Napoli. Il 3 giugno manifestazione delle imprese campane di trasporto NCC (Noleggio Con Conducente)

La crisi economica, subentrata all’emergenza
sanitaria post Coronavirus, colpisce diverse categorie di lavoratori e/o
professionisti.
In ogni
settore, in qualsiasi comparto.

Purtroppo, anche le
ditte di trasporti “Gran turismo”, con autisti ed “indotto”

al seguito, lamentano una forte decrescita, un crollo della domanda per quanto
concerne viaggi di piacere (compresi i percorsi crocieristici – attualmente in
stand – by), pellegrinaggi ed escursioni scolastiche. Anche se la stasi e la
crisi erano già realtà negli anni scorsi, la situazione è “degenerata” e
si è acuita, o avvertita, in maniera più forte dal 2019.

Piove dunque sul
bagnato, per quanto riguarda il settore trasporti, ampiamente ed ulteriormente penalizzato
dalla pandemia. In particolar modo, la situazione è drammatica per i lavoratori
Ncc – noleggio (autobus) con conducente.

Le cose vanno
sempre peggio, per tali motivi l’Associazione “di categoria” AssoBus – “guidata”
(è proprio il caso di dirlo) dall’attivo Alberino Pennino – parteciperà ad una
manifestazione “statica” di livello nazionale (pacifica – assicurano i
manifestanti), indetta dai rappresentanti “di parte” – per mercoledì
3 giugno alle 9.30 in piazza Plebiscito a Napoli.

Previsti sit – in,
cortei con striscioni, t – shirt, gadget vari (come cappellini e quant’altro), striscioni
e cartellonistica.
I dimostranti
richiedono urgenti misure per risollevare il settore; auspicano di essere ricevuti
in Prefettura – per illustrare le loro giuste e veementi istanze, chiedendo un
tavolo di trattative con il Governo.

“Stavolta,
davvero, ci devono sentire!”

– sono le amare parole di Pennino e di altri responsabili turismo Ncc. I
responsabili dell’evento affermano di essere stanchi di non essere considerati
a livello nazionale. Così stanno organizzando – soprattutto in questo periodo –
numerose iniziative di protesta. Hanno stilato, a tal proposito, un documento
da inoltrare (anche tramite la stampa) “al governo, alle Regioni, alle
Prefetture”
. Nella nota, siglata (in calce) da molti sodalizi “di
genere”
(“Federnoleggio”, “Acncc”, “Anc”, “Fion”, “Emet”, “Associazione
bus turistici” e, naturalmente, “AssoBus”
– sono tra questi), gli autisti
esprimono “ragionevoli richieste” – alla luce del recente decreto “Rilancio”
emanato dall’Esecutivo.

Undici sono i
punti programmatici presenti nel documento:
i
professionisti invocano (tra molte altre cose) “il blocco totale del leasing
o di altre forme di finanziamento, per l’acquisto di beni mobili e immobili
strumentali, fino al 31 marzo 2021 – con derubricazione degli interessi”
; “l’adeguamento
del periodo di riferimento per il fondo perduto, da estendersi al fatturato del
secondo trimestre 2019/2020”
; “il recupero delle accise sui carburanti,
per il settore trasporto persone mediante autobus e vetture a noleggio con
conducente”
; “il prevedere un intervento a favore della forza lavoro
(autisti, accompagnatori, eccetera) che attualmente – loro malgrado – risultano
inoccupati e non rientranti nel campo di
applicazione del Dpr 7 ottobre
1963 numero 1525, in attuazione dell’art. 1 comma 6, della legge 230 del 1962”;

“la derubricazione di imposte e tasse anno 2020, per redditi del 2019/2020”.

Questi
professionisti reclamano, infine, lo stanziamento di un fondo di 500 milioni di
euro, da destinarsi a interventi mirati a supportare il Tpl (Trasporto pubblico
locale), mediante mezzi e vetture Ncc (per i trasporti pubblici non di linea) –
come è avvenuto (invece) per il trasporto pubblico “di linea”.

