“Proverbi e modi di dire in tabarchino di Carloforte”: quando i libri diventano scrigni

Venerdi 25 giugno è stato ufficialmente presentata, in una splendida cornice storico paesaggistica, l’ultima fatica letteraria di Nicolo Capriata

Di Antonello Rivano

Si può a buon titolo parlare di “fatica”, visto che la stesura di questo libro di oltre 320 pagine è durata anni, probabilmente quasi un ventennio. Tanti ne sono occorsi per raccogliere, catalogare, contestualizzare e “spiegare” gli oltre duemila proverbi e modi di dire di “Proverbi e modi di dire in tabarchino di Carloforte” (Fausto Lupetti editore 2021)

una volta che si ha in mano il tomo si può capire tutto il lavoro che ci sta dietro, non è solo un’opera letteraria ma un “regalo”, come ha ben fatto notare il professor Fiorenzo Toso durante la serata, che Capriata fa a tutta una comunità, una comunità che non è solo quella di Carloforte ma bensì quella più larga, della parlata tabarchina, che comprende anche Calasetta.

l’illustrazione di quarta di copertina
(domenica del corriere 8 giugno 1900-tonnara di Carloforte

Possiamo allargarci ancor di più e comprendere tutta quella gente che ancora tiene alla “tabarchinità” come valore identitario e non solo.

Certo è che il libro parla “di Carloforte”, la sua storia e le sue storie, raccontate attraverso i modi di dire. Ma possiamo anche dire che parla “a Carloforte”, raccontandole chi era e chi è.
Per citare ancora Toso: “è un’istantanea della lingua e della società carlofortina”

Nel titolo abbiamo parlato di “scrigno”, questo libro lo è a tutti gli effetti. Appena aperto di accorgi che le parole, le frasi in dialetto, in esso contenute, sono tutte dei tesori da scoprire, oltre 2000 gemme di sapere popolare.

Il professor Capriata, non solo ha raccolto i proverbi e i modi di dire carlofortini, ma li ha catalogati per temi e per ognuno ne ha dato una spiegazione, spesso collocandoli anche in un preciso contesto storico.

-Nicolo Caprata, a sinistra, con Fiorenzo Toso-

Ed allora ecco che scopriamo frasi nate a tavola, o sul posto di lavoro: tante legate al mondo della tonnara. Altre volte i modi di dire nascono ritagliati addosso a un personaggio, e ci sembra di vederle queste persone che hanno fatto parte della comunità carlofortina.

Potremmo a lungo dilungarci sull’aspetto linguistico, ma preferiamo che il lettore lo faccia attraverso le parole, ben più consone, dell’insigne linguista professor. Fiorenzo Toso che all’inizio del libro fa una presentazione dell’opera. Di Nicolo Capriata molte sarebbero le cose da dire, tanto ha fatto per la cultura carlofortina, sia a titolo privato che con l’ Associazione Culturale Saphyrina di cui è presidente: ha scritto e collaborato a stesura di opere letterarie, organizzato e partecipato a convegni, riscoperto e fatto pubblicare opere che sarebbero state destinate all’oblio. Siamo certi che, sta già lavorando a qualche altra “perla”.

-la serata di presentazione-

Del resto la quantità, e la qualità, del pubblico presente alla serata dedicata al suo libro testimonia un amore, verso di lui e il suo lavoro, immenso.
In quanto al libro si parla di numerosissime copie già vendute, ancor prima della serata di presentazione, a una platea di lettori che va ben oltre ai soli Carlofortini o “tabarchini” che dir si voglia.