Il Natale sequestrato e “il mondo nuovo” che già siamo

Il grido di Papa Francesco e le profezie di Aldous Huxley nel suo romanzo del 1932

di Corto Maltese

Ciò che si abbiamo visto in questi giorni di “zone gialle”, dopo che qualcuno ha scolorito anche regioni che, come  il Veneto, avrebbe sicuramente avuto più senso considerare “rosse,” è ben raccontato in un romanzo di fantascienza degli anni ’30. In “Il mondo nuovo” Aldous Huxley si racconta di un futuro in cui gli uomini, fin dalla più tenera infanzia, vengono condizionati per diventare “consumatori perfetti”. Bandita la cultura e i divertimenti “gratuiti”. Anche chi andrà nei boschi  non lo farà per ammirarne la bellezza ( cancellata dalla menti),  ma per fare sport a pagamento o in ogni caso “consumare”.

Il Natale sequestrato e “il mondo nuovo” che già siamo

Non siamo poi così distanti da tutto ciò: al primo accenno di “liberi tutti” (anche se mai dichiarato esplicitamente) le prime mete sono state le strade dello shopping, favorito anche dal cashback governativo (non è forse anche questo un esempio di condizionamento?).  Abbiamo visto affollarsi, in un delirio “consumistico” i centri delle città nonché la disperazione di chi non può rinunciare  all’  idea di pranzi e cene con parenti e amici. Altra meta sarebbero state certamente le piste da sci, se non fossero chiuse per decreto, un modo per accostarsi alla natura “pagando”.

C’è da dire che la stessa disperazione, le stessa mancanza, sembra non avvertirsi per il protrarsi della chiusura di cinema, teatri e musei, nonché per ogni altro evento di spettacolo e cultura. E’ come se il nostro popolo vivesse solo per fare shopping, andare al ristorante e fare aperitivi, concedendosi al massimo qualche ora di palestra. In effetti tutto ciò spiega molte cose…quasi tutto.

Ed è qui che Huxley si dimostra doppiamente profeta, ritraendo una società proiettata verso il “consumo”, indifferente alla mancanza di “cultura”, con i libri dimenticati o messi al bando. I bambini condizionati ad avere terrore dei libri e della natura, facendo così in modo che, crescendo, non nutrano nessun interesse né per gli uni né per l’altra. Anche i giochi più semplici devono svolgersi con l’ausilio di un attrezzo che si compra.

Nel romanzoogni individuo viene tenuto in vita, e in perfetta forma, sino a sessant’anni, poi non essendo più utile alla società, viene soppresso. Come non andare con il pensiero a quella frase proferita da un “governatore” dei nostri giorni? “… non indispensabili allo sforzo produttivo del paese”.

In “Il mondo Nuovo” c’è anche l’assenza della “religione”, è stato profetico anche in questo? Ad ascoltare le parole di Papa Francesco, domenica scorsa, sembrerebbe di sì, almeno in parte.

“Il consumismo ci ha sequestrato il Natale”, queste le parole di Bergoglio che ci invita ad uno spirito diverso, ad adoperarsi per opere di bene anziché lamentarsi per le restrizioni. Quasi un grido dall’arme, un richiamo a ritornare allo spirito primigenio di ciò che rappresenta la “nascita di Gesù” per i cattolicici.

Il Natale sequestrato e “il mondo nuovo” che già siamo

Dal canto loro però molti cattolici, che sono, almeno sulla carta, la maggioranza degli Italiani, gridano “ci hanno rubato il Natale”, riferendosi al fatto che non ci potranno essere (anche questo sulla carta) i consueti ritrovi mascherati da “riunioni familiari”, in realtà  per molti sono solo obblighi o un’ occasione per fare scorta di colesterolo e chili in più, un motivo in più per il rito del “consumo”  Come se l’amore familiare, l’affetto verso nonni, genitori, figli ecc… avesse una scadenza( da consumarsi preferibilmente entro le festività natalizie).

Mi accingo a riprendere il mare, incurante delle date sul calendario, del resto sono solo convenzioni, limiti che ci siamo imposti. Anche il 25 dicembre lo è, una data scelta tanti anni fa e che riprendeva quella di una festa pagana. Coincideva con la ripresa dei lavori nei campi, dell’ allungarsi delle giornate, in epoche in cui era la natura a dettare i tempi.  Per me conta solo il fatto che io possa rivedere l’alba dopo ogni tramonto, il vento sul volto e il sole che mi scalda la pelle, cose che non si possono comprare.

Intanto però penso al re nato in una stalla, coricato in una mangiatoia, anche se non era un 25 dicembre, a ciò che dovrebbe essere il mondo secondo il Cristianesimo.  Quel re venuto a salvarci. Rifletto su quello che invece è diventato, su quello che siamo diventati, guardo la copertina del libro di Huxley e ancor più mi convinco che c’è tutto lì; il mondo che sarà e quello che già siamo

E la mia barca va, tra le onde del Continente mare, lontano da banchetti e luci, da alberi e presepi. Le vele spiegate ad accogliere il vento, la mente ad accogliere i ricordi di altre feste natalizie,  lontane nel tempo, ma che regalavano la speranza.

Buon vento e (nonostante tutto) Buon Natale.

                                                                                  Corto Maltese

Leggi anche “Il mondo nuovo 1932/2020” di Maria Rosaria Onorato https://www.istitutogalanteoliva.it/magazine/2020/04/18/il-mondo-nuovo-1932-2020/