Carloforte. Dal 9 al 10 Settembre si terrà la sesta edizione delle “Giornate Sergio Atzeni”

L’Associazione Culturale Saphyrina con il patrocinio del Comune di Carloforte, promuove dal 2016, nei giorni a cavallo della data della tragica scomparsa dello scrittore, le “Giornate Sergio Atzeni”. Per la sesta edizione le date saranno quelle di venerdì 9 e domenica 6 settembre entrambe avranno luogo nella sala dell’ ExMe

Di Antonello Rivano

Il 6 settembre 1995 è stata una data triste per la cultura italiana e quella sarda in particolare, segna, infatti, la tragica fine di uno scrittore e giornalista sardo che, nell’acqua da lui tanto amata, sino a chiamarla “madre”, presso l’Isola di San Pietro, perse la vita a quarantatré anni: Sergio Atzeni.

SERGIO ATZENI

Nasce a Capoterra (CA) il 14 ottobre del 1952, da giovane si dedica al giornalismo, scrivendo per le maggiori testate sarde, fu attivo nelle fila del PCI.

Trasferitosi per lavoro a Torino dà vita al suo periodo creativo più importante, forse anche a causa della nostalgia per sua terra.  Nascono così opere come L’apologo del giudice banditoIl figlio di BakunìnPassavamo sulla terra leggeri e Il quinto passo è l’addio.

  I romanzi di Atzeni sono ambientati in Sardegna, partendo dai tempi più atavici, passando attraverso le lotte dei minatori dell’epoca fascista, sino ai giorni nostri.

Lo scrittore usa un linguaggio che è un mix di sardo, di italiano e di slang cagliaritano  . Pur raccontando la quotidianità, nei suoi scritti, si trovano in particolare riferimenti agli ultimi, agli sconfitti e agli emarginati.

Sergio Atzeni voleva intitolare “Madre Acqua” il suo romanzo “Il quinto passo è l’addio”, ma alla casa editrice Mondadori non piacque e si preferì il secondo il titolo che divenne quello definitivo.  A volte il destino ha modi strani per raccontarci che le sue strade sono imprevedibili, ma a volte tracciate in maniera chiara; perché quell’acqua, tanto amata da chiamarla “madre”, perderà la vita.

Da “Il quinto passo è l’addio”: «Non potete maledire l’acqua?» «Non si maledice una madre. L’acqua è madre… l’uomo ha molte madri, acqua, terra, sole, aria… Preferirei stare sotto un olivo, con un bicchiere di vino in mano, ascoltando e raccontando storie con gli amici…»

Sergio Atzeni è tragicamente scomparso a Carloforte il 6 Settembre 1995, tra le acque del mare che circonda l’Isola di San Pietro.

 CARLOFORTE E LE GIORNATE “SERGIO ATZENI”

Chissà se Sergio avrà avuto il tempo, mentre la “madre acqua” lo riaccoglieva nel suo seno, di rivedere, con gli occhi della memoria, i posti che aveva amato, come il protagonista del suo romanzo, Ruggero Gunale, che si stacca dal porto con la nave, che lo sospinge in terre lontane. Sicuramente avrebbe rivisto, tra le altre cose, i giorni passati a Carloforte, sull’Isola di San Pietro, terra che non l’ha dimenticato.  Tanti sono stati, in questi anni, quelli che l’hanno ricordato con eventi culturali o intimi concerti, questi ultimi tenuti nei pressi degli scogli che gli hanno preso la vita.

E’ dal 2016, ventennale della tragedia, che l’Associazione Culturale Saphyrina, con il patrocinio del Comune di Carloforte, promuove, nei giorni a cavallo della data della scomparsa, le “Giornate Sergio Atzeni”.

Il Programma della sesta edizione

Venerdi 9 settembre ExMe ore 20

Proiezione del film INFERRU (2019) di Daniele Atzeni
Inferru, ex zona mineraria del Sulcis-Iglesiente in Sardegna. Seconda metà del Novecento.
Un anziano minatore, stanco e malato, viene travolto da una frana mentre sta minando una galleria. Sospeso in un vuoto temporale tra la vita e la morte imminente, l’uomo racconta il mondo di Inferru attraverso un immaginifico monologo esistenziale, mescolando passato, presente e oscure premonizioni sul futuro. Per mezzo dell’utilizzo di materiali d’archivio, il film rappresenta un ipnotico viaggio tra gli ultimi disperati, folli e al contempo lucidissimi pensieri del protagonista, il quale cerca di chiudere definitivamente i conti con la società e con la propria coscienza.

Daniele Atzeni (Iglesias, 1973) si č diplomato in regia alla Nuova Universitŕ del Cinema e della Televisione di Roma. Dopo aver lavorato per alcuni anni come aiuto regista e assistente di produzione in cortometraggi e produzioni televisive, realizza nel 2002 il documentario Racconti dal sottosuolo (menzione speciale della giuria al Premio Libero Bizzarri), storie di vita in miniera e di lotte operaie narrate da tre vecchi minatori e un‟anziana cernitrice che lavoravano nelle miniere del Sulcis-Iglesiente. Nel 2005 produce e dirige il documentario La leggenda dei santi pescatori, racconto di una giornata di lavoro dei pescatori di tonno sulcitani, col quale partecipa a festival e rassegne in Italia, Spagna, Inghilterra, Lussemburgo, Romania, Stati Uniti, Messico, Australia, ottenendo diversi riconoscimenti. Nel 2010 gira Sole nero (secondo premio nel concorso per progetti cinematografici Il cinema racconta il lavoro, presentato nella sezione Panorama di Cinemambiente), documentario sui danni sanitari e ambientali causati dal petrolchimico di Porto Torres nel territorio che lo ospita da oltre mezzo secolo. Nel 2011 realizza I morti di Alos, falso documentario che racconta la storia di Alos, paese immaginario della Sardegna che fra gli anni „50 e ‟60 compie un fatale passo verso la “modernitŕ”. Ha realizzato inoltre i video museali Cielo di roccia (2004), C’era una volta la miniera e c’è ancora (2005) e La via dell’argento (2008). Ha lavorato in diverse occasioni come operatore di ripresa e montatore e ha insegnato cinema negli istituti superiori e nei corsi di formazione. Nel 2009 ha fondato la casa di produzione Araj Film.

Al termine Gianfranco Petrillo dialoga con il regista

Sabato 10 settembre ExMe ore 20.00

“Come si fà un libro-Dal manoscritto alla stampa”

Paola Mazzarelli incontra Luisa Castellani, redattrice freelance