Alberino Pennino,
da noi intervistato, ha spiegato di essere un “veterano” (se così si può
affermare) del comparto – da circa quarant’anni “presente” coi suoi bus.
E ne ha viste di cotte e di crude, anche se la situazione attuale è davvero
tragica: “Mai vista una cosa del genere! – tuona. E prosegue: “Viviamo
nell’ansia più totale, con la presenza del Covid-19. Sia dal punto di vista
sanitario che sul versante economico. Un problema per noi e per le nostre
famiglie
” – chiosa.

Già, perché la
categoria – emerge dalle parole espresse dal rappresentante Pennino – non è mai
stata presa, seriamente, in considerazione dalle amministrazioni nazionali che
si sono avvicendate.
Questo, almeno, il pensiero di Pennino e dei suoi
collaboratori. All’importante appuntamento del 3 giugno parteciperanno anche
altre “sigle” e altri “dipendenti” nell’ambito dei trasporti: autisti,
proprietari di ditte ed aziende, autonoleggiatori e così via.

“AssoBus” è una
realtà associativa di recente istituzione; si fa carico delle problematiche e/o
delle criticità relative a circa un centinaio di ditte associate – per un parco
mezzi (veicoli) di 1000 bus.

La sede principale si trova a Napoli,
ma il sodalizio agisce nell’intera Campania.

Nelle province di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno e (come citato) nel
Napoletano. Tanti nuclei familiari sul lastrico, quindi, se le cose dovessero
precipitare. In maniera maggiore rispetto alla già grave (di per sé) condizione
di stallo che si protrae da tempo.

Secondo Alberino
Pennino
, il settore degli autisti “è stato dimenticato dai governi
susseguitisi negli ultimi anni”
. Il presidente di “AssoBus” afferma
che “Siamo fermi da novembre scorso, già dunque prima dell’avvento del
Coronavirus”
. Ancora: “Ciò che rivendichiamo particolarmente, in
questo momento, sono risorse a fondo perduto. Da non restituire. E, inoltre,
richiediamo il prolungamento della cassa integrazione per gli autisti. Facciamo
presente che le nostre ditte vengono spesso “associate” – a livello
amministrativo – al comparto turistico, invece appartengono – a pieno titolo – al
settore dei Trasporti”.

Pennino tiene a ricordare
“a chi di dovere” gli ingenti costi per le ditte di trasporto
affiliate a “AssoBus” – e non: “Ogni mezzo gran turismo – sono
sue parole – ammonta a circa 250 mila euro. Il carburante costa 1,40 euro al
litro – come alla pompa; come un privato cittadino o un conducente d’auto. Nessuno
sconto, nessuna convenzione”
– sostiene il Nostro. Che continua: “In
regime di emergenza contagio da Covid-19, i costi sono maggiorati – in quanto dobbiamo
effettuare gli interventi di sanificazione, occuparci della dotazione di
mascherine e di altri Dpi (dispositivi di protezione individuale) e per di più
non possiamo ospitare, all’interno delle vetture, che un numero esiguo di
utenti: 20 – 25 persone al massimo su circa 55 posti a sedere.”

Pennino ha,
quindi, lasciato intendere che tutti gli oneri sono a carico degli autisti e/o
delle ditte afferenti alla sua associazione oppure ad altre realtà. Desolato e deluso,
rassegnato, Dichiara, inoltre, che – per lui – quello dei trasporti e del
turismo “è un campo lavorativo svalutato”. Occorrerebbe, in sostanza, ripensare
(da parte dello Stato) e rimodulare l’intero comparto. Secondo lui, delle
soluzioni efficaci potrebbero essere costituite dall’ammortamento prezzi per i
bus (anche a lungo termine) e dallo slittamento – nell’immediato – delle rate
di leasing/mutuo inerenti ai bus. Egli propone il periodo che va da settembre
2020 a marzo 2021.

Anna Maria Noia