Paolo Rossi, un balenar d’azzurro ed era subito gol
Con lui ci siamo sentiti tutti un po’ più “Italiani”, in quella magica estate dell’82.
di Antonello Rivano
Il 2020, si conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, “Annus Horribilis”, ieri ci ha lasciato un altro pezzo del nostro “mondo”. Parlo per quelli che, come chi scrive”, hanno qualche “mondiale” alle spalle, quelli che hanno vissuto un calcio diverso, magari non del tutto immune da certi mali, ma più vero.
Del resto Paolo avrebbe potuto essere il bravo ragazzo della porta accanto, anche il suo cognome era semplice, il più comune in Italia: Rossi
A quei mondiali dell’82 c’era arrivato quasi per caso, certamente contro il parere di molti.
Chi ha seguito quella partita non la dimenticherà mai: Barcellona 5 Luglio 1982 ore 17.15, Italia-Brasile, 3 a 2; per l’Italia: Paolo Rossi al 5°, al 25° e al 74° minuto.
Per la squadra Carioca quella maglia azzurra che sbucava nella loro area, quasi per magia, e la metteva dentro, credo sia stato un incubo per tutti gli anni a seguire.

Penso che ognuno di noi ricordi dove si trovava in quei momenti, io ero in una saletta TV di una caserma della marina militare, stavo svolgendo i miei diciotto mesi di servizio di leva.
Ho potuto vederlo dal vivo Paolo Rossi, molto da vicino, passeggiava lungo la strada principale del mio paese, erano già passati un bel po’ di anni da quella sera, pochi hanno fatto caso a lui, qualcuno lo additava parlando sottovoce a chi gli stava vicino. Del resto s stentava a riconoscerlo, a parte gli anni in più era molto meno esile da quello che appariva in TV, sicuramente più alto, ed era facile capire il perché di quell’effettovisivo : i difensori tra i quali “filtrava”, nascondendosi per poi apparire al momento del GOL, erano dei giganti, spesso di parecchi cm. più alti, dei mastini che però nulla potevano contro quel folletto. “Pablito”, nonostante loro, si trovava sempre esattamente dove doveva essere.
Non so se sia un caso che se ne sia andato a pochi giorni da Maradona, quasi a voler contrapporre la sua figura a quella del campione argentino. Due figure assolutamente diverse, quasi agli antipodi ma entrambi simbolo di qualcosa: un mondo calcistico che non c’è più.
Con Paolo Rossi ci siamo sentiti tutti un po’ più “Italiani”, ci siamo emozionati e lo abbiamo amato, chi all’epoca tirava due calci a un pallone prima o poi ha sognato di essere lui. E’ stato una di quei calciatori che qualunque casacca indossasse, con qualunque società giocasse o avesse giocato, veniva identificato con quella maglia azzurra che balenava in aria di rigore, durante quella magica estate del 1982.
Qualche anno dopo Antonello Venditti cantava:
“Era l’anno dei Mondiali quelli dell’86
Paolo Rossi era un ragazzo come noi“
Ecco, forse sta tutto in quella frase: “Paolo Rossi era un ragazzo come noi“
Antonello Rivano