Il tartufo bianco protagonista della ventisettesima edizione della Mostra Mercato del borgo alto molisano di San Pietro Avellana

Di Silvia De Cristofaro

Valorizzare per poi diffondere una preziosissima risorsa di un territorio ricco di biodiversità è tra le prime intenzioni di un borgo molisano, quello di San Pietro Avellana, che nella regione si distingue per la produzione del tartufo bianco. E su questa pregiata e gustosa “pepita” dei boschi dell’alto Molise si fonda una strategia di valorizzazione in chiave turistica che vuol agire proprio sfruttando i prodotti di un ambiente naturalistico che ancora conserva la genuinità delle sue coltivazioni.

7 Mostra Mercato Tartufo Bianco di San Pietro Avellana 2022
Mostra Mercato Tartufo Bianco di San Pietro Avellana 2022

Al taglio del nastro della ventisettesima edizione della Mostra Mercato del Tartufo bianco, il comune alto molisano di San Pietro Avellana ha registrato una folla di appassionati che hanno apprezzato odori e profumi e pietanze diverse realizzate per queste giornate ed incentrate sull’ingrediente principale del tartufo: primi piatti, creme, burri, carpacci, condimenti aromatizzati con il pregiato fungo ed altro come miele, liquori, pizze fritte tanto da dimostrare che s’intende proseguire in questa direzione per creare una formidabile potenziale attrazione in direzione di aree interne ancora poco conosciute.

Il sindaco del borgo molisano, Simona De Caprio, durante la cerimonia d’inaugurazione spiega quanto sia fondamentale organizzare rassegne incentrate sulla divulgazione delle ricchezze delle terre montane: favorevole la variabilità climatica tipica dei luoghi, l’abbondanza di tartufi bianchi (nonostante il prezzo sia schizzato nel giro di una settimana dai 2mila ai 4mila euro circa per le pezzature più grandi) fa ben sperare in una ripresa economica post covid che serve per aumentare le potenzialità del territorio. Integrare i diversi comparti dell’economia locale, in queste ed in altre occasioni, come l’enogastronomia, l’artigianato, il turismo attraverso eventi gastronomici e culturali potrebbe certamente rappresentare un investimento per chi desidera realizzare i propri progetti senza allontanarsi dalle proprie terre. I territori montani non vanno svantaggiati, piuttosto bisogna preservarli dall’abbandono creando una coesione territoriale in grado di sfruttare i punti di forza che nel caso di San Pietro Avellana si fondano sui prodotti dell’agricoltura.

L’argomento è stato ampiamente affrontato ed approfondito in una conferenza curata dal dottor Antonio Di Ludovico, già direttore generale della regione Molise, che assieme a studiosi ed esperti ha illustrato le potenzialità della produzione del tartufo bianco attraverso l’organizzazione di tartufaie controllate e coltivate anche secondo un progetto ben più ampio che colloca la tartuficoltura nel contesto programmatico di sviluppo delle aree interne studiato e messo a punto dall’Unione Europea. Con la partecipazione di Nicola Cavaliere, assessore all’Agricoltura, Caccia e Foreste della Regione Molise è stato possibile inquadrare le proprietà organolettiche che contraddistinguono questo pregiato “diamante” della terra che poi turisti ed appassionati hanno potuto gustare grazie agli stand numerosi disposti nella principale piazza Umberto I.

Durante la mostra, è stato possibile visitare il Museo del Tartufo che si sta contraddistinguendo per il suo particolarissimo “percorso sensoriale” ed il Museo dell’Alto Molise con le sue sezioni dedicate ad usi, costumi, mestieri antichi, archeologia e dell’Autunno ’43 incentrato sugli eventi della Seconda guerra mondiale. La terra Sanpietrese rappresenta quindi un’interessante realtà dal punto di vista gastronomico proprio per la vendita dei tartufi, neri e bianchi freschi, di alta qualità e pregiati presentati in prodotti quali conserve, salse, nei macinati, negli oli. Il tartufo bianco ha non solamente un sapore unico in grado di arricchire qualsiasi pietanza ma ha proprietà benefiche per la salute perché combatte l’invecchiamento, contrasta i radicali liberi, ha proprietà elasticizzanti e favorisce la digestione. Privo di colesterolo, è fonte ricca di potassio, magnesio, calcio e grazie a proteine e vitamine contenute può essere un valido alleato nelle diete ipocaloriche.

Il borgo di San Pietro Avellana ha origini antichissime risalenti all’epoca dei Sanniti e grazie all’abbondanza di sorgenti e corsi d’acqua è particolarmente ricco di prodotti del sottobosco. La sua natura incontaminata permette lo sviluppo del turismo escursionistico: in luoghi straordinariamente belli, è possibile passeggiare a piedi od in bicicletta su percorsi segnalati o navigare in canoa sul fiume Sangro. I percorsi si suddividono per difficoltà e tempi di percorrenza: situati in prossimità del tratturo Celano-Foggia, sulla vetta di Monte Miglio, a oltre mille metri di quota, il turista potrà osservare   tratti di mura poligonali di epoca sannitica. Il borgo ha un osservatorio astronomico “Leopoldo Del Re” dove è possibile ammirare le meraviglie del cielo. Da visitare anche le sorgenti di Pesco Bertino, di Capo di Vandra, della Fonte Calante. In un rigoglioso bosco di faggi, è possibile addentrarsi nell’eremo di Sant’Amico, patrono di San Pietro Avellana.