Gio. Apr 25th, 2024

Presenza di cancelli al castello di Mercato San Severino, utenti protestano per non potervi accedere

di Anna Maria Noia

Il castello di Mercato San Severino è sempre al centro dell’attenzione, dai tempi passati, delle varie amministrazioni che si sono succedute nella cittadina in provincia di Salerno. Si tratta di un bene valorizzato e/o da continuare a valorizzare. Un esempio di bellezza e di stile, della fantasiosa architettura di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e oltre; frutto dell’ingegno di tante popolazioni che hanno dominato (ma mai completamente soggiogato) il nostro Sud – così ricco di monumenti similari. Il maniero, fatto realizzare all’epoca di Troisio o Torgisio de Rota – poi “de sancto Severino” – e ricostruito negli anni successivi da altre civiltà, svela la sua unicità costruttiva.

È una delle fortificazioni più grandi del Meridione. Oltre alle cinte murarie normanne, quindi, il complesso è stato poi “recuperato” (per così dire) da Svevi e Aragonesi-Angioni che lo hanno abitato, “adattandolo” ai canoni costruttivi delle proprie epoche. Sia l’ex sindaco Giovanni Romano che l’attuale primo cittadino, Antonio Somma, hanno dato e tuttora prestano grande attenzione al bene architettonico della nobile stirpe dei Sanseverino [sic!]. Una schiatta che ha attraversato, sfidato, i secoli – protagonista di gran parte della storia (grande o “piccola”) del Mezzogiorno. Addirittura imparentata con il re Carlo V. Negli ultimi anni, circa una trentina – o forse più – il castello è stato interessato da numerosi interventi di restauro “preservativo” e non – totalmente – “ricostruttivo”. Sono state, cioè, estirpate le piante spontanee che più inficiavano tale monumento. Piuttosto che cementificare l’area del maniero. Sono stati creati – in tutti questi anni – percorsi botanici e naturalistici. Sono stati effettuati lavori di manutenzione e di messa in sicurezza. Il castello, insomma, ha fatto e sta ancora facendo “girare” l’economia – soprattutto turistica – di San Severino. Ancora, l’area è divenuta sito – anzi: parco archeologico, con “annessa” una scuola di specializzazione in archeologia medievale – affidata alla supervisione del docente universitario Paolo Peduto. Quindi è stato fatto, o si sta facendo, molto per promuovere le visite al bene. In collaborazione con le amministrazioni Romano e Somma. Venendo a noi, ai tempi più recenti, il Comune ha messo in campo anche corsi (sebbene gratuiti) per guide escursionistiche, che illustrassero – soprattutto ai bambini delle scuole primarie del territorio (e non solo) – l’affascinante storia dei Sanseverino. Iniziative che hanno riscosso successo ed entusiasmo. Ed un buon seguito di insegnanti e studenti, coinvolti dalle guide che hanno spiegato loro come si viveva nella temperie di Troisio e dei Sanseverino.

Ma non sono mancati i vandali, che sistematicamente hanno più volte distrutto le luci – prontamente ricambiate a cura del Comune – o visitatori “della domenica” che – in vista ad esempio della Pasquetta – non hanno lesinato di lasciare rifiuti vari sulla collina del maniero, dopo il picnic o le incursioni “esplorative”. È di questi giorni l’ennesima polemica – ad opera dei visitatori “free lance” (diciamo così), ossia non appartenenti a gruppi di escursionisti che hanno prenotato la loro ascesa al bene. Occorre dire che – attualmente – vi è una particolare sinergia tra i sodalizi territoriali sanseverinesi, per organizzare le visite guidate e tante altre iniziative e manifestazioni (ad esempio, il recente evento enogastronomico “Calici di storia”) proprio su al castello. Grazie all’impegno del sindaco Somma; del vicesindaco – nonché assessore alla Cultura e alla Promozione Turistica – Enza Cavaliere; di associazioni come “Il cantastorie” e “Universitas Sancti Severini”, assieme anche alla Pro Loco. La polemica, veicolata – come di solito – (anche) sui social, fa fronte al riscontro di alcuni cancelli posti a “limitare l’accesso”, secondo degli utenti, agli appassionati di storia locale. Che vorrebbero potersi recare in maggior libertà lungo i sentieri varcati e percorsi dai cavalieri medievali, guidati da Troisio e dai “vassalli” o condottieri successivi. In un post, suffragato anche da qualche foto, un cittadino stigmatizza appunto la presenza delle cancellate nei pressi del castello. Ed esprime di essere irritato per questo motivo. E per il fatto che non si possono portare i bambini a “visitare i luoghi della storia”, “come i nostri padri fecero con noi”. Il cittadino non ritiene giusta la chiusura. Per lui, tali cancellate non dovrebbero esserci, neanche se sono dovute alla protezione del sito archeologico. Ed invita chi di dovere, almeno, ad affiggere appositi orari di apertura e di chiusura.

Secondo questo utente, il fatto di precludere l’accesso agli appassionati di storia sanseverinese potrebbe costituire un boomerang – che avrà l’effetto di allontanare le persone dalla fortificazione. Giunge pronta – a tal uopo – la “risposta” da parte dell’amministrazione. “I cancelli – asseriscono fonti da Palazzo di Città – sono presenti ormai da anni; infatti c’è un cantiere ancora aperto. Verranno tolti al termine dei lavori”. E, precisano anche altri amministratori: “Il castello è ancora un cantiere di restauro, che gode di un appalto pubblico – finanziato con fondi Por e Fesr”. Il cantiere – dichiara a tal proposito il vicesindaco Cavaliere – ha finora consentito di mettere in sicurezza alcune aree pericolanti, nonché di rendere visitabili nuove zone. Aree dapprima sepolte dai detriti e inficiate dalla vegetazione. Rovinate dall’usura del tempo”. Il castello, dicono dal Municipio, è un simbolo della cittadina – un bene in cui “riconoscersi”. Emergono, dunque, le efficaci politiche culturali (in senso lato, non precipuamente o relativamente all’apposito, omonimo, ufficio comunale) intraprese dagli attuali e passati amministratori. Con molti scolari, cittadini, escursionisti e visitatori “esterni” accorsi a godere delle bellezