AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS A MERCATO S. SEVERINO, TRA I RITI DI PASQUA E LA REALTA

Qui Mercato S. Severino. Qui Valle dell’Irno, Salernitano, Regione
Campania. Qui Italia. Ai tempi del Coronavirus – parafrasando un’opera di
Gabriel Garcia Marquez (“L’amore al tempo
del colera”)
.

Secondo gli ultimi e più recenti aggiornamenti, a M. S. Severino è
scomparso il quarto “caso positivo”
(espressione orrenda) a causa del temibile Covid-19. Si tratta di Carmine P.,
ricoverato presso il nosocomio “Ruggi” di Salerno, “contagiato” quasi un mese fa. Alcuni concittadini affermano di
averlo conosciuto; era camionista e sembra che lavorasse nel Bresciano. Il
55enne, residente nella popolosa frazione Pandola, era originario
dell’Avellinese (Montoro – vicinissimo alla Valle Irno e a Mercato S.
Severino). Gli amici e i conoscenti, attoniti e costernati, lo piangono
ricordandone le doti di simpatia e umanità. Lascia un figlio preadolescente. Lo
sfortunato cittadino – che “segue”
(come decesso) l’84enne Armando Aversa, Gaetano Damiano (50 anni) e il 71enne
Francesco Terrone (frazione S. Angelo) – ha lasciato questa terra proprio il
giorno di Pasqua: il 12 aprile.

La Pasqua, tra S. Severino e i paesi limitrofi, è sempre stata molto
sentita. Le manifestazioni etnografiche ed antropologiche sono interessanti da
studiare e apprezzare; valorizzano i nostri luoghi e ne stigmatizzano la
personalità. Culti antichi, anzi: ancestrali, che fanno rivivere la memoria
degli anziani – i “patres” – e delle “gentes” classiche: nuclei familiari
appartenenti alla Grecia e alla latinità – ma ancora precedenti, nella propria
(avita) mistericità. Come non accennare al “Fistone”
(grande festa) della frazione sanseverinese Spiano? Il venerdì prima della
Domenica delle Palme… Con l’assaggio della rinomata polpetta di baccalà e i
canti – intonati, quest’anno, dal balcone – complessi e straordinari nel loro
intrecciarsi tra tradizione ed emozione popolare…

E poi, ancora, come non poter parlare dei “Misteri di Bracigliano” (cittadina a pochi chilometri da S.
Severino – distesa sui monti tra la Valle dell’Irno e l’Agro Nocerino Sarnese,
dai quali deriverebbe il toponimo “Inter
brachia montium”
; oppure l’etimo potrebbe scaturire da Vergilianus o da
Prochilianus)? Qui – soprattutto prima del 1998, quando Bracigliano venne
sconvolta dalla sciagurata frana di maggio, che coinvolse pure Siano e Quindici
– il Venerdì Santo è dedicato all’incontro (la “scontrata”, il cataletto) tra Cristo morto e sua Madre.

Nel retaggio antropologico dei “Misteri”,
vissuti – in modalità differente – anche a Sarno (con i “Paputi” incappucciati), si intersecano antico e nuovo; morte e
vita; gustose tradizioni, complessamente interrelate. Si tratta di riti davvero
“sacri”, golosi, rimasti intatti
dalla “corruzione” del nostro attuale
relativismo etnografico.

Modi di “fare” ed “essere” comunità. Che si ritrova
all’interno del “nido” e del legame
familiare. Attorno agli anziani – che muoiono negli ospizi, soprattutto
settentrionali, ma non soltanto – un tempo onorati e rispettati, riveriti in
quanto depositari di saggezza e di sapienza. Già, gli anziani – i “vecchi”. Che la cultura “dello scarto” mortifica e vitupera.
Relativismo e secolarismo. I nonnini, che tanto (di) bene fanno per la società
distratta ed egoistica, “giovanilistica”,
che poi li pone al bando. Li reclude nelle “case
di riposo”.
Espressione dolce e delicata, per indicare quelli che sono –
talvolta (ma non sempre e non spesso, naturalmente) – veri e propri “lager” dove essere confinati. Dopo anni
di servizio “attivo” alle
collettività. Ed adesso, che i nostri “vecchietti”
sono maggiormente fragili, soli, abbandonati, sempre più vittime? Come la
mettiamo?

Anche se il Covid-19 sembra essere “democratico”
– nel senso etimologico e nel significato di “diffuso” tra giovani, anziani, ricchi, poveri (gli “invisibili”, questi sconosciuti!) –
ecco che contemporaneamente mina le fondamenta della famiglia. Ma,
paradossalmente, il “morbo ferale”
anche avvicina i membri di un nucleo (appunto) familiare. Pure grazie ai tanti
vituperati social media e/o network. Inoltre, stimola la creatività di bambini
e genitori, tutti tesi – oltre al seguire le lezioni scolastiche, mediante la
didattica a distanza (si ricordi già il maestro Manzi, nelle prime trasmissioni
del servizio pubblico della Rai – anni ‘60) – ad effettuare attività “comuni” (Koinè) quali disegni, cucina,
giardinaggio sui balconi.

Il tempo è – dunque – rallentato, almeno per adesso. Non è più così
frenetico, come in precedenza. Tempo di “crisi”,
quindi; nel senso del termine greco – ad indicare “ripensamento”, “giudizio”.

Ma stare a casa “insieme”
(ai “cari”) può anche essere
pericoloso, letale perfino: è il caso delle donne vittime di violenze “domestiche” o “casalinghe”. Che non possono avere uno sbocco, una ragione per
evitare i maltrattamenti e le botte. È per questo che i centri antiviolenza
stanno attuando una sorta di “battage
pubblicitario”
(con quali risultati? Con quali risorse, concrete?) per
attivare uno “sportello” virtuale cui
far riferimento. Oltre al numero nazionale 1522, altri contatti – di realtà
locali – possono essere disponibili via telefono o anche tramite mail. Un
esempio?

Eccolo: a Mercato S. Severino un “servizio
amico”
per evitare – possibilmente – i femminicidi (che brutta parola, non
sarebbe stato meglio definirli “muliericidi”?)
potrebbe essere costituito da un’iniziativa che gode anche del patrocinio
morale del Comune. A cura del sodalizio “Forum
Lex. In rete contro la violenza”,
una vera e propria task force di livello
provinciale, a Salerno, ma avallata, come detto, anche dall’amministrazione
Somma – al “vertice” di S. Severino.
Infatti, con un apposito protocollo d’intesa lo “sportello” è attivo anche per la tutela dei minori. La referente è,
per il comune di S. Severino, Marina Coppola – responsabile altresì della
commissione comunale Pari Opportunità. Ci si può rivolgere ai numeri:
3393876610 – avvocato Gabriella Marotta; 3200412421 – psicologa Nadia
Petolicchio; 3931033796 – per contattare Marina Coppola. Vi è anche un’apposita
e – mail: sos@forumlex.it. Il servizio è
gratuito ed accessibile 24 ore su 24 per sette giorni.

Non è questa l’unica iniziativa di solidarietà, promossa sia dal lato
istituzionale del Comune che per ciò che concerne la persona stessa del primo
cittadino di Mercato, Antonio Somma che tra l’altro – quando è deceduto il
55enne – si trovava in strada con una pattuglia dei vigili urbani (polizia
municipale) allo scopo di verificare il presidio del comprensorio ed effettuare
il punto della situazione.

Il Sindaco si è reso “latore”
(diciamo così) di una “raccolta fondi”
e/o di donazioni sul conto corrente del Comune. Sabato 11 aprile, rende noto il
sindaco stesso, sul conto risultavano quasi 2.900 euro di offerte per le
attività e le misure sanitarie relative al presidio ospedaliero locale (il “Gaetano Fucito”), nonché ben 890 euro
elargiti per sostenere invece la Protezione Civile locale – l’Epi o Emergenza
Pubblica Irno.

L’invito a donare è rivolto ai cittadini ed esteso ad enti o
associazioni solidali, benefiche. Ecco – per chi volesse partecipare – le
coordinate Iban del Comune: IT 60 Q 083787 662 0000000 349025. Nella causale
dei versamenti è necessario indicare: “Emergenza
Coronavirus”
, se si intende donare una somma per la protezione civile;
oppure “Contributo ospedale Fucito”,
riguardo il nosocomio.

Infine, sempre all’insegna della beneficenza, il primo cittadino – in
questo periodo pasquale – ha inteso “omaggiare”
con un piccolo simbolo augurale i bambini “under
11”
(scolari delle scuole per l’infanzia e delle primarie) dell’intero
territorio comunale (capoluogo e ventuno frazioni): circa duemila ragazzini –
appunto – delle scuole materne ed ex elementari hanno ricevuto (o riceveranno a
breve) un uovo di cioccolata.

Questo è quanto, per S. Severino. Altri aggiornamenti, prossimamente.

In questa settimana pasquale (dall’ebraico “Pesah”, cioè “passaggio”
dal Mar Rosso con Mosè e dalla morte alla vita in Cristo o anche “salto” – da una danza popolare
israelita) vogliamo solo colmare l’antropologica “crisi della presenza” e/o “crisi della rappresentazione” – con
fede e collaborazione “umana”.

Subito dopo Pasqua, narreremo di ulteriori sviluppi e delle questioni di sanificazione o meno dell’ospedale. Molto più prosaicamente. Più “prosasticamente”. Alla prossima puntata, dunque.

Anna Maria Noia