LA POESIA DI MICHELINA NAPOLI E IL 25 APRILE. LA LIBERAZIONE VISSUTA DA NONNI E BAMBINI

In occasione della festività della “Liberazione”
– il 25 aprile – potrebbe essere utile apprendere una “lezione” di vita e di… “sacrificio”
dalla poetessa e scrittrice Michelina Napoli. Classe 1960, di origini
sanseverinesi, ma residente da tempo in quel di Cassano d’Adda. Una donna
volitiva e determinata, precisa. Ma anche dolce e impregnata di femminilità e
pazienza.

Il nostro (primo) incontro con Michelina è “accaduto” nel 2016, “galeotta” (complice) un’intervista per il quotidiano “La città di Salerno”. Da allora abbiamo avuto il piacere e l’onore – ma soprattutto il privilegio – di godere della sua amicizia; un’anima bella, una persona bella (e non solo “bella persona”) che ama i bambini – in particolare delle scuole primarie (dove ha insegnato per molti anni).

La sua ultima opera, la lirica illustrata “Radici d’Amore” (2019), è rivolta appunto ai bambini – ma non
solo. Si tratta di una poesia breve e semplice – però sortisce effetti
impensabili – “narrata” tramite
illustrazioni (a cura di Ornella Feroldi) che dischiude idealmente ai ragazzini
di oggi orizzonti di riflessione. L’autrice ha inteso presentare tale sua
pubblicazione anche a Salerno. In più di un’occasione: a fine agosto e ad
ottobre scorsi. Ma perché tale lirica può essere assunta a simbolo “generazionale” in vista della “Liberazione”? Per diversi motivi, per
ragioni differenti e particolarmente cogenti: in primis, si basa su una visione
della Poesia che sia “utile”,
profetica, razionale e catartica. Che sia orientata all’impegno civico. Recenti
studi psicologici, opportunamente ripresi dalla poetessa e dagli esperti di
Neuroscienze – infatti – hanno dimostrato l’importante azione della Poesia (dal
greco: “poiein” – nascita) sullo
sviluppo cerebrale degli scolari, in particolare sui “neuroni a specchio”. Che sono – per così dire – maggiormente o
meno “accentuati” o attivati nel caso
di disturbi mentali quali autismo e sindrome di Asperger (il cosiddetto “autismo ad alto funzionamento”). In
secondo luogo, la lirica – pur nella sua semplicità – pone in tavola il
rapporto tra i bambini e i nonni. Gli anziani che hanno combattuto durante i
due conflitti mondiali del XX secolo: il “secolo
breve”
. Gli anziani – e non “i
vecchi”
– che tanto hanno dato, come contributo di energie e saggezza
(sapienza), al mondo odierno; alla società “liquida”.
Gli anziani, attualmente, emarginati dalla società che pure hanno contribuito a
costruire e realizzare. Confinati nelle “case
di riposo”
, litote od eufemismo per “ospizi”
– a volte (non spesso, per fortuna) veri e propri lager che offuscano la loro
senile dignità.

Proprio per recuperare un rapporto che non sia solo “virtuale” tra nuovissime e antiche generazioni (tra nonni e
nipoti), ecco che Michelina – accompagnata dalle immagini – intraprende un
viaggio tra emozioni e valori altissimi. Di grande valenza sociale e,
ovviamente, educativa. Improntando tutto alle sensazioni più pure e
patriottiche. Non mancano, nella poesia “Radici
d’Amore”
– libello leggero e tenue, fresco, ansante, squisitamente
sensibile – riferimenti alle guerre e alle loro brutalità. Pur nella poesia
dell’infanzia. I bambini sono caratterizzati da un apprendimento impressivo,
che li colpisce e che stimola in loro una scatenata fantasia: la voglia di
sapere; la curiosità. Appunto per questo, deve essere coltivato in loro l’amore
per l’età senile. Raccontando – i nonni più avanti con l’età – le terribili
esperienze delle guerre; affinché rimanga nei giovani virgulti, che si librano
verso l’adolescenza, il monito a escludere la violenza e le violenze dalla loro
esistenza. Nel poema si parla di fucili, certo, ma anche di semi. Semi di
speranza, ovviamente in maniera allegorica e metaforica. Biblica, quasi (il
riferimento è al seme che, piantato, muore per poi risorgere e far continuare
il ciclo/i cicli della natura e della vita “terrestre”
o “terrena”).

Quindi, in occasione di questo 25 aprile 2020 – in compagnia del
Coronavirus o Covid-19 che dir si voglia; in momenti bui, incerti, sospesi,
surreali come questi – possiamo far riferimento alla Poesia come “salvezza” dell’animo e della mente. Attuando
una comparazione “parallela” tra la
guerra combattuta con armi e bombe e la “battaglia”
(senza esclusione di colpi) contro questo piccolo virus – un vermiciattolo, un “cosino” piccolo. Ma pericoloso.
Devastante.

Per questo, e concludiamo, occorre attenzione verso le strofe umili e
accorate di Michelina (Napoli). Per ritrovare un passato inquieto in un
presente o in un futuro più giusto ed equo. Senza la “voce” delle armi. Con la presenza degli anziani tra noi; senza
aderire alla… “cultura dello scarto”
che li vuole inutili, quasi un peso per la “modernità”.
Perché è dai loro sacrifici che è nato (e rinasce) il “mondo nuovo”. Con i piccoli che diventano protagonisti – piantine
a divenir querce.

Michelina Napoli ha siglato anche altre opere. Capolavori? Ai posteri (i
bambini) l’ardua sentenza manzoniana. Tra i suoi scritti – da valida
educatrice, appassionata di didattica: “Tappeti
di cielo”
(2016); “Quel ramoscello” (2000);
“Immagine compiuta” (1996).

“Radici d’Amore” ha girato, si
può dire, tutta l’Italia – ricevendo unanimi consensi e incoraggiamenti a
continuare a raccontare i moti dell’anima. La nostra amica ci ha mandato un
video in cui un’insegnante (una maestra) di Torino recita gli stupendi versi
della Napoli. In un mondo che sembra senza speranza, dunque, largo a persone (e
personalità) come Michelina e come tutti gli altri docenti che, con passione e
abnegazione (il senso del sacrificio – parola volutamente ripetuta in questo
elaborato) rendono la vita dei piccoli (ma non soltanto) un eterno 25 aprile.
Da studiare “dal vivo” e/o sui libri
di storia.

Già, la Storia. Questa maestra di vita che non insegna abbastanza, altrimenti perché tanti “corsi e ricorsi” si ripetono immutabilmente? Viva il 25 aprile, viva la Liberazione… “partigiana”! Anche se tra tante, sofferte, violenze – tra uno “schieramento” e l’altro. Ma questo è un altro fatto.

Anna Maria Noia