Disastro sulla Marmolada: tragedia annunciata?
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Si contano, fino ad adesso, sei vittime mentre il numero dei dispersi continua ad aumentare in una tragedia sul ghiacciaio della Marmolada dove il crollo di un seracco ha appunto causato la morte di alpinisti ed escursionisti, travolti in una valanga che non ha lasciato scampo.
Di SIlvia De Cristifaro
Un disastro accaduto nella giornata di ieri, secondo quanto ha nell’imminenza riferito il Soccorso Alpino dell’Alta Val di Fassa, nelle vicinanze di Punta Rocca sul sentiero di salita verso la vetta. Sul posto sono giunti immediatamente, per cercare probabili superstiti, gli uomini della Protezione Civile trentina con l’ausilio dei droni dei Vigili del Fuoco che saranno in grado di rintracciare altre vittime o feriti. Una corsa contro il tempo che purtroppo lascia minime speranze di trovare persone ancora in vita. La violenza della valanga che “correva” ad una velocità di trecento chilometri all’ora e che ha trascinato con una violenza inaudita sassi, blocchi di ghiaccio, neve e corpi martoriati lascia senza fiato se si considera che questa tragedia poteva essere evitata: la situazione dei ghiacciai era già da giorni piuttosto instabile per colpa delle temperature alte che hanno raggiunto i dieci gradi in vetta.

Disastro colposo, quindi, per cui è stato immediatamente aperto un fascicolo sul crollo del ghiacciaio ed avviate le indagini dal pm Antonella Nazzaro in collaborazione con il procuratore Sandro Raimondi. In attesa di ulteriori verifiche su eventuali rischi nella zona devastata, le autorità del luogo incontreranno il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio per studiare la situazione e continuare ad organizzare al meglio i soccorsi augurandosi temperature più fredde per facilitare l’intervento dei soccorritori: le condizioni climatiche di questi giorni hanno causato la presenza di ghiaccio instabile che, con il caldo improvviso che sta caratterizzando questa stagione estiva, potrebbe ancora staccarsi provocando la precipitazione di masse di neve lungo i pendii visitati da turisti, alpinisti ed escursionisti. Massima allerta, dunque, anche in base alle prime dichiarazioni del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti in base ai dati forniti dai meteorologi che prevedono ancora, ed almeno per altre 48 ore, temperature alte ed al di sopra della norma che, come già detto, possono causare frane e distacchi di altri blocchi di ghiaccio. Il caldo globale sta purtroppo colpendo sempre più zone montuose ed il riscaldamento ad alte quote può causare una rapida e pericolosissima fusione dei ghiacciai.

Secondo recenti studi avviati sui cambiamenti climatici delle zone di montagna condotti, nello specifico, dall’Università di Torino (la temperatura si è alzata circa di 1 °C dal 1850), il caldo eccessivo incrementa il movimento delle valanghe esponendo sciatori ed appassionati delle alte quote a gravi rischi: gli strati di neve stanno diventando sempre più fragili con la conseguenza di valanghe cosiddette “a lastroni” che precipitano improvvisamente e rovinosamente. L’assenza di precipitazioni nevose e lo scioglimento delle nevi perenni stanno compromettendo il futuro degli ecosistemi alpini ed il benessere di fauna e flora di montagna perché è soprattutto nelle foreste che i cambiamenti climatici ( il riscaldamento eccessivo, per intenderci, che ha accorciato di un mese la stagione innevata) potrebbero comportare lo spostamento di circa 300 metri verso l’alto dei piani altitudinali (piante ed animali “migrano” in zone più fredde rischiando maggiore sofferenza e rischio di estinzione). L’alterazione, a cui stiamo assistendo, dei regimi di fiumi e torrenti rappresentano anch’essi un pericolo. Per tutti gli esseri viventi. Considerando anche che lo scioglimento dei ghiacciai determina l’immissione di una maggiore quantità di acqua dolce nell’acqua salata di mare che potrebbe provocare l’estinzione di diverse specie marine.
Il Soccorso Alpino ha istituito un numero per segnalare i dispersi della tragedia sulla Marmolada: è lo 0461/495272 che dovrà essere utilizzato esclusivamente per segnalare il mancato rientro di amici e familiari. I tecnici del Soccorso Alpino stanno, intanto, mappando tutta la zona colpita dal crollo: la massa di materiale ha percorso 500 metri staccandosi dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada. Sul posto stanno intervenendo gli elicotteri del Suem di Pieve di Cadore, di Dolomiti Emergency di Cortina, di Trento, della Protezione Civile della Regione Veneto, dell’Air service center e le stazioni del Soccorso alpino bellunese e trentino.
Fonte: Ansa
Foto: Web