Polverone contro De Luca: da Conte alla Azzolina criticato il governatore campano per la chiusura delle scuole
Bufera di polemiche e ondata di protesta contro l’ordinanza n.79 del 15 ottobre 2020: il governatore della Campania Vincenzo de Luca, a seguito dell’aumento dei contagi, chiude le scuole in presenza dal 16 al 30 ottobre. Da Conte alla Azzolina ai politici locali contro la decisione dello “sceriffo”. Ancora più agguerriti genitori e sindacati. In piazza famiglie e bambini.
Come nello stile di De Luca, toni duri, minacce di chiusura e poi dalla sera alla mattina piovono drastiche ordinanze per contrastare e contenere il corona virus. Stavolta al centro dell’ennesimo decreto la scuola. A fronte dei focolai registrati nelle Asl Napoli 1, Napoli 2, Napoli 3 e Caserta (rispettivamente 120, 110, 200 e 61 contagiati) il neo eletto governatore della Campania decide di chiudere le scuole tutti gli ordini e gradi inclusi.
Ordinanza che in parte ha vita breve. Ventiquattro ore dopo, in seguito a proteste e scontri De Luca riapre i nidi e le scuole di infanzia fino ai sei anni. Esasperate ed infuriate le famiglie scendono a protestare nella giornata di venerdì 16 novembre. Le manifestazioni hanno luogo dinnanzi la sede della regione, fuori Palazzo Santa Lucia. “La scuola non è il virus”, lo slogan con le quali le famiglie protestano. L’ondata di malcontento cammina in tutte le province, da Napoli a Salerno. Virale sul network diventa l’immagine di un bimbo seduto al suo banchetto con grembiule e mascherina dinnanzi ai cancelli chiusi della sua scuola. La vicenda è avvenuta dinnanzi al plesso delle elementari Matteo Mari, nella zona orientale di Salerno. Un corteo silenzioso di mamme a protestare insieme al coraggioso bimbo.
Ancora più sconcertati e furiosi i conducenti degli scuolabus. Dopo sette mesi di chiusura, perdere nuovamente il lavoro, a soli quindici giorni dall’apertura delle scuole non è ciò che si aspettava.
“I nostri bambini hanno imparato a tenere la mascherina, ad entrare distanziati in classe e a restare ordinati ai loro posti” – commentano le mamme. La scuola è fondamentale per la socializzazione, ed è un’esigenza primaria per le famiglie lavoratrici. “Non è possibile essersi preparati alla riapertura per cinque mesi e dover richiudere tutto”. I toni delle proteste, stavolta sono molto aspri ed esasperati, e a ragion veduta.
Prime repliche contro De Luca partono dal ministro dell’istruzione Lucia Azzolina: “decisione gravissima, sbagliata è inopportuna”. Il ministro sostiene che solo lo 0,075 % dei contagi sia nato a scuola. “Sembra che ci sia un accanimento sulla scuola da parte del presidente de Luca” – ultimo a riaprirla e primo a chiuderla” – continua la ministra. La Azzolina dichiara, infine, di non avere potere sulla riapertura delle scuole e la decisione spetta alle singole regioni.
“Chiudere le scuole non è la soluzione migliore” – il commento del Presidente del Consiglio giunge da Bruxelles. Impegnato al Parlamento Europeo, Conte prende le distanze dalla decisione improvvisa di De Luca. “La preoccupazione per l’aumento dei contagi e dell’indice Rt è forte, ma chiudere le scuole non è il segnale giusto da inviare”. A breve riunioni con gli alti Stati membri dell’Unione per trovare soluzioni comuni per fronteggiare la pandemia. “Il problema non è solo il reparto scuola” – aggiunge saggiamente il presidente del Consiglio. Ribadisce, inoltre, come la Azzolina, che le regioni hanno il potere di prendere misure più restrittive per il contenimento del virus.
A livello Campano, invece, si scaglia contro lo sceriffo il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. I rapporti tra i due big campani, già tesi da tempo, raggiungono l’apice della tensione. De Magistris, stavolta, fa il punto sull’inefficienza della sanità pubblica campana. Ciò che inalbera di più il sindaco partenopeo è l’assenza di confronto da parte di De Luca. “Come si fa a decidere la chiusura delle scuole alle 7 di sera senza coordinarsi con nessuno? Io non sono neanche parte dell’unità di crisi.” – tuona de Magistris.
La manovra di De Luca è stata definita “boomerang politico”, decisione che gli si è ritorta contro. Attualmente la parte dell’ordinanza relativa al comparto scolastico è finita davanti al Tar. Risultato immediato la riapertura dei nidi e della scuola d’infanzia fino ai 6 anni. Nel frattempo il Tar Campania chiede alla Regione di fornire un’integrazione sulla documentazione relativa ai dati sui contagi in ambito scolastico.
Nelle ultime ore circola sul web una petizione per la riapertura immediata delle scuole. “La Campania non deve restare il fanalino di coda dell’istruzione” – slogan della campagna. Ottomila le firme raggiunte in meno di 24 ore sulla piattaforma change.org. La campagna è stata promossa dal ministro Azzolina.
A poche settimane dalla rielezione, De Luca bocciato da tutti gli attori coinvolti nel sistema scuola. Man mano che la seconda ondata del virus prende piede lo sceriffo sembra non voler scendere a compromessi, bianco o nero, dentro o fuori, tutto aperto o tutto chiuso. Non è così che purtroppo funziona. La pandemia ha stressato diversi comparti produttivi e a protestare contro restrizioni, coprifuoco e chiusure anticipate è anche il settore dei commerci. Particolarmente attiva nella lotta al diritto al lavoro in questo periodo è l’A.C.S. (Associazione Commercianti per Salerno).
Raffaella Grimaldi