La politica dei like non basta

Quello che mi preoccupa, fortemente, è questo continuo
cambiare idea da parte degli italiani. Lo dico già da un po’ a dir la verità ma
adesso è talmente palese che qualche domanda credo sia opportuno porcela.

Io penso, intanto, che dobbiamo cominciare ad uscire dalla
gabbia dialettica per cui si ha timore a dire che più di qualcosa si stia
sbagliando.  Lo ribadisco, sono
preoccupato, e dal 10 aprile ancor più.

L’esperienza , e la storia del nostro Paese, ci suggeriscono
un po’ di cose che non possono portare buoni frutti:  lo scontro frontale con le opposizioni
(seppur becere per alcuni tratti) in un momento cruciale per il Paese, lo
scontro frontale con Confindustria (che la farà pagare amaramente), lo scontro
(sembra) con l’Europa e a questo aggiungiamo che i cittadini si aspettavano
almeno un accenno sul come cominciare ad avviarsi nella “fase 2”.

Sembrano argomenti tali da farci preoccupare almeno un
po’.  Insomma troppi nemici e tutti in
una volta, con il rischio che Conte potrebbe essere dimissionato, o detonare. O
no?

In tutto ciò rimane, forte come all’inizio, lo scontro tra
Istituzioni, in primis tra Stato centrale e Regioni. Troppo direi, quasi non
sostenibile.

Tanto da scorgere all’orizzonte una probabile sorta di
disubbidienza economica, produttiva e lavorativa. Guidata da chi, poi si vedrà.
Alcuni affermano che l’italiano non ha cultura politica, in parte è così e lo
ha dimostrato soprattutto negli ultimi decenni e in particolare nelle ultime
elezioni politiche, rendendo inutili (o quasi) tutti i sondaggi. Tutto ciò che
oggi sembra dare a Conte circa il 
71%  di gradimento, tra qualche
giorno potrebbe essere completamente stravolto se si acuisce sempre più la
ristrettezza economica per la gente.

Vale più la pena metter su campagna elettorali, fare
programmi, fare proposte se non un secondo prima dell’evento?

E’ il vuoto di questa politica senza contenuti che ci sta
mordendo alle caviglie che ci sta destabilizzando.

E allora si rincorrono i like, e solo questo non può basta, ci si sfascia.

Mimmo Oliva