Professione sindaco: Sciù Pàulin (Paolo Segni), al servizio di Carloforte dal 1855 al 1895.

La piccola
grande storia.

Con questa nuova rubrica, o sezione che dir si voglia, del nostro magazine, intendiamo portare alla luce quelle storie che, seppur dimenticate o sconosciute ai più, tanto sono state per i territori dove si sono svolte. Non una “storia minore” ma una “storia diversa”. Personaggi particolari, amministratori illuminati, persone comuni diventate icone per le loro comunità.
Parleremo anche di storie di territori, quelle storie che non si trovano nei libri di testo.
Insomma una “Piccola grande storia” raccontata secondo lo stile di Polis SA Magazine.
Come altre nostre rubriche avremo varie firme. Scriveranno per noi storici, cultori o semplici appassionati. Iniziamo con il Prof. Nicolo Capriata, cultore ed esperto della storia di Carloforte e dei tabarchini, giornalista e scrittore. Capriata è presidente della “Associazione Culturale Saphyrina Carloforte” che si occupa di promozione culturale, con particolare riguardo alla cultura tabarchina.

Antonello Rivano – Direttore di redazione

Antonio Paolo Gerolamo Segni meglio
noto come “Sciù Pàulin” avvocato e possidente è stata sicuramente la figura di
maggior risalto di tutto l’Ottocento carlofortino e altrettanto sicuramente uno
dei protagonisti più interessanti, e soprattutto più considerevoli di tutta la
storia di Carloforte.

Paolo Segni nacque il 15 giugno del
1826, ultimo di nove figli (cinque maschi e quattro femmine) da Maurizio e da
Caterina Peloso.(Paolo Segni fu pertanto discendente diretto di Giobatta Segni,
che fu il primo sindaco di Carloforte e ascendente del presidente della Repubblica
Antonio Segni)

Giovanissimo si laureò in legge e
conseguì l’avvocatura, ed altrettanto giovanissimo nel 1855 venne eletto
Sindaco di Carloforte per la prima volta, subentrando a suo cognato Federico
Rombi per averne sposato una sorella. In seguito Federico Rombi divenne anche
suo suocero perché sposò la figlia Adelina che era più giovane di lui di 12
anni e che era sua nipote. Per celebrare quel matrimonio ovviamente ci volle la
dispensa del Vaticano. Ma da quella unione nacquero due figlie Giuseppina e
Carolina che probabilmente a causa della consanguineità nacquero un poco
malaticce e morirono in giovane età

Paolo Segni dal 1855 ricoprì la carica
di Sindaco ininterrottamente per quarant’anni, fino cioè al 1895, salvo un
interregno di poco più di due anni (1869- 1871) in cui Sindaco fu il notaio
Pietro De Bernardi.

Una rara foto di Pietro Segni (Sciù Paulin) con la famiglia (foto archivio N.Capriata)
Una rara foto di Pietro Segni (Sciù Paulin) con la famiglia (foto archivio G.Ferraro Battantier)

Per quarant’anni Sciù Paulin fu il
capo indiscusso della città. Fu amato dal popolo, dai piccoli artigiani e dai
piccoli commercianti ma duramente avversato dalla borghesia massonica che
vedeva in lui l’ostacolo principale alle proprie ambizioni politiche ed anche
ad una limitazione ai propri affari. Sotto il suo sindacato, Carloforte visse
un periodo di forti contrasti e di irreparabili divisioni, il più lungo dei
tanti che hanno caratterizzato la storia politica e sociale della cittadina ed
anche il più astioso e litigioso. Tra gli amministratori e i suoi oppositori
fiorirono delazioni e denunce, fioccarono lettere anonime, si stamparono
libelli e contro libelli contenenti, senza alcun freno inibitore, accuse e
giudizi al limite dell’infamia, prima ancor che della querela.

Paolo Segni aveva un temperamento
impetuoso e un piglio senza dubbio autoritario, amministrò e trattò i suoi
concittadini, a secondo della situazione, col bastone e con la carota, a volte
fu anche cattivo e vendicativo, altre bonario e altruista.

