Grand Tour. Entroterra Genovese, escursioni, tradizioni ed eccellenze tra Mele, Masone e Acqusanta
Turismo dolce e lento.
Si parla di turismo di prossimità. Si ricercano luoghi non affollati, lontani
dalle masse e con un occhio di riguardo al relax. Perché se è vero che siamo
stati in casa per mesi, è anche vero che questa cosa non è stata propriamente
rilassante…anzi!
Il turismo
di prossimità è un “modo” di viaggiare. Mete poco distanti dalle proprie città,
in cui i ritmi si fanno lenti, il chiasso è pressoché nullo e il contatto con
la natura ed il paesaggio è al primo posto rispetto ad ogni altra cosa.
Si torna ai
tempi in cui viaggiare significava andare “fuori porta”, nelle case di campagna
e nei boschi. Mete di un turismo vecchio, direbbero alcuni. Così caro ai nostri
nonni che è diventato prezioso pure per noi che ai nonni vogliamo tanto bene.
Alle spalle
di Genova, precisamente della
delegazione di Voltri, abbiamo
ritrovato quella prossimità e quella lentezza che consentono di godersi il
paesaggio e di godersi una cucina essenziale ma in cui i sapori si possono percepire
quasi singolarmente, perché la cucina ligure ha poche elaborazioni e molta
sostanza caratteriale, come i suoi abitanti.
Si passa nel
Comune di Mele, con il suo splendido
oratorio settecentesco e le sue viuzze recentemente riqualificate e ci si
inerpica con un semplice autobus di linea, verso il valico del Turchino. Scendete. Lì vi attende il
sentiero sulla strada militare che si inerpica in un bosco misto con una vista
sulle alture mozzafiato, consigliabile per altro anche di inverno, con le
ciaspole, nei periodi in cui nevica.

La
mulattiera risale all’ombra sino ad arrivare al bivio per la Cappelletta di Masone, vera e propria
piccola Svizzera, vuoi per gli chalet degli anni venti in stile, vuoi per il
panorama alpino e i pratoni che ricordano tanto cartoline alpestri. Ma
attenzione, perché in tempo di taglio d’erba i proprietari nel prato non ve lo
faranno calpestare. Giustamente, perché i ritmi del paesaggio vanno rispettati
e perché bisogna fare il fieno per gli animali. Qui due storiche trattorie, “Da Adriana” e “Lo Scoiattolo” accolgono chi vuole fermarsi nel borgo alpino che
alpino non è. O forse sì.
Per chi
vuole camminare ancora, consigliamo di recarsi al Forte Geremia, splendida struttura militare ottocentesca dalla cui
spianata antistante si gode di uno dei panorami più belli dell’intera Liguria.
Nel forte potrete mangiare e anche pernottare.

Il giorno
successivo, tornando indietro, verso la costa, le alternative sono due: prendere
nuovamente un mezzo per tornare a Mele, o decidere una bella camminata non
impegnativa ma certamente lunga che vi porterà ad Acquasanta.
Per tornare
a Mele basterà recarvi nuovamente a piedi presso la Galleria del Turchino e
aspettare l’autobus. Si consiglia quindi una bella sosta nella fermata ATP della
Stazione FS di Mele, che in realtà, paradossalmente, è lontanissima da Mele e
si trova in località Fado.
Sorge qui l’Osteria Enoteca Baccicin du Caru, dal
1890 una tradizione di genuinità. Questo
piccolo gioiello della ristorazione genovese e ligure, di proprietà dei fratelli Bruzzone, Gianni e Rosella, che
hanno ereditato dai nonni; antica locanda, ottocentesca stazione di posta lungo
la Via del Sale.

“ Ci siamo mossi tra le mura dell’Osteria
– racconta Gianni – fin dalla più tenera
età. Abbiamo imparato dalla mamma Caterina i segreti della più tradizionale
cucina genovese e piemontese cui col tempo abbiamo aggiunto un tocco di
modernità. Dal nonno GioBatta detto Baciccin e dal papà Tomaso ho invece
imparato tutti i segreti della cantina e delle antiche vigne, messi a
frutto nella piccola Enoteca-gioiello attigua all’Osteria”.

