed ad un mercato in forte
espansione.  «Il problema non è come realizzare il forno, ma come verrà gestito», i
timori dell’ingegnere, « i requisiti
procedurali ci sono tutti e il progetto è stato già approvato, ora bisogna
ragionare in termini di convenienza ambientale ed economica, per quelle che
potrebbero essere le emissioni inquinanti sono contro la sua realizzazione». 

Numerosissimi i cittadini presenti
all’incontro e acceso il dibattito che è seguito alla fine degli interventi. La
comunità di Sant’Egidio sembra già propensa per il NO.

Seguiremo ulteriori sviluppi.

Raffaella Grimaldi