Prima festa della cipolla ad Aiello di Castel San Giorgio (Valle del Sarno, Campania)

Di Anna Maria Noia

Un territorio ricco del gustoso ortaggio, già noto ai popoli antichi – appena “usciti” dal periodo preistorico. Un bulbo succoso e denso di proprietà antiossidanti e benefiche. Che ha dato e sta dando un notevole impulso alle attività commerciali (alimentari o gastronomiche) che vivono di tale “economia”. Tutto ciò, rifacendosi all’atavica vocazione agricola dei nostri padri contadini. Il territorio della Valle del Sarno; dell’Agro Nocerino Sarnese; della Valle Irno; della limitrofa piana irpina (con Montoro e la sua frazione Piazza di Pandola) è pieno di coltivazioni; di campi di cipolle. Addirittura a livello di eccellenze nazionali: ecco che c’è la ricercata cipolla ramata di Montoro, amena località in provincia di Avellino – ma molto prossima a Mercato San Severino ed alla Valle dell’Irno. Di conseguenza, vicina a Castel San Giorgio. In un recente passato, i coltivatori di cipolle – sia ad Aiello e a Campomanfoli che a Pandola di San Severino – erano denominati “cipollari” o “cepàri”.

La tradizione della cipolla (allium cepa), quindi, ha origini arcaiche e si basa su questo vegetale nutriente e rinfrescante. Contenente vitamine e sali minerali, nonché altre sostanze come un succedaneo dell’amminoacido (protide) cisteina e come i solfossidi. I responsabili della “lacrimazione” mentre si affettano questi bulbi. Esistono diverse varietà e tipologie di cipolle: in Italia, tra le tante, sono note maggiormente quella rossa di Tropea; la cipolla rossa della Valle Alifana (in Campania); quella di Vatolla (sempre in Campania) e appunto la cipolla ramata del Montorese (ancora una volta in Campania). Poi esistono i cipollotti; i lampascioni e perfino l’erba cipollina. Sebbene leggermente diversi tra di loro. Anche l’impiego in cucina è molto variegato: la cipolla è presente in tavola tutto l’anno, per svariate e sfiziose ricette – sia salate che dolci. Oppure agrodolci. Anche nella Roma dei Cesari la cipolla era apprezzata e gustata.

C’è da dire che i Romani amavano i cibi dal gusto deciso e, anzi, “contraddittorio”; fatto di contrasti: è il caso del garum – derivante dal garon greco. Secondo alcune fonti, ad esempio il gastronomo gourmet della latinità Apicio, dal cui nome – secondo un’interpretazione – deriverebbe il piatto di zucchine alla “scapèce” (ex Apicio) e l’accio o sedano, il garum era composto da miele e colatura di alici. Tornando a noi, ancora oggi le massaie fanno abbondante utilizzo della cipolla. In onore alle tradizioni etnografiche campane; italiane; di altre zone del mondo, ecco questa prima festa in cui sua maestà la cipolla viene (idealmente) posta “sul trono”; “sul podio” dei primati… “mangerecci”.

festa della cipolla ad Aiello

Proprio i nomi di Aiello e di Campomanfoli testimoniano l’importanza dell’agricoltura, in tali luoghi: Aiello deriverebbe il suo etimo da “agellum” (dal latino “ager”), ossia “campetto” o “piccola aia”. Campomanfoli – invece – trarrebbe origine (secondo alcune interpretazioni, spesso contrastanti) da “Campo e manso” – un podere rurale facente parte di un appezzamento signorile. Oppure un campo recintato. Secondo altri, invece, Campomanfoli sarebbe legato a un luogotenente di Annibale, Manpholis, che si recò nell’ancestrale Nuceria. La “patria” della popolazione degli Alfaterni.

Tra Aiello e Campomanfoli vi sono tante tradizioni culturali ancora vive, con un entusiastico riscontro tra i residenti. Ad esempio è molto sentita la devozione alla Madonna di Costantinopoli. Il cui culto si perde nella “classica” notte dei tempi. La ricorrenza viene associata al martedì dopo la Pentecoste. In tal data avviene un culto molto suggestivo ed affascinante: il caratteristico “volo degli angeli”. Si tratta di una rappresentazione, ben “sottolineata” dalla banda musicale, con due bambine vestite da angioletti – una indossa la tunica rosa e l’altra quella azzurra. Queste creature, simboleggianti l’innocenza e il candore; la purezza, vengono letteralmente appese a un gancio – a una carrucola detta: “ngegno”. Nella colorita manifestazione, le piccole cantilenano una nenia nella quale si consacrano a Maria di Costantinopoli. Affidandole la collettività. Si assaggiano le sarde a beccafico: con olio, aceto, menta e pinzimonio. Anche i nomi propri di persona Nobile e Nobilina – così diffusi a Castel San Giorgio – derivano da Costantinopoli. Ritorniamo – nuovamente – a noi: la prima festa della cipolla avverrà nei giorni del 4, 5, 6 agosto prossimi venturi. Location della tre giorni: il largo antistante la chiesa del SS. Salvatore – nell’omonima via del Salvatore. I prodotti saranno a chilometro zero. Produzioni proprie. Genuinità. E menu a base dell’ortaggio in oggetto. In inverno è molto sostanziosa la cosiddetta (salsa) “genovese”. A base di cipolle cotte e “sfritte”. Un piatto povero ma succulento e “pesante”. Spesso associato a rollè di pollo o di tacchino. Appunto un tipico cibo invernale. A dispetto del nome, una leccornia napoletana. Così chiamata o perché il cuoco che ideò la pietanza (di origini partenopee) aveva il cognome Genovese o in quanto venne portata in tavola durante la visita del doge di Genova – una delle quattro repubbliche marinare, come Amalfi. Ma è tutta roba meridionale. La genovese e le sue varianti saranno presenti, seppur caloriche, in quest’afosa e torrida estate. Nel corso dell’happening gastronomico. Insieme ad altri gustosi piatti a base di cipolla.

festa della cipolla ad Aiello

E non solo: sempre al passo coi tempi e con la tradizione culinaria di Aiello, saranno presenti anche i mascuotti: i pezzi di pane duro (“cafone”) specialità delle terre di San Giorgio. Rigorosamente a chilometro zero. Questo è, anche, il motto della kermesse. Che mette in evidenza i profumi del passato nonché del presente e – si spera – del futuro. Gli organizzatori sperano di riuscire ad accontentare tutti gli avventori, proponendo cibi di qualità e creati con estro e sapiente maestria. Gli stand apriranno in serata. Ci saranno numerose occasioni per divertirsi. Per ogni età. Combattendo il calore di questa estate targata 2022. Tutto patrocinato dal Comune di Castel San Giorgio e dall’associazione “A. C. Sport ed Eventi”. Un plauso ai responsabili.

ANNA MARIA NOIA