Qui Gianni e
Rosella propongono ogni giorno piatti capaci di stupire e sedurre il
palato, arricchiti dalla costante ricerca di materie prime selezionatissime e
dalla rivisitazione di antiche ricette della tradizione culinaria.

I cicli di Serate
Gastronomiche, che all’Osteria propongono nella stagione autunnale e in
quella primaverile, sono veri e propri viaggi sensoriali nel gusto: le serate a
tema vedono abbinate le principali portate con Vini capaci di
rivelarsi vere e proprie chicche, frutto della costante ricerca dell’eccellenza
anche tra piccoli produttori, meno noti, ma che svolgono, come Gianni e
Rosella, il loro mestiere con amore e passione.
Il secondo
itinerario, molto più complesso, che merita una sosta di più giorni e magari
una visita alle tranquillissime terme, si snoda sulla strada che dal Turchino
scende comoda verso le Giutte e Acquasanta. Il tragitto è tutto in
ombra. Pur essendo asfaltata, camminare in questi fittissimi boschi è un
piacere, si passa da piccole radure a cupole verde smeraldo, dal sole accecante
all’ombra.
Prima di
Acquasanta, per gustare appieno le tradizioni agricole del luogo, conviene una
sosta all’Agriturismo La Grilla, dalle cui cascine e casette
restaurate potrete godervi tutta la mole di sua maestà Punta Martin, il monte aspro che sovrasta tutta la valle. Narra la
tradizione che furono proprio gli abitanti di queste case i primi a trovare la
statua miracolosa della Vergine di
Acquasanta, oggi collocata nella cappellina settecentesca in mezzo ai
torrenti.
Da sempre la famiglia Ferrando aveva un sogno, aprire un agriturismo, accogliere e far
conoscere i sapori di una volta e le tradizioni contadine.

Nel 1998 dopo la ristrutturazione di una vecchia casa
di campagna, mantenendo però le caratteristiche tipiche delle cascine, il sogno
si realizza e nasce “La Grilla”
e dopo 22 anni va ancora avanti.
La posizione
è sicuro un punto di forza in campagna, a 2 km da Acquasanta, delizioso paese
dell’entroterra ligure famoso per il suo Santuario, ai piedi di Punta Martin e
all’ Alta via dei Monti Liguri ma a
pochi km dal centro di Genova, a pochi minuti dal mare, offre davvero la
possibilità di fare cose diverse in una sola vacanza. Consiglierei un arrivo
serale data la presenza di accoglienti camere. Viene proposto un menù fisso
interamente preparato da loro, con piatti tipici della cucina ligure,
utilizzando i prodotti a km 0. Le stagioni segnano gli orti e gli orti firmano
i piatti. I ravioli al tocco sono prelibati.

Col tempo
gli sforzi della famiglia sono stati apprezzati da italiani ma anche da turisti
stranieri provenienti da oltre 20 paesi diversi che hanno apprezzato e goduto
appieno del binomio natura e cucina.

“Oltre alla ristorazione e all’alloggio –
ci dice Gaia – negli ultimi anni ha preso
piede l’attività di Fattoria Didattica che ospita le scuole, ma anche famiglie,
per far conoscere gli animali della fattoria (conigli, asino, pony, maiale,
capre, piccioni, api) e cimentarsi nei vari laboratori proposti che
ripercorrono gli antichi mestieri di una volta: la produzione dei formaggi, la
cura dell’orto, l’apicoltura…”

Insomma, come dicevamo ad inizio articolo,
questo è uno di quei posti, assieme alla Cappelletta, dove il paesaggio,
composto dai monti dominati dal Martin, dalle aree agricole e dalle persone che
lo abitano, è quello che avreste visto qualche decennio fa se foste andati in quelle
vacanze che i nonni chiamavano “villeggiatura”; perché qui nei
dintorni di Genova, il termine “villa” è sinonimo di podere agrario.

Dopo aver
goduto di tutto questo, scendete ad Acquasanta.
Il suo Santuario, le tradizioni che
lo coinvolgono e lo fanno vivere ogni anno, il Museo della Carta meriteranno da soli un articolo dedicato. Per ora
godetevi questo invito al turismo di prossimità, ai luoghi vicino casa come
quelli qui descritti e dedicatevi a riassaporare la lentezza. Perché, nel
paesaggio, anche i tempi morti hanno il loro valore.
Buon paesaggio a tutti
Matteo Frulio