FLASH MOB E INVOCAZIONI AI SANTI IN QUESTA TEMPERIE DI CORONAVIRUS, PAURA, IGNORANZA

In questo periodo di grande incertezza e di precarietà, che comunque ha avuto il “merito” – se così possiamo affermare – di farci sentire più uniti e solidali, ecco che si moltiplicano in Italia le iniziative più disparate per fronteggiare e sdrammatizzare, esorcizzare, minimizzare (per quanto possibile) gli effetti del temibile e famigerato Coronavirus – alias Covid-19. Un mostro subdolo, un nemico invisibile. Che vorrebbe renderci disgregati e separati – e invece siamo più forti di prima. Urlando contro il cielo l’inno di Mameli, piuttosto che “Azzurro” o “Il cielo è sempre più blu”. Di balcone in balcone, di casa in casa. “Andrà tutto bene” è il motto, l’hashtag o cancelletto, che serve a darci coraggio e affrontare le sfide del quotidiano. Oltre ai flash mob “istituzionali”, nel senso di nazionali e collettivi lungo l’intero territorio della Penisola, vi sono altre simpatiche iniziative “locali” o “Fai da te”. Nel Salernitano, nella Valle Irno, a Mercato S. Severino e nelle vicinanze. Ad esempio nella ridente cittadina di Castel S. Giorgio (Agro Nocerino Sarnese). Dove, dal 16 marzo scorso e fino al 24 – ore 20 – la parrocchia di S. Maria delle Grazie e S. Croce ha organizzato una novena “straordinaria” al patrono dell’antico Stato di Sanseverino [sic!] e quindi anche di S. Giorgio (oltre a Penta di Fisciano e Siano): il grande taumaturgo S. Rocco. Invocato, da sempre, contro le pestilenze e altri morbi ferali. Tutto ciò rigorosamente in diretta streaming. Il parroco, don Gianluca Cipolletta – di concerto con le autorità ecclesiastiche e amministrative locali – invita i fedeli a esporre ai balconi immagini ed effigi raffiguranti il santo protettore. Anche e soprattutto disegnate dai bambini, con apposite foto in modalità tam-tam sui cellulari o smartphone. Ricorrendo a Whatsapp o ad altri social. Questa iniziativa è stata voluta per la città di Castel S. Giorgio; per l’Italia; per il mondo intero, in questo periodo di pandemia. S. Rocco era un nobile (pare addirittura un agiato principe) di Montpellier. Per amore di Cristo si rese disponibile a curare il prossimo, infettandosi di peste (bubbonica) mentre svolgeva servizi di carità. Il suo nome deriverebbe dal termine germanico “Hrog” o “Grog”, che indica un “uccello sacro” – forse un “corvo”. Era uno “iacopeo” – un pellegrino che si recava a Santiago (S. Giacomo) di Compostela. Altri pellegrini, verso il giubileo (del 1300 – ideato da Bonifacio VIII – e non solo) erano denominati romei (andando a Roma) o palmieri, che andavano invece a Gerusalemme. Celebre è la sua iconologia, con un cane che lo sfamava portandogli pezzi di pane dalla mensa del padrone di tale animale – un certo Gottardo. Tornando a noi e all’epidemia, a S. Severino ci sono varie modalità per combattere – in trincea – contro questo virus che inficerebbe (in teoria) le relazioni sociali, modificando nel contempo le abitudini quotidiane. Oltre alla possibilità di attuare la spesa a domicilio, per quanto riguarda alimentari, detersivi e anche farmaci, ognuno aguzza l’ingegno come può per confortare in primis sé stesso e anche gli altri. Ad esempio, il 16 marzo scorso, su Facebook il simpatico Michele D’Auria – professionista sanseverinese; buon padre di famiglia e animatore delle celebrazioni liturgiche nella chiesa sanseverinese di S. Giovanni; autore di testi religiosi e non – ha cantato in maniera “live” alle 18.30 in punto su Facebook. Grazie alla sua chitarra, sapientemente utilizzata, e al telefonino ha creato un happening (evento) molto particolare. La sua “schitarrata” è visibile anche sul canale You Tube e sul suo profilo Facebook. Anche in vista della ricorrenza di S. Giuseppe – il 19 marzo scorso – pare sia stato allestito un nuovo flash mob, sembrerebbe da parte di papa Francesco (sarà stato poi vero?). Secondo le più disparate ipotesi da fonti non ufficiali, l’evento del 19 marzo (ore 21) sarebbe consistito non solo nel pregare insieme (tutti sintonizzati su canali religiosi oppure a livello individuale e personale) ma anche nell’apporre un drappo bianco ai balconi e accendere un lumino. Rosario in diretta e megafoni. Con campane a distesa, a sollecitare di non “mollare”. Forza Italia, dunque, in questo difficile momento – senza precedenti, anche negli anni bui delle guerre e delle malattie come febbre spagnola, colera e altre epidemie. Forza Italia anche perché come Paese stiamo dimostrando coraggio e un grande senso di responsabilità, con delle misure preventive e di profilassi esemplari in tutto il pianeta (in particolare in Europa e nell’Occidente capitalistico e industrializzato). Da Mattarella al presidente del consiglio Conte, allo “sceriffo” di De Luca (governatore della Regione Campania, sempre efficiente – anche se è un personaggio che potrebbe non piacere) per finire con il cronista David Sassoli (al parlamento europeo) e per finire a tutto il