“L’irripetibile in una immagine definitiva”

A denti stretti, a denti
larghi, senza denti, timidi o sfacciati ricordo erano i sorrisi nelle vecchie
foto di compleanno, ai matrimoni, in occasione dell’anniversario dei nonni,
tutti pronti: “Tre due uno…cheese” e foto ricordo
.

I più appassionati
possedevano una Polaroid, si scattavano foto spontanee, in posa, di gruppo, col
simpatico di turno che mostrava un bel paio di corna in fondo a tutti. Poi la
corsa a sviluppare il rullino per poter continuare a sorridere, ricordare tra
occhi rossi, volti distratti, immagini mosse, la gita, la vacanza, un
abbraccio, il viaggio all’estero, il bambino che muove i primi passi. Nell’era
del digitale le cose sono cambiate, l’amico goliardico delle corna può essere
cancellato o coperto con un emoticon, gli occhi rossi corretti, per la luce ci
sono i filtri, per appiattire pancia e rughe una app, insomma oggi scattare una
foto è un po’ come andare in palestra, con un po’ di allenamento si pretende una
nuova immagine al posto della vecchia (almeno così si spera).

Poi ci sono le foto
professionali scattate da chi con l’obiettivo oltre a catturare un bel sorriso raccoglie
e scrive la storia che c’è dietro. Maurizio Grimaldi, libero professionista, freelance che opera
prevalentemente nel settore pubblicitario e commerciale da oltre un trentennio
e le cui foto hanno illustrato numerosi libri d’arte, architettura e design, ci
conduce nel suo meraviglioso mondo:

“La parola fotografia, ha
origine da due parole greche: phos e graphis. Letteralmente, quindi, fotografia
significa scrivere con la luce. La fotografia da sempre è, per me, anche una
forma di scrittura, un modo per raccontare, insomma un legame tra la vita e il
mondo che gira intorno. E’ difficile spiegare qualcosa che ti porti dentro
praticamente da sempre.

Ogni persona ha un suo modo
per esprimersi, io lo faccio con la fotografia, racconto tramite uno sguardo
ciò che osservo e mi accade intorno per poterlo poi condividere con il mondo.
Nel mio stile, nel modo di scattare c’è molto di me, praticamente tutto! Ovvio
che ogni genere fotografico richiede un approccio adatto, tecnico,
professionale, tuttavia in ciascun lavoro ci sarà sempre la mia personale
narrazione e interpretazione”.

Al di là dei selfie,
degli screenshot, oltre smorfiette e boccucce, la foto è una vera e propria pagina
di una storia scritta con uno sguardo, con le linee del corpo, con un profilo oppure
con un tramonto…La fotografia scattata da un professionista è un viaggio senza
fine di cui tutti vorremmo conservare il biglietto, un viaggio che Maurizio
Grimaldi ci invita a fare sul suo sito www.mauriziogrimaldi.it

“Il
mio lavoro è supportato da una costante e continua ricerca personale. Collaboro
da sempre con clienti privati, agenzie, grafici, web agency, imprese, enti ecc.
Ho pubblicato su importanti magazine nazionali ed europei tra cui Bell’Italia,
Gente Viaggi, Dove, Sole24 e molti altri. Nel 2008, ho pubblicato il primo
libro fotografico dal titolo: “Lo sguardo di Icaro”. Una lunga ricerca
personale cominciata con la passione del volo in elicottero e trasformata poi
in un libro, un itinerario sulle due costiere campane. Orientato alla ricerca
di soluzioni formali di particolare efficacia comunicativa, amo la luce
naturale e le atmosfere anche insolite. Il mio obiettivo è perennemente puntato
sull’inesprimibile, la mia fotografia legge la realtà, ma tende a coglierne
l’irripetibile per cercare di fermarlo in un’immagine defini
tiva”.

Il mio ultimo scatto sarà
il mio ultimo sguardo” (Mimmo Iodice) e così sarà anche per me!”

Gli occhi sono un contenitore senza fondo, infatti, non saranno mai troppo pieni della vita che ci gira attorno e Maurizio Grimaldi, oltre a catturare l’istante, è esso stesso terzo occhio che guarda per scrivere, ogni volta, una storia sempre nuova ed irripetibile.

Lucia Quaranta