“Non chiedermi chi sono” di Luca Trapanese a Pettoranello del Molise (IS)
“Non chiedermi chi sono”, il nuovo romanzo di Luca Trapanese, approda a Pettoranello del Molise, in provincia di Isernia. Domenica 31 agosto l’autore presenterà il suo libro, un racconto che con delicatezza attraversa la sofferenza dell’imperfezione, il cammino della cura e infine la vittoria contro i pregiudizi.
L’evento è organizzato in collaborazione con le famiglie della Scuola primaria e il Gruppo di lettura Pettoranello, Stop bullismo Macchia d’Isernia ODV, l’Angolo letterario del Bar in Piazza, Scuola&Servizi di Michele Di Castro, Giunti al Punto, APS Educazione Libera e l’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII.
Di Silvia De Cristofaro
Ci sono dei termini nel vocabolario della nostra società moderna che da diversi anni riempiono bocche, discorsi, intenzioni, progetti che poi diventano punti di forza, interventi di fatto, linee guida, modelli. Stiamo parlando di inclusione, sensibilizzazione, accettazione dell’altro, negazione della diversità, valorizzazione della differenza, integrazione, equità educativa. La lingua italiana ci regala da sempre straordinarie parole. Basta andare a ricercarle. Ma da qui ad accettarle per la loro più intima essenza, siamo lontani anni luce.

Non siamo mai completamente appartenenti a una comunità educante e inclusiva se ogni singolo individuo non si sveste di pregiudizi e non accoglie e tutela qualsiasi disabilità, ponendola sullo stesso piano dell’abilità. Meglio ancora, non sottoponendola a differenze. Tutti identici in questioni di diritti, sotto uno stesso cielo, con le stesse condizioni. La differenza non è una ricchezza, magari la specifica singolarità lo è. La differenza, la diversità ti distruggono, a meno che non ci siano un tizio, più tizi, un gruppo, un agglomerato che combatta perché queste disuguaglianze vengano annientate oggi, domani, tra cent’anni, purché si inizi una rivoluzione che duri il tempo necessario ad abbattere i preconcetti legati alle difformità.
Luca Trapanese, scrittore nato a Napoli nel 1977, sembra avere tra le sue esperienze un coraggio straordinario, perché ha avuto il particolarissimo talento di trasformare qualsiasi vicenda (anche negativa, dolorosa, sconcertante) della sua vita in un insegnamento per se stesso e per gli altri.
Nel suo recente romanzo Non chiedermi chi sono (Einaudi, 2024), sceglie una tematica difficile: si incammina, col suo alter ego Livio, protagonista di queste pagine, nei meandri della schizofrenia e, per giunta (da qui l’azione coraggiosa), la classifica non tanto come malattia mentale (di quelle per cui ci si terrorizza al solo pensiero e alla persona che ne soffre), ma come una disabilità identica alle altre, per cui generalmente si prova tenerezza.
Siamo al punto di partenza sulla questione della diffidenza, perché lo stesso autore, anche assessore alle Politiche per il Welfare del Comune di Napoli, dichiara che la schizofrenia sia esclusa dal mondo della disabilità. Un ragazzo down o autistico è meno problematico, pericoloso, difficile di un coetaneo schizofrenico. Sotto accusa, quindi, una società non in grado di studiare un disturbo psichiatrico che ha tantissime sfaccettature basate sull’alterazione del comportamento e dell’affettività. Ed è proprio per questa “disconnessione” dalla realtà, per i suoi disturbi d’ansia e depressivi, che lo schizofrenico va capito, non abbandonato.

Trapanese affronta ancora una volta un argomento per cercare di diffondere la conoscenza di una patologia non correttamente appresa, se non dai medici specializzati, e trovare soluzioni per migliorare la vita sociale dei soggetti affetti da schizofrenia, a sostegno delle famiglie che debbono affrontare un quotidiano non sempre sereno.
Durante la presentazione del romanzo, il prossimo 31 agosto alle 17:30 nella piazza principale di Pettoranello del Molise, in provincia di Isernia, Trapanese rimarcherà le sue intenzioni, i valori e i principi che hanno caratterizzato la sua esistenza: ispirare la gente a credere nella possibilità di cambiare un mondo annacquato di pregiudizi e discriminazioni e intervenire per l’accettazione sociale di chi invece si ritiene dannoso.
Come per altre sindromi, la schizofrenia non va temuta. E Trapanese, con i suoi scritti sempre incentrati sull’impegno per la creazione di comunità inclusive che garantiscano una vera integrazione e un sostegno ai più vulnerabili, riesce a scuotere le nostre coscienze. E a commuoverci per i suoi percorsi nel volontariato, per la sua amorevole assistenza ai disabili, per la sua sfida di genitore single quando adotta Alba, una bimba con sindrome di Down, e ne fa la sua ragione di vita.
Ma non sembra bastare e così impugna quell’efficace arma che è la penna e scrive: Le nostre imperfezioni (Salani, 2021), Le avventure del Sottosotto con Francesca Vecchioni (Giunti, 2019), A me non è successo mai. Storie di padri e disabilità in collaborazione con altri autori (Carocci, 2022), Nata per te. Storia di Alba raccontata fra noi (Einaudi, 2018), e Vi stupiremo con difetti speciali. Storie di Alba, Akin e Huang (Giunti, 2020), che da omaggio alla diversità diventa una vera e propria collana “Alba”, scritta da Patrizia Rinaldi e illustrata da Francesca Assirelli, di cui Luca è stato il curatore.

Appuntamento, quindi, a domenica prossima negli spazi antistanti il Bar in Piazza, in piazza Marconi, per un interessante e certamente istruttivo dialogo con Luca Trapanese, con la presenza del giornalista Giuseppe Rapuano, della scrittrice Greta Rodan, della docente Santina Cianfrani. Interverranno inoltre Angela Perpetua, assessore al Comune di Isernia, e il dirigente scolastico Bruno Caccioppoli. Un pomeriggio di confronto che promette di arricchire le nostre conoscenze, attraversando le vie del cuore.
Silvia De Cristofaro