Notte europea dei musei 18^ edizione

Sabato 14 maggio 2022 torna la Notte Europea dei Musei, giunta quest’anno alla diciottesima edizione. L’iniziativa, con il patrocinio del Consiglio d’Europa, dell’Unesco e dell’ICOM, si prefigge l’obiettivo di incentivare e promuovere la conoscenza del patrimonio e dell’identità culturale nazionale ed europea.

Un evento interessante vi aspetta a Cosenza dalle 20 alle 23 con l’apertura straordinaria della Galleria Nazionale di Cosenza a Palazzo Arnone a Via Gian Vincenzo Gravina.

A Cosenza l’evento è all’insegna di Boccioni e del Futurismo. Sull’invito campeggia l’opera più emblematica del Museo: Forme uniche nella continuità dello spazio”, scultura futurista di Umberto Boccioni nato a Reggio Calabria nel 1882, divenuta icona italiana e rappresentata anche sui 20 centesimi di euro, donata alla Città nel 2012 dal mecenate Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona.

Altre opere esposte sono Water Pollution, istallazione sonora interattiva di Costantino Rizzuti; Loneliness, scultura sensibile di Angelo Gallo.

Ci saranno performance di danza Continuity Fluid Performers a cura di Marilena Morabito – Associazione ACAV; performance audiovisiva “Drone music and video projection” di Tommy Muto; esibizioni musicali a cura del Conservatorio di Musica

S. Giacomantonio di Cosenza.

Il movimento futurista fu un’importante avanguardia che si sviluppò in Calabria apportando una innovativa “sensazione dinamica”.

Dopo una prima fase artistica nell’ambito della pittura dal vero e del divisionismo l’incontro decisivo per i successivi sviluppi tra Boccioni e Marinetti.

Boccioni dal 1911 si dedica anche alla scultura nella quale giunge in breve a risultati rivoluzionari creando dinamismo plastico futurista, uno “stile del movimento” che desse vigore materico alla vibrazione della luce e rappresentasse più che le forme o gli oggetti la loro azione.

“Forme uniche nella continuità dello spazio” rappresenta la grande innovazione nel mondo della scultura e dell’arte in genere. È una figura umana in cammino simboleggiante il movimento energetico per sintesi e fluidità, spezzata e riassemblata tramite strutture incorporate nell’ambiente circostante, esprimendo il pulsare della sua anima.

Scrive, Boccioni nel Manifesto: “Rovesciamo tutto e proclamiamo l’abolizione assoluta e completa delle linee finite”. Attraverso l’uso di cavità, rilievi piani e convessità indaga la deformazione plastica di un corpo umano in movimento, giungendo a una forma che, ricordando in parte una figura antropomorfa e in parte una macchina, riesce a trasmettere una sensazione di fluidità , forza e potenza.

Simbolo dell’uomo moderno lanciato a conquistare il futuro, porta il futurismo a raggiungere il suo apice poetico e formale, dimostrandone la sua portata rivoluzionaria. La figura appare così per un verso come uno “scorticato” anatomico, per un altro come una “macchina”, come un ingranaggio in movimento.  Come se le figure fossero più di una e si sovrapponessero di continuo un movimento avanzante che si proietta energicamente in avanti.

Considerata la scultura italiana più importante del secolo breve è una delle pochissime sculture salvate dalla distruzione del 1927 a martellate da parte di Piero da Verona, al quale erano state affidata dalla madre dell’artista dopo la sua morte per una caduta da cavallo nel 1916. Dopo averne estratto i ferri, Piero da Verona, buttò i frammenti nella discarica di “Acqua Bella” in via di Porta Romana. Fusioni di quest’opera sono nei musei più importanti del mondo dal Metropolitan di New York alla Tate Gallery di Londra.

La gemella di quest’opera a Cosenza è stata venduta nel novembre 2019 all’asta da Christie’s a New York al prezzo di 16.165.000 milioni di dollari.

Nel 1933 Marinetti scriveva al Potestà di Milano, Visconti, esprimendo il desiderio di Boccioni di fare eseguire dal gesso una fusione da destinare alla Calabria sua terra natale (Segr. Gen.prot.3715 del 2/12/33 Archivio Civico Milano). Dopo ottant’anni Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona ha realizzato il progetto di Marinetti.

Nella sala limitrofa alla scultura, la Galleria Nazionale espone anche 65 disegni di Boccioni che nel 1996 Carlo Bilotti ha salvato dalla dispersione in asta da Sotheby’s New York dagli eredi Winston Malbin e portati a Cosenza. La raccolta, a sua volta, era stata acquistata negli anni ’50 dagli eredi della sorella dell’artista Amelia Raffaella Callegari Boccioni, prof.sa Licia Boccioni, omonima della sua beneficiaria, e dal marito rag. Giuseppe dal Pian. Questo nucleo documenta l’esperienza prefuturista del 1906, l’evoluzione stilistica fino a quella della piena maturità del 1915 verso il dinamismo plastico.

Al Museo civico di Reggio Calabria, è in corso la mostra che espone i bozzetti dei principali quadri di Boccioni della collezione Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona:  “La città che sale” del 1910,  “la risata” del 1911 , “studio di periferia” del 1910, “vecchia a tavola” del 1907 e ritratto di “Maria Sacchi che legge” del 1907. 

Nel Museo del Presente a Rende l’unica raccolta completa di futuristi calabresi, donata da Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, che consente di conoscere questi artisti che hanno dato valore culturale alla Regione Calabria.

Dal disegno di  Boccioni “due donne”, le opere più importanti di  Antonio Marasco (Nicastro 1896-1906), Enzo Benedetto (RC 1905 – 1993); Armiro Yaria (RC 1901 – 1980); Michele Berardelli (Cs 1912-1995), Angelo Savelli (Pizzo Cz 1911-1995), Orazio Pigato (RC 1896-1966), Principio Federico Altomonte (RC 1912), autore del “cartello lanciatore futurista” espose alla Nazionale futurista del 1933 “aeroplano” e “sensualità”; Luigi Versace (Bovalino 1927-1991), architetto che si dedica pittura futurista, post futuristi Lina Passalacqua (Sant’Eufemia d’Aspromonte RC 1933) e Silvio Lo Celso (Rende 1956-2000), gli scrittori e artisti Leonida Répaci (Palmi 1898-1985); Geppo Tedeschi (Tresilico-Oppido RC 1907-1993); scrittori e poeti, Piero Bellanova (Sant’Agata d’Esaro Cs 1917- 1987); Luigi Gallina (Corigliano Calabro 1906-1973); Giuseppe Carrieri (San Pietro in Guarano Cs 1886 – 1968) poeta, candidato Nobel per la letteratura; Alfonso Dolce (Cropani Cz 1882); Luca Labozzetta (Mileto – Vibo 1891-1917); Giovanni Rotiroti (Cardinale Cz 1905-1983); Leonardo Russo (Catanzaro); Rodolfo Arturo Alcaro (alias Rofalcar futurista), Antonio Altomonte (n. Palmi); Domenico di Pietro, Mario Potente (Cs), Mimi Mancuso, il giornalista Luigi Scrivo (Cz), direttore di artecrazia futurista e assistente di Marinetti; il gallerista Giuseppe Sprovieri (Montalto Uffugo Cs 1890-1988), gallerista, critico, collezionista, inaugura nel 1913 con Marinetti a Roma la prima Esposizione di Pittura Futurista. Promotore di serate e conferenze sul movimento, declamazioni dei versi paroliberi e delle onomatopee. Con l’esposizione delle sculture di Boccioni (dicembre 1913) inaugura la galleria; nel 1914 con l’esposizione degli artisti futuristi e ad aprile l’Esposizione Libera Futurista Internazionale apre il futurismo italiano verso l’avanguardia europea. 

A maggio del 1914, per supportare gli artisti futuristi del sud, apre la galleria di Napoli.

Il Futurismo, anche in Calabria, è stato una ricostruzione in tutti i campi: cinema, teatro, scenografia, danza, fotografia, arredo, gastronomia; i Calabresi erano in prima linea in ogni campo.

Il Manifesto di Marinetti del 1909 è in aperta rottura con il passato artistico culturale, in Calabria si organizzavano le “serate futuriste”, il 16 giugno 1909 a Reggio la IV serata su chimica e futurismo tra letteratura e scienza.

Francesco Cangiullo (1884-1977) (in “Le serate futuriste – romanzo storico vissuto con giudizi di Marinetti, Ojtti, Borgese, Simoni, Lipparini, Goli”  ET Editrice Tirrena 1923 pag. 101  e ss.) ricorda quella del marzo 1910 a Catanzaro con Marinetti che “prova in teatro” e gli incontri futuristi con  gli studenti calabresi e le tavole parolibere.

La IV Biennale calabrese d’Arte e industrie a Reggio Calabria del 1926 è incentrata sul Futurismo, Benedetto invita Dottori, Depero, Fillia, Tato, B. Marinetti, gli artisti interagiscono con il territorio: Depero espone abiti, arazzi e tarsie di panno con testa di diavolo ispirata alle maschere apotropaiche di Seminara. Benedetto con le riviste “Futurismo Oggi” e “Originalità” celebra il volo vittorioso sugli altri mezzi di locomozione. Marasco divulga le nuove idee con “supremazia futurista” e il bollettino “il passo oltre” pubblicati in Calabria e veicolati nel resto del Paese verso un cambiamento visivo e dinamico.

Cosenza e Rende, grazie al mecenatismo della famiglia Bilotti – che mette in collaborazione pubblico privato e che ha dato un decisivo contributo allo sviluppo culturale del territorio calabrese – sono divenute così un polo culturale di valenza internazionale, che permette la panoramica del linguaggio espressivo dei calabresi degli inizi del secolo scorso, ognuno con una propria connotazione ma espressione dello stesso movimento, e, in particolare, l’elaborazione di Boccioni dall’impressionismo francese al divisionismo italiano aperto alle correnti europee del simbolismo ed espressionismo. 

Per qualsiasi altra informazione Dott. Michele Citro, tel.: 328 967 0221.