THE WITCHER

Era il lontano 2016 quando si
annunciò lo sviluppo di una serie tratta dai romanzi di Andrzej Sapkowski ed io non vedevo l’ora che uscisse, dopo aver
divorato e consumato l’ultimo videogioco ispirato alle avventure di Geralt di
Rivia.

Passarono gli anni e cominciarono ad
arrivare i primi rumors e news sul cast, fino a quando a luglio 2019 non sono
state pubblicate le prime foto promozionali dei personaggi e quindi si è
diffuso il cast ufficiale; sono rimasta molto delusa, perché ancora troppo
legata al look dei personaggi dei videogiochi e quindi sono venute meno tutte
le mie aspettative riguardo a questa serie.

Pian piano e soprattutto con l’uscita
del primo trailer e la notizia della show runner, Lauren Schmidt Hissrich, che
la serie si sarebbe basata solo sui libri (e l’autore dei libri sarebbe stato
il produttore esecutivo), le mie aspettative per questa serie sono risalite e
l’hype è arrivato alle stelle. Naturalmente, visto la somiglianza tra i due,
The Witcher riuscirà a colmare il vuoto lasciato da Game of thrones/Il trono di
spade e spodestarla dal trono delle serie fantasy?

Partiamo dal fatto che per quanto le
due serie possano apparire simili, in realtà sono molto diverse tra loro: se Game
of thrones si sofferma più su intrighi di corte e le lotte per la presa di
potere con un lieve pizzico di magia e accenni fantasy, The Witcher si sofferma
più su quest’ultimo aspetto, con una storia ricca di magia e mistero, tutto
naturalmente contornato dalla bellissima ambientazione medievale (che io amo
alla follia!) e battaglie all’ultimo sangue. Quindi per la diversità delle
serie mi astengo dall’esprimere una preferenza tra le due.

Come già detto, la serie si basa
sulla serie di romanzi La Saga di Geralt di
Rivia
, ma questo non limita la visione solo ai fan dell’opera
letteraria. Infatti, la serie racconta passo passo tutte le vicende, il
background dei personaggi, senza tralasciare niente.

La storia è originale e molto
interessante, ti spinge a guardare gli episodi per sapere di più e vedere ciò
che succederà, ed è arricchita da dialoghi interessanti e piacevoli.

Il destino è la parola chiave di
questa serie: è proprio esso a far intrecciare la storia dei 3 personaggi
principali: Geralt di Rivia, Yennefer di Vengerberg e la Principessa
Cirilla/Ciri. Nella serie si vede anche l’importanza del destino nella vita
degli uomini di quel tempo e l’impossibilità di fuggire da esso.

Inizialmente pensavo che raccontare
tre storie diverse in una sola stagione di soli 8 episodi, avrebbe messo in
risalto non tutti i personaggi in maniera equa, finendo semmai col non dare a
tutti lo stesso spessore o la medesima caratterizzazione. Anche qui mi sono ricreduta:
la storia è raccontata in maniera molto originale e diversa dal solito e quindi
permette di sviluppare tutti i personaggi con la stessa cura. Secondo me è
proprio come è raccontata la storia e la collocazione degli eventi (non dico
altro per non rovinare la sorpresa!) che ti spinge a voler sapere di più per
collegare tutti i pezzi, tutto ciò arricchito da bellissimi colpi di scena e
scene spettacolari che lasciano a bocca aperta.

Inoltre, ogni episodio è bello
perché ha una sottotrama diversa dalla precedente, quindi la storia principale
è farcita da eventi e situazioni specifiche della puntata che permettono allo
spettatore di conoscere in maniera sempre diversa le varie creature che abitano
il Continente ed apprendere di più su questo mondo nuovo.

Una cosa che ho apprezzato
tantissimo della serie è stato proprio la non presenza dei cliché, soprattutto
per quanto concerne la narrazione delle donne.

