Con Pelè se ne va chi è stato l’asticella del calcio

Di Flavio Pezzella

Nella sera del 29 dicembre 2022 ci lascia uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, Edson Arantes do Nascimento. Pelé. O Rei trascorre la sua carriera nel club del Santos con cui vince 27 trofei tra il campionato paulista e quello della serie A brasiliana. Nell’ ultimo tempo della sua carriera si trasferisce in America, dove vince un campionato NASL con i New York Cosmos. Pelé trasforma il suo Brasile rendendolo invincibile ai suoi tempi. Con la Selecao vince tre campionati mondiali (l’unico a riuscirci nella storia) nel 58, nel 62, nel 70. Con la maglia del Brasile realizza il terzo più grande gol della storia dei Mondiali, quello contro la Svezia nel 1958. La FIFA gli riconosce la bellezza di 1281 reti in 1363 partite giocate con una media pari a 0,93 gol a partita.

Precisamente per lui non si può definire un’esatta posizione, era ovunque e faceva bene ovunque stesse. Era un giocatore completo, un giocatore moderno. Moderno negli anni 50-70. Ed è anche per questo che Pelé rimarrà sempre un giocatore unico, capace di coniugare tecnica ed abilità atletiche, intelligenza e velocità, precisione dei passaggi e senso del gol. Se associassimo la parola “dribbling” ad O Rei, ci verrebbe in mente la “drible da vaca”: è una mossa nel calcio che si verifica quando il giocatore dribbla il suo avversario toccando la palla da un lato e passandola dall’altro. Pertanto l’avversario non sa prestare attenzione alla palla che passa da una parte, o l’avversario, che passa dall’altra. Un esempio di questa tecnica si ebbe durante la partita contro l’Uruguay nel Mondiale del 1970, quando l’attaccante lasciò passare il pallone (senza toccarlo) verso un lato del portiere Ladislao Mazurkiewicz e si lanciò su quell’opposto, disorientando l’avversario. Pelé fi anche un eccelso “colpitore” di testa, nonostante la statura relativamente ridotta; nella finale della citata edizione dei Mondiali di calcio marcò un gol effettuando un balzo da atleta.

Terminata la sua carriera agonistica, decise di non diventare allenatore. Gli furono dedicati diversi film e documentari, finanche un videogioco. Nel 1992 fu nominato ambasciatore delle Nazioni Unite per l’ecologia e l’ambiente e nel giugno del 1994 divenne Goodwill Ambassador nominato dall’UNESCO. Nel novembre del 2014 iniziano i suoi problemi di salute: viene ricoverato in ospedale a causa di calcoli renali localizzati a livello dell’uretra e della vescica e per un’infezione urinaria. Verrà dimesso il 9 dicembre.

Nel maggio seguente viene operato alla prostata presso l’ospedale Albert Einstein di San Paolo. Il 4 settembre dello stesso anno subirà un altro intervento per un tumore al colon. Pelé ci ha lasciato fisicamente ma rimarrà sempre impresso nella mente di chi ama veramente questo sport. Ad ogni bella “giocata” che magari faremo al campetto con i nostri amici, seguirà per sempre, scherzosamente, nostalgicamente, la frase “ma chi sei, Pelé?”. Quando si tenta di paragonarlo ad altri più grandi della storia, sono proprio questi altri a considerarsi onorati di essere paragonati a lui. Lui che è stato l’asticella del calcio. Ora va ed insegna agli angeli come si gioca a football. E non scordarti di salutarci il tuo amico, il nostro amico Diego. Sempre sarai ricordato quaggiù, O Rei.