Il tema della sicurezza durante gli esami di maturità

da Mercato San Severino all’Italia intera

Maturità 2020: molte incertezze, tanti dubbi,
grande prudenza da parte degli insegnanti
chiamati a presiedere gli esami
più temuti degli studenti: il primo, vero “saggio” – pietra di paragone della
loro esistenza. Sotto la lente di tutti, in special modo dei docenti (oltre
che, naturalmente, dei maturandi), la questione della sicurezza.

A tal uopo, il gruppo “Maturità 2020 on line” di
Rts
(acronimo per Regolarità e trasparenza nella scuola) ha approntato un
comunicato stampa preciso e circostanziato; ha emanato una nota proprio per uno
svolgimento “in piena sicurezza” degli esami di Stato. Partendo, soprattutto,
dal comma due ex articolo 42 – decreto-legge 17 marzo 2020, numero 18 – il
sodalizio stigmatizza “l’elaborazione di accurati protocolli onde evitare il
propagarsi del contagio da Covid-19”. Secondo i fautori della
missiva/comunicato stampa: “Il dirigente scolastico, quale datore di lavoro,
deve consegnare ad ogni lavoratore (e ogni lavoratore dovrebbe richiedere tale
dichiarazione al datore di lavoro) una dichiarazione scritta nella quale
affermi di aver valutato, nel documento inerente la valutazione dei rischi, tutte
le criticità presenti nell’ambiente di lavoro – atte a provocare il contagio”.  Nella dichiarazione formale da stilare,
secondo il sodalizio, a cura del preside vi sono altri punti fondamentali per
l’incolumità di allievi e professori, tenuto conto che il Ministero della
Pubblica Istruzione ha stabilito che gli esami si terranno in presenza.

Nella nota stampa da parte del gruppo emerge,
ancora, che il dirigente deve dichiarare di adottare “tutte le necessarie ed
adeguate misure di prevenzione e protezione, le istruzioni, i dispositivi di
protezione individuali”.
Questo il secondo punto da discutere,
eventualmente, in sede di istruzione e insegnamento per ciò che concerne i professori
e le modalità per i colloqui (e non solo) della Maturità, in questo periodo.

Con il terzo spunto di riflessione/discussione si invita
il ds ad adottare “nell’edificio scolastico” “misure di contenimento del
rischio contagio virale, in particolare il mantenimento di distanze di
sicurezza tra i lavoratori; la sanificazione continua dei locali; la
definizione esatta di quali mansioni a rischio necessitino dell’utilizzo di
mascherine ffp2, ffp3, n95 o anche di guanti, occhiali, gel disinfettante per
le mani; di indicazioni sul comportamento igienico durante le trasferte o nei
tragitti casa-lavoro e viceversa”.

Gli aderenti alla realtà associativa auspicano che “i
soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria con febbre (temperatura
maggiore di 37,5 gradi) debbano rimanere presso il proprio domicilio, limitando
al massimo i contatti sociali – contattando il medico curante, ai sensi
dell’articolo 1 comma 1, lettera b decreto Presidente del Consiglio dei Ministri
o Dpcm 8 marzo 2020”.

I docenti – infine – sono imperterriti, per quanto
concerne “il divieto assoluto di accedere al luogo di lavoro ai soggetti
sottoposti alla misura della quarantena o risultati positivi al virus”. Sempre
secondo il Dpcm dell’8 marzo – articolo 1 comma 1, lettera b. i prof. invocano
– e chiosano, concludendo le precisazioni contenute nel “comunicato stampa” – “eventuali
misure tecniche di controllo agli accessi”, come i termo-scanner.

