Carloforte. Per la festa patronale niente processione a mare, restrizioni per il passaggio del simulacro di San Pietro per le vie.

Carloforte,
Isola di San Pietro, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza da Covid19,
la tradizionale processione a mare, evento clou della festa patronale di San
Pietro, il 29 giugno, non avrà luogo, per la parte a terra restrizioni e
vigilanza anti assembramento.

Secondo una vecchia tradizione, l’apostolo
Pietro, di ritorno dall’ Africa e diretto a Roma, attraverso l’antica Karalis, l’odierna
Cagliari, avrebbe sostato nell’ isola durante una tempesta, da qui il suo nome.

In
effetti la piccola isola a Sud Ovest della Sardegna, arcipelago del Sulcis, nel
tempo ha avuto altri nomi: I fenici la chiamavano “Enosim” o “Inosim“,
mentre per i greci era “Hieracon Nesos” e per i romani “Accipitrum
Insula
” (Isola degli sparvieri, o dei falchi). Il nome deriva dalla
presenza di un piccolo falco migratore, il falco della regina, che è presente e nidificante in una
numerosa colonia, accuratamente protetta, residente sulle inaccessibili e
scoscese falesie costiere.

E’ stata però
quella che è poco più che leggenda ad avere la meglio e Pietro, il pescatore,
l’apostolo e padre della chiesa Cattolica, oltre che dare il nome all’isola, ne
è divenuto anche Santo Patrono, nonché protettore dei suoi pescatori.

La particolare storia di Carloforte, il suo
essere terra di pescatori e marinai, il suo legame storico e geografico con il
mare, portarono già dai primissimi tempi della colonia, nata nl 1738, a
celebrare il 29 giugno l’antica usanza, già dei pescatori di Cagliari e di
Sant’ Antioco, della processione di barche. La tradizione della processione a
mare, per i motivi più vari, fu più volte interrotta e ripresa. Attualmente è dai
primi anni settanta che non conosce soste, sino ad oggi, sino ai tempi del
Covid19.

Ci sono riti, celebrazioni, che vanno ben al di
là del loro significato prettamente religioso, la processione di San Pietro,
sia quella marina che la sua parte terrestre, con il simulacro trasporto da una
rappresentanza dei pesatori locali, è una di queste.

Negli ultimi
anni si era anche assistito alla partecipazione delle confraternite liguri dei
“Cristezzanti” che, con i loro crocefissi processionali, hanno spesso reso
ancor più affascinante quella che è una manifestazione di fede ma anche, e
forse soprattutto, lo stringersi di una comunità attorno alle proprie
tradizioni, la propria storia, le sue radici. La presenza dei liguri è
testimonianza di un filo che lega, in maniera indissolubile e irrinunciabile,
Carloforte alla Liguria, particolarmente con il Ponente Genovese, un filo fatto
formato da lingua, tradizioni, storia e rapporti sociali.

Questo avrebbe
dovuto essere anche un anno in cui questi legami, questi simboli, si dovevano
ancor più rinforzare con la nascita di una confraternita carlofortina, qualcosa
di nuovo con radici conficcate saldamente nel passato. La confraternita, grazie
alla ferrea volontà dei suoi promotori, e di vari sostenitori, si farà in ogni
caso e le possibilità che il prossimo anno, il 29 giugno, ci siano delle
gradite novità per Carloforte, sono tante, rimane questa battuta d’arresto,
questo doversi adeguare a un momento imprevisto e imprevedibile.

La processione a mare non ci farà, resta però la volontà di vedere il simulacro di San Pietro per le vie del paese, questa è l’unica cosa che si è potuto programmare: un giro per alcune vie di Carloforte a bordo di un automezzo, polizia locale e volontari della protezione civile avranno il compito di vigilare e impedire assembramenti lungo il percorso. Insomma San Pietro dovrà lasciare la barca per un Pik Up.

Antonello Rivano