Spettacolo di Peppe Barra al Teatro di Mercato San Severino

Di Anna Maria Noia

Nuovo appuntamento con la drammaturgia, al “Comunale” di Mercato San Severino: eccezionalmente di martedì – piuttosto che di giovedì – ecco che il 13 dicembre, alle 21, il celebre Peppe Barra (artista della tradizione etnografica partenopea) porterà in scena “La cantata dei pastori”. Si tratta di una poetica e malinconica pièce, per la regia di Lamberto Lambertini, incarnante l’ingenua e fatalista inventiva (estro) tipica del popolo napoletano. La rappresentazione, nella sua combinazione – di dolcezza acerba ed incantata – apotropaica ed etnografica tutta meridionale, è stata ripresa anche da Roberto De Simone. Il “maestro” De Simone, per tutti. Musicologo, antropologo ed etnografo di gran fama. Lo spettacolo pare modellato sullo stesso Peppe Barra. Che lo ha vissuto e “posseduto”, visceralmente; napoletanamente da più di quarant’anni.

Nelle primissime edizioni de “La cantata dei pastori” vi era anche la madre del poliedrico istrione-guitto: la simpatica ed energica Concetta Barra. “La cantata” metaforizza un po’ l’abbandono alla “sorte” del popolo partenopeo – a mo’ di ideali (e reali) pastori, in attesa che un Dio; un cristo li raduni per mezzo degli angeli. Com’è scritto nel Vangelo, secondo il quale i primi “fedeli” ad adorare Gesù bambino sono proprio gli umili, ma semplici, pecorari. Ogni animo napoletano è fatalista. Attende sempre, come se dovesse giungere un Godot; la manna dal Cielo. Del resto, anche nel presepe di stampo (o matrice) napoletano settecentesco – portato nella città mitteleuropea da S Gaetano da Thiene – esiste la figura del pastorello dormiente, chiamato: Benino o Beniamino. Per il semplice fatto di dormire, egli rappresenta – agli occhi dei “gentili” e di noi che guardiamo, trepidi spettatori della Natività – o l’indifferenza oppure la speranza e la fiducia, l’affidamento durante il “sonno della ragione”. Il plot incanta con il suo struggersi. È stato rappresentato anche in Europa.

Quest’anno, è scritto nelle apposite note di regia e/o nella sinossi, il duo Barra-Lamberto Lambertini ripropone lo spettacolo in una edizione definita “nuovissima”. Sempre offrendo, all’affezionatissimo pubblico – si spera sempre caloroso – continue sorprese; colpi di scena imprevisti, provocando irrefrenabili risate ma anche sentite lacrime di commozione. Peppe Barra torna ad indossare i panni e la maschera – dal latino: “persona”, in quanto le maschere di legno della prima latinità permettevano alla voce di “risuonare” – del pulcinellesco scrivano Razzullo. Insieme a tale attore, ecco anche Lalla Esposito – che interpreta Sarchiapone. Ad interpretare le “buffe vicissitudini” – così le descrivono le note di regia – dei due poveracci. Nella Palestina di Gesù Cristo. Tra espedienti per vincere la fame e crimini perpetrati per dar un senso all’esistenza umana, nel suo inquieto viaggio in mezzo alla caducità della natura. Quella delle creature, appunto, terrene. Il tutto mentre sta per avvenire uno scontro quasi “titanico”, tra angeli e demoni. Nel mentre, ancora, Maria e Giuseppe sono alla ricerca di un posto per far nascere il Divin Infante. Nella dignità regale della nuda povertà.

Il sottotitolo del plot è “Per la nascita del Verbo umanato”. Accanto ai due “big” recita – inoltre – una pletora di valenti interpreti: Luca De Lorenzo; Serena De Siena; Massimo Masiello; Antonio Romano; Rosalba Santoro. Per non parlare dei validi musicisti: Pasquale Benincasa – percussioni; Giuseppe Di Colandrea – clarinetto; Agostino Oliviero (violino e mandolino); Antonio Ottaviano (al piano). Al centro dello spettacolo (colto e popolare al tempo stesso), Napoli e la sua ricchezza e varietà di cangianti umori. Un affresco arabescato di situazioni e di contraddizioni – alcune davvero evidenti. Proprio un presepe, è la cara Neapolis – e non solo nel periodo natalizio.

Prossimo spettacolo in cartellone: “Masaniello revolution”, con l’altrettanto affermato showman Sal da Vinci. Tale kermesse – in atto giovedì 12 gennaio 2023, sempre alle 21 – sarà rappresentata al teatro “Augusteo” di Napoli. Nell’ambito delle trasferte di “Teatro in movimento”, l’innovativa formula di questi ultimi anni – da un’intuizione della famiglia Caccavale, al timone della struttura cine-teatrale di Mercato San Severino sin dal 2018. I Caccavale, patron de “L’Augusteo” di Napoli, assieme a Michele Stornaiuolo – già responsabile per il teatro sanseverinese – offrono all’affezionato uditorio occasioni per recarsi, con apposite navette in partenza da San Severino, presso il celebre teatro napoletano. Questo è, in sintesi, lo scopo di “Teatro in movimento”: andare a Napoli ed assistere a delle “visioni”, che necessitano di più spazi e/o di ulteriori scenografie – per essere performate. Un’idea che rafforza la già ottima qualità di questi copioni drammaturgici. Dopo Sal da Vinci, sarà il turno di Peppe Iodice – con “Peppytoriale”, il 2 febbraio. Ancora, vi sarà Paolo Caiazzo – giovedì 23 febbraio – e si alterneranno ancora altri show. La stagione 2022/2023 si concluderà, in bellezza; col botto, il 4 maggio prossimo venturo. A dettare le note finali del cartellone sarà Stefano De Martino, il ballerino lanciato dai talent show – che si è dimostrato, anche, un ottimo intrattenitore ed affabulatore. Una scommessa vinta, dunque, quella di e con De Martino. Dopo i successi de “Il pigmalione di Napoli” (con la presenza del laboratorio di drammaturgia “Crescere insieme, oltre il teatro”, Mercato San Severino) e di “Ancora… bis!”, portato sul palco dall’imitatore Francesco Cicchella, attesissimi “pezzi da novanta” saranno Biagio Izzo e Massimo Ranieri.

Il primo è un habitué, ormai, della realtà di San Severino. Reciterà assieme a Mario Porfito, ne “La coppia strana”, giovedì 2 marzo. Massimo Ranieri, invece, si esibirà a Napoli (“Augusteo” – “Teatro in movimento”) – il prossimo 20 aprile. Il suo show prende spunto da alcune frasi di “Perdere l’amore”, hit sanremese vincitrice del festival – edizione 1988. “Tutti i sogni ancora in volo” è anche il titolo di una sua, recente, opera letteraria. Siamo certi che la “premiata ditta” Caccavale-Stornaiuolo ci stupirà anche in futuro, con ulteriori e prestigiose serate di gran classe e qualità. Collegando e connettendo Mercato San Severino con la bella Partenope.