Infatti, nel suo viaggio Geralt è
affiancato da vari personaggi femminili, ma qui le donne combattono in
battaglia, sono regine autoritarie, bevono birra, sono attente e intelligenti,
forti e carismatiche, indossano pantaloni…mostrando così i molteplici ruoli
della

Donna nei diversi strati sociali
durante l’età medievale.

La cosa che non avevo apprezzato per
niente all’inizio era il casting, ma anche su questo (indovinate un po’!) la
serie mi ha fatto ricredere.

Tutti gli attori si legano
perfettamente ai loro personaggi, dai quelli iconici, come Geralt e Yennefer,
ma anche Ranuncolo/Jaskier (Dandelion nel videogioco) ad arrivare
ai vari nuovi personaggi introdotti.

Mi vorrei soffermare però un attimo
sui tre protagonisti della serie:

Yennefer è stata grandiosa, ho
adorato il suo percorso di maturazione e capisco anche i suoi tormenti e le intenzioni
che la animano: è una donna forte e carismatica, che ha dovuto rinunciare a una
cosa importantissima per essere accettata dalla società e proprio questo mi ha
emozionato molto. Anya Chalotra è stata veramente brava e si è calata
perfettamente nel personaggio.

Inoltre, la chimica che c’è tra lei
e Geralt è potentissima e non vedo l’ora di vederli nelle prossime stagioni.

Henry Cavill ha interpretato Geralt,
proprio come me l’ero immaginato: uomo burbero ma dolce, che anche lui viene
visto solo come un mostro. Henry si è veramente calato alla perfezione nel
personaggio, forse anche aiutato dalla sua passione per la saga dei libri.
Quindi applausi ad Henry e spero che questa serie gli permetta di lavorare in produzioni
sempre più importanti, perché è un bravo attore che va oltre ad essere il bel
mascellone visto in Superman.

Invece il personaggio di Ciri/Cirilla
non mi è proprio piaciuto: sapere già da subito le sue abilità e poi non
approfondirle a dovere, mi ha proprio deluso. Forse la sua è stata l’unica
storyline meno interessante e accattivante delle tre; spero che nella seconda
stagione le venga dato il giusto spazio (Ciri è stata da sempre uno dei miei
personaggi preferiti nella saga videoludica). Purtroppo, neanche la giovane
Freya Allan è riuscita a rendere più accattivante il personaggio.

La fotografia è una delle più belle
che abbia mai visto: i vari giochi di luce, le palette cromatiche che vanno dalla
scala dei grigi ai gialli, passando per il verde speranza… Ma soprattutto le
scenografie che lasciano veramente a bocca aperta: le lunghe distese, gli
edifici imponenti, i vari villaggi rurali… Per non parlare delle musiche che,
oltre a quelle cantate dal bardo Ranuncolo/Jaskier, si legano bene ai vari
avvenimenti e soprattutto all’epoca medievale.

I combattimenti e le varie
scazzottate sanguinose non sono da meno, anche grazie alle coreografie di
Vladimir Furdik (famoso già per il suo contributo alla serie Game of thrones/Il
trono di spade). Il trucco e parrucco è strepitoso, maniacale: la cura dei
capelli e il loro cambiamento (dopo un combattimento per esempio), il sangue
sul volto dei personaggi, i vari trucchi prostetici dei personaggi… tutto è
curato nei minimi dettagli, per far sì che sia il più realistico e dinamico
possibile.

In conclusione, la serie ha
confermato le mie aspettative, riservandomi anche molte sorprese e ripensamenti
sia a livello di narrazione che tecnico – visivo.

Ma se volessimo riassumere, che
cos’è alla fine The Witcher?

È una serie tv in costume con un
protagonista dai capelli bianchi e lunghi, tosto e carismatico, una trama
condita di magia, storie misteriose, storie d’amore e combattimenti e tanto
altro che culmina in un bellissimo, straziante e emozionante finale.

The Witcher ha tutte le caratteristiche per essere un piccolo gioiellino di questo 2019.

Giorgia Della Porta