Ma nonostante questo clima aspro e
bellicoso è fuor di dubbio che, durante il “regno” di Paolo Segni, Carloforte
conobbe una delle stagioni più belle della sua storia, una fase di grande
sviluppo economico e sociale e divenne all’avanguardia tra le cittadine della
Sardegna in quanto a strutture e servizi offerti agli abitanti.

   Inaugurazione del porto di Carloforte, la posa della prima pietra
Inaugurazione del porto di Carloforte, la posa della prima pietra

Sotto “Sciù Paulin” e per merito suo
quasi tutte le strade furono selciate, si provvide per la prima volta ad
illuminare con lampioni a petrolio le vie della città(1868), si istituì il
servizio per la raccolta dei rifiuti (1870), fece costruire il palazzo
municipale(1870) i collegamenti marittimi effettuati senza alcuna regolarità da
bastimenti a vela furono sostituiti dal Tabarka imbarcazione con macchina a
vapore che effettuò regolarmente corse giornaliere, furono realizzate le
fognature (1883 – 1893). Carloforte divenne sotto di lui una cittadina moderna.
Un esempio per corroborare questa affermazione: a Cagliari le fognature
iniziarono a costruirle tre anni dopo che erano state completate a Carloforte.

L’unica cosa che non gli riuscì anche
se perseguì con tutti i mezzi possibili fu la realizzazione di una struttura
portuale moderna e adeguata al traffico marittimo carolino: allora il porto di
Carloforte dopo quello di Cagliari, al quale ne contendeva il primato, era il
più importante della Sardegna per numero di navi che vi facevano scalo e per la
quantità delle merci trasportate. Le riunioni consiliari, le petizioni e i
viaggi nella capitale per appoggiarsi ai “notabili” della politica di allora
compiuti da Paolo Segni davvero non si contano.

Il porto di Carloforte alla fine dell’800 (foto arch. A. Vignoli)
Il porto di Carloforte alla fine dell’800 (foto archivio Salvatore Borghero)

Non gli riuscì perché si opposero enti
e istituzioni cagliaritane che temevano il sorpasso del porto carlofortino su
quello del capoluogo e che sotto sotto probabilmente fecero in modo che lo
stato favorisse per la costruzione di nuove opere porti sardi di minora
importanza rispetto a quello carlofortino. Paolo Segni teneva tanto al porto di
Carloforte che a sua spese fece edificare un piccolo ponte da sbarco (così si
indicava il molo) e fece demolire nel 1876 (adesso la cosa farebbe rizzare i
capelli) le mura di cinta (tutto il tratto che occupava l’attuale via Roma) con
l’intento di utilizzare le pietre per edificare delle strutture portuali. Fondò
anche due giornali “L’Eco del mare” (1877) e “L’Eco di Carloforte” (1881) due
fogli gemelli per informare i suoi cittadini della vita amministrativa ma anche
per protestare contro la “dimenticanza” del Governo verso il porto isolano.

Quando nel 1895 fu definitivamente
detronizzato i suoi avversari politici gli intentarono diverse cause
accusandolo di essersi impossessato di terreni di proprietà comunale.
Probabilmente le denunce erano vere, almeno in parte. Sciù Paulin fece
sicuramente gli interessi del paese e li fece bene, ma non disdegnò di fare
anche i suoi.

La sua figura e la sua vita sono
tuttavia ancora da approfondire. Di lui nel bene e nel male si può dire di
tutto e il suo contrario. Una cosa comunque è certa, come s’è detto, non
trascurò mai di operare a vantaggio del paese (che a volte, come s’è detto, è
innegabile, coincidevano con i suoi tornaconti). Lui Carloforte lo amava
davvero tanto: scrisse una volta questa frase che a mio giudizio è tanto bella
quanto significativa: Ci può essere qualcuno
che ami Carloforte quanto me, non ci può essere però nessuno che la ami più di
me.

Un’espressione che è la manifestazione
di un amore davvero grande.

Morì all’età di 83 anni nella sua casa
sita in Corso Cavour, il 7 novembre del 1909.

Nicolo Capriata