popolo italiano – insomma: ci stiamo comportando egregiamente. Tranne alcuni “spavaldi” (incoscienti) che vagano, gironzolano senza comprovati motivi di esigenza e necessità, di salute, di lavoro (a Catania e anche in Campania, una decina anche a S. Severino – negli ultimi giorni). Untori potenziali. Da denunciare (si prevedono anche dodici anni di carcere per chi “semina” la pandemia). Mentre tutte le categorie lavorative e/o professionali si ingegnano e si impegnano da casa – smart working – allo scopo precipuo di sostenere l’economia (commercio e altri delicati settori) e assicurare i servizi in questa temperie. In particolare è assicurata la didattica, grazie ai tanto vituperati (spesso) ritrovati tecnologici (tablet, smartphone, la rete…). Largo a videolezioni, a dispense on line, all’istruzione via web. Come accade, per esempio, nella laboriosa comunità dell’Istituto parificato per Servizi Sociosanitari “Ceim” a Mercato S. Severino. Qui, da settimane – ormai – il corpo docente sta attuando sistemi di lezioni a distanza con grande impegno e solerzia, inventandosi quotidianamente modalità educative al fine di “riempire” quegli eventuali “vuoti” pedagogici sottesi alla situazione di emergenza. Situazione scaturente dalla chiusura delle istituzioni scolastiche, per ogni ordine e grado. Effetti dei recentissimi decreti emanati dal governo (come il decreto “Cura Italia”). Certo è che occorrerà molto per rimettersi al passo coi tempi, una volta terminato questo periodo surreale e sospeso. Vedremo, dobbiamo comunque essere ottimisti. Nel frattempo è ora di sketch su Internet; di contatti virtuali ma anche virtuosi. Di inventiva, del genio tipicamente italiano, meridionale. Tra immagini fotografiche che la dicono lunga sull’Italia e anche sul Sud, tra S. Severino e il circondario – letteralmente deserti e con in giro auto che avvertono di stare a casa. Cinque, secondo gli ultimi (parziali) aggiornamenti, i Comuni maggiormente “isolati” (completamente in quarantena, come fosse una “quaresima” – per l’appunto di questi tempi) in Campania: è toccato ad Ariano Irpino (il contagio pare sia scaturito da una cerimonia carnevalesca, molto prima delle misure sanitarie degli ultimi giorni); Atena Lucana; Caggiano; Sala Consilina; Polla. E il Covid-19 non risparmia nessuno, possidente o meno abbiente che sia. Muoiono – o anche si ammalano, solamente – giovani, anziani, medici, professionisti. E a qualunque età. Anche nelle realtà sanseverinese e fiscianese si contano numerosi casi. A S. Severino, l’irrazionale ridda di commenti sui social aveva già dato per morto (la notizia del decesso è stata anche pubblicata da alcuni giornali locali) il primo contagiato della cittadina. Un ultraottantenne, A.A. le sue iniziali, che è (al momento di scrivere) in terapia intensiva presso il nosocomio di Nocera Inferiore. Addirittura era circolata la foto del nonnino, era stata data per sicura la sua dipartita. A Fisciano, proprio al campus universitario meta di ragazzi di ogni dove, la situazione era ed è ancora più complessa. Sembra che l’infezione sia stata veicolata da un’addetta alle pulizie, che ha frequentato anche altri ambienti – per il suo impiego. Come l’ospedale di Sarno. Certosina la ricostruzione dei contatti che la 48enne ha incontrato, per adesso l’ateneo è in quarantena – insieme a circa 150 persone possibilmente interessate dal virus. Emerge però anche la solidarietà: sulla scia di quanto attuato dal premier di Centrodestra Berlusconi, che – come è noto – ha donato 10 milioni di euro alla Regione Lombardia per contrastare il contagio, ecco che anche i commercialisti della provincia di Salerno hanno stanziato 10mila euro all’uopo. In molti a rispondere anche alla richiesta di donazione del sangue, riguardo l’appello lanciato dall’Avis. Tra gli “angeli” che sorreggono, in questo momento critico, le sorti della sanità anche pertanto i donatori. Assieme ai volontari della Cri – Croce rossa italiana – e alla Protezione Civile (Epi – Emergenza pubblica Irno a S. Severino). Altri nostri “protettori” sono: i medici, i paramedici, gli infermieri, gli operatori sociosanitari od Oss, gli inservienti, i vigilantes, gli autisti di ambulanze; infine le forze dell’ordine e la polizia municipale (leggi vigili urbani). Stremati da questo problema. Sempre in tema di solidarietà e beneficenza, modello di abnegazione sono gli esercizi commerciali di S. Severino (come il Conad di Gennaro Pierri e altre attività, soprattutto ma non solo alimentari) nonché l’azienda conserviera “Nobile” (Castel S. Giorgio). Che – oltre a proseguire con la lavorazione di pomodori e legumi per cibare gli avventori – ha deciso di donare parte della produzione ai cittadini. Che così potranno approvvigionarsi. Ci sarebbero molte altre cose da segnalare ed esemplificare in maniera positiva. Sperando che tutto ciò abbia un termine, non solo dal punto di vista di igiene e salute ma anche a livello economico e sociale.

Anna Maria Noia