I “GUARITORI”: ECCO COME TI CURO CON MEDAGLIETTE E INSULTI

 4 dicembre 2016

Sono inquietanti ma sono soprattutto pericolosi. In realtà, io non so neanche come definirli perché non ho ben capito se ci sono o ci fanno: loro amano definirsi “guaritori”; io sono, invece, indecisa tra “truffatori” e “individui non in pieno possesso delle proprie facoltà mentali” anche se, probabilmente, sono entrambe le cose.

Sì, perché proprio non riesco a spiegarmi, in nessun modo,
come si possa millantare di avere “poteri” o di aver messo a punto tecniche in
grado di guarire anche dalle malattie più complesse e aggressive, dunque
compresi tumori e leucemie. Ovviamente, i risultati sono – come facilmente
immaginabile – disastrosi e questo di certo non lo sostengo io ma i fatti di
cronaca: solo negli ultimi mesi, in Italia, sono stati registrati casi di
decessi di persone che – pur affette da serie patologie – hanno optato per un
percorso di cure alternativo, che di medico non ha nulla e che, in termini di
efficienza, ha lo stesso effetto che si ottiene quando si soffia all’interno di
un apparecchio elettronico nella convinzione che, miracolosamente, riprenda a
funzionare.

Dal loro punto di vista, i guaritori si sentono geni
incompresi e osteggiati dalle grandi e potenti caste dei medici e delle case
farmaceutiche: poteri forti che vogliono impedire lo sviluppo di nuove
“scienze” (sic!) per tutelare i propri interessi. Mentre loro, i
misericor­diosi guaritori, hanno a cuore solo i pazienti. La medicina è il
nemico, loro sono i salvatori.

Le malattie sono “espressioni dell’anima” (sì, giuro che
qualcuno sostiene questa tesi) e come tali vanno trattate. Dunque, senza
l’utilizzo di farmaci e solo con terapie che agi­scono sulla mente e
sull’anima.

Voglio fare un esempio su tutti che, vi avviso, non è
assolutamente frutto della mia fan­tasia. Si tratta della “terapia della
medaglietta”. In buona sostanza, consiste nell’inserire una medaglietta sacra,
raffigurante l’immagine della Madonna, negli anfratti più nascosti del nostro
corpo per poi estrarlo e seppellirlo sotto terra. Fine della terapia. Gli
effetti, secondo colei che l’ha messa a punto, sono assicurati.

Di particolare incisività pare fossero anche gli insulti
all’indirizzo dei pazienti, al fine di liberarli dalla malattia. Indiscutibile,
non c’è che dire.

Prima della cura, però, ci sono le diagnosi che, a mio
avviso, pure meritano una menzio­ne. Come avvengono? Col pendolino, come il
Maurizio Mosca dei tempi d’oro (per chi non ricordasse, Mosca pronosticava i
risultati delle partite di calcio con l’ausilio del suo amato pendolino). Come
fare a non credere all’efficacia di tutto questo? Impossibile davvero.

Uno dei “padri” di questo tipo di convinzioni – e delle
conseguenti strambe cure – è l’ex medico tedesco Ryke Hamer, un uomo convinto,
giusto per dirne una, del fatto che le metastasi siano una semplice invenzione
della medicina; che il cancro e la leucemia siano frutto di traumi irrisolti e
che batteri e virus non sarebbero altro che un vantaggio per il corpo umano.
Tesi e ipotesi che non hanno alcun fondamento scientifico né alcun tipo di risultato
(concreto e incontrovertibile). Testimonianza, recentissima, dei danni di
queste persone senza controllo è il caso di Eleonora, 18enne di Padova, che
insieme alla famiglia aveva deciso di abbracciare la “religione” di Hamer così
da rifiutare la chemioterapia per curare la leucemia. Eleonora è morta, dopo
aver provato a guarire lavorando sui propri traumi psichici.

Tanti, purtroppo – vuoi per disperazione, vuoi per ignoranza – si mettono nelle mani di questi novelli santoni, lasciandosi andare, trascurando la propria salute, snobbando le cure mediche (ritenute, paradossalmente, causa di morte) e avviando un percorso che, parliamoci chiaro, porta dritto dritto in un posto solo: il cimitero.

Marta Naddei