La protesta e le preoccupazioni “corrono” su
Internet, insomma! Particolarmente per gli insegnanti – sia come professionisti
che come genitori e membri di nuclei familiari. A tal proposito, molti
esponenti della “categoria” dei docenti stanno cercando di arrivare a una
soluzione – per la didattica – che sia condivisa da ogni parte e/o controparte.
Per tutelare essi stessi e gli altri, gli allievi, il personale scolastico e
non solo. Un esempio di “lettera aperta”, a un importante organo di informazione
(specifico) per la scuola, è quello della docente, giornalista e rappresentante
Rsu Anief (uno dei sindacati per le istituzioni educative) Annamaria Milano.
Che, a dispetto del cognome… “nordista” (si fa per dire – volendo dare un po’
di “colore” alla notizia), è di Gela. Ella fa partire la sua missiva dal numero
di iscritti a “Maturità 2020 on line” – che conta poco più di 4mila professori
iscritti, 4079 – per la precisione.

Il gruppo Facebook si sofferma sulla questione degli
esami per i 20enni, alla luce del recente fenomeno del Coronavirus. La mission
di questi insegnanti è tutelare la salute di ogni individuo “legato” alla
scuola, sia i prof. che gli studenti; i presidi; il personale Ata; altre figure
professionali. Scrivendo, la docente e cronista paventa pericoli non
irrilevanti per la salute e l’incolumità pubblica – in occasione, appunto,
della Maturità. Nell’atto si esorta chi di dovere a “tener conto dell’esposizione
al rischio e al reale pericolo di vita per tutti”. Poi, la docente siciliana
prosegue nel discorso: “E se esplode il contagio? – si domanda
(interrogativa retorica) l’insegnante. Una domanda che si pongono tutte le
migliaia di aderenti al gruppo su Facebook. Sin dal 4 maggio scorso, questi
professori hanno intavolato un confronto democratico sui supporti o device
digitali. Puntando il dito, soprattutto, sulle criticità e sui “tecnicismi” del
cosiddetto Dvr, Documento
valutazione rischi
– un testo ufficiale per la tutela della salute del
personale scolastico tutto. Tra i membri più attivi di tale realtà “social”,
Cecilia Fontanella. Questa docente, che ha insegnato anche a M. S. Severino, si
è occupata precipuamente del “problema” del raggiungimento sedi scolastiche per
gli impiegati nel settore scolastico – ad esempio i commissari e i membri
esterni (ma non esclusivamente loro). La questione riguarda anche la permanenza
nell’istituto o edificio scolastico. Sino al termine delle operazioni d’esame.
L’esame in presenza (non, quindi, a distanza – come nella didattica via web od
on line che dir si voglia) – esprimono Milano e Fontanella, nel corpo del
documento – “prevede di indossare mascherine e guanti in lattice, alle mani, al
primo caldo dei mesi di giugno e luglio. La temperatura media, in questi mesi,
si aggira tra i 25 e i 30 gradi. Senza condizionatori e/o ricambi d’aria”. “Lo
scenario immaginato – prosegue la lettera – è apocalittico e surreale”.

Lo scritto non manca di citare un calembour dello
scrittore Andrea Camilleri – nel ricordare (a sua volta) l’eretico Leonardo
Sciascia. “Si dovrebbe riflettere, prima di pensare” – è l’ironico riferimento.
Il documento si conclude con la domanda: “Il gioco vale la candela?”. Proprio
per la paura del contagio. Fa specie – è una riflessione personale da parte di
chi scrive questo articolo, non del gruppo o delle prof. Fontanella e Milano –
che le sessioni di esame e/o le sedute di laurea universitarie si tengano via
web, mentre la Maturità avverrà (appunto) “in presenza”.

Ricordiamo, infine, la lettera firmata da moltissimi
presidi – del Napoletano – che stigmatizza le stesse problematiche “sollevate”
(se così possiamo affermare) anche dal sodalizio su Facebook di cui sopra.

Ricordiamo, anche, le difficoltà o criticità degli
asili privati di tutta la Penisola. Di questo abbiamo già discusso in un
articolo precedente, ma sono questioni urgenti e – soprattutto – “pratiche”,
riguardanti ad esempio canoni di locazione e pagamenti di utenze per i mesi di
lock-down.

Anna Maria Noia