Ennesimo premio letterario ad Antonello Rivano per le sue poesie in lingua tabarchina

Il premio indetto dall’Associazione Culturale ContraMilonga e gli eredi Rombi, con il patrocinio del Comune di Calasetta, della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna ha premiato per il secondo anno consecutivo la vena poetica di Antonello Rivano. Lo scorso anno, durante la prima edizione del premio di Calasetta, il primo posto gli era stato riconosciuto nella sezione “Poesia in italiano” mentre per la sezione “Poesia in tabarchino” aveva avuto una Menzione Speciale. In questa seconda edizione Rivano occupa anche il terzo posto, pari merito, nella sezione “Poesia in italiano”.

Rivano non è nuovo a riconoscimenti per i suoi componimenti in lingua tabarchina: Nel 2018 ha ricevuto il Premio Speciale della giuria al Premio Internazionale Letterario “CARLO BO – GIOVANNI DESCALZO” CITTA’ DI SESTRI LEVANTE, con la seguente motivazione: Con la sua vena poetica contribuisce a tenere viva la lingua tabarchina.
Sempre per il prestigioso premio del levante genovese ha conseguito un secondo posto nel 2019 e un primo posto pari merito nel 2021, sempre per la sezione “Poesie nelle parlate liguri”.

Recentemente una sua poesia in tabarchino è stata anche letta durante il Giorno dell’emigrante Italiano in Argentina, a Punta Alta (Buenos Aires)

Direttore di redazione/Coordinatore nazionale di Polis SA Magazine e Redattore Capo del PONENTINO, anche questa una testata di informazione online, Rivano spazia dagli scritti giornalistici alla poesia, passando attraverso i racconti e i romanzi.
Con Polis SA Edizioni ha recentemente pubblicato una raccolta di poesie: “ITACA. Viaggio tra i paesaggi dell’anima-Poesie sull’amore e altre cose”. Componimenti in Italiano dove compaiono anche alcune traduzioni di componimenti che erano stati scritti in Tabarchino.

Antonello Rivano (al centro) con l’attrice Manuela Perria e il presentatore Giuliano Marongiu durante uno dei momenti della premiazione

Che differenza c’è tra lo scrivere poesie in Italiano e quelle in tabarchino?
-Una differenza sostanziale: per scrivere in tabarchino una poesia la devi pensare in tabarchino. La lingua tabarchina spesso non ti permette di usare termini come “ti amo”, semplicemente perché suonerebbe in maniera stranissima visto che nel parlato non lo usiamo sostituendolo con “t’ögiu bèn”: ti voglio bene, e questo è solo un esempio. Cosi, mentre si può fare rendere bene una poesia in tabarchino anche traducendola in italiano, il contrario spesso non è possibile.

-“Dedico questo premio alla mie terre: Carloforte, Pegli, Calasetta“. Queste le sue parole riportate in un articolo del PONENTINO di ieri . Hanno un significato particolare?
Si, Carloforte è dove sono nato e cresciuto, Pegli è dove è nata mia moglie, il posto che mi ha adottato e dove vivo ora gran parte dell’anno, Calasetta è il paese natale di mia madre. Tutte e tre fanno parte di una storia straordinaria come quella Tabarchina, storia e cultura alla quale appartengono anche Nueva Tabarca in Spagna e Tabarca in Tunisia. L’Epopea Tabarchina è attualmente oggetto di richiesta presso l’UNESCO per il riconoscimento come bene immateriale dell’umanità.

C’è ancora spazio per la poesia in un mondo che sempre più si volge al virtuale?
Guai se cosi non fosse, al limite è la poesia che si deve adattare a questo mondo, raccontandone anche gli aspetti meno belli. Con le mie poesie in italiano ho preso spesso spunto anche da fatti di cronaca o fenomeni sociali, la raccolta ITACA ne è un esempio. Possiamo dire che la poesia deve diventare un modo per parlare al cuore della gente e far riflettere su quello che ci sta accadendo.

Direttore, siamo oramai abitatati al fatto che lei sforni in continuazione nuovi lavori letterari o giornalistici, spesso molto distanti per genere uno dall’altro. Cosa ci sta riservando?
Negli ultimi tempi mi sono molto dedicato alle testate online di informazione che dirigo, come ben sanno i redattori di POLIS e quelli del PONENTINO, sto ora collaborando con alcuni amici per la nascita di una piattaforma di informazione locale in favore di Carloforte, visto che è sempre più difficile avere “media” liberi da vincoli economici ed editoriali. Ho però nel cassetto il mio secondo romanzo, di cui ho completato la prima parte. Con questo lavoro sono fermo da mesi, tanti, anche perché ha una struttura molto complessa, molto vicina al “giallo piscologico”, e i problemi causati dalla pandemia non hanno molto aiutato la mia capacità di concentrazione e le mie ricerche…ma non è detto che il prossimo anno, magari in estate come ora, non possiamo parlare anche del nuovo libro come “recente pubblicazione“.
(Foto di Giovanna Mastrobuoni)