Genova. Trasporti pubblici: messaggio social, di una studentessa, al presidente Toti
Parliamo di Genova, ma potrebbe essere qualunque altra città italiana. Si ritorna alla scuola in presenza, ma quanto, e come, è cambiata la situazione del trasporto pubblico?
Di Antonello Rivano
Nel capoluogo ligure, nonostante promesse e proclami, le cose non sembrano essere cambiate molto rispetto al periodo più critico.
Se ne accorgono soprattutto i ragazzi, tanto che una studentessa genovese, dopo aver anche postato un video in rete, scrive un messaggio sul profilo Instagram del Governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti.
Riproduciamo integralmente il testo del messaggio.
Omettiamo, per ragione di privacy, il nome della ragazza:
“Buongiorno presidente, sono Xxxxxxxxxx Xxxxxxx, una studentessa di uno degli istituti di scuola superiore di Genova. Oggi sono tornata a scuola, perché evidentemente, e per fortuna, vi sono le condizioni per poterlo fare in sicurezza. Il problema però ora è un altro: gli autobus.
l’ “1“, che parte da “Voltri” e arriva a “Caricamento“, stamattina, come sempre, era pienissimo e ovviamente c’erano persone che non rispettavano le regole (no mascherina ecc…).
I controlli che dovrebbero esserci io non li ho mai visti.
Lei di sicuro mi dirà che ha disposto degli autobus per gli studenti, ma servono a poco perché fanno poche fermate.
Le scrivo per segnalarle questo problema, nella speranza che possa risolverlo.
La ringrazio, se leggerà questo messaggio, e le auguro buona giornata.
Cordiali saluti Xxxxxxxxxx Xxxxxxx.“
Al momento il Governatore della Liguria, o chi per esso, non ha ancora trovato il tempo di rispondere alla messaggio di Xxxxxxxx. Ci auguriamo però che l’abbia letto e che stia pensando a come venire incontro alla sua richiesta.
Resta comunque il fatto che questa non è la segnalazione fatta da un “adulto”, infastidito dal gran numero di ragazzi sul mezzo, ma di una “giovane” che si rende conto del problema di cui gli “studenti” non sono causa ma vittime, come tutti gli altri utenti.
E’ evidente che il problema non è “tornare alla scuola in presenza”, ma la gestione di tutto quello che ne consegue, mezzi pubblici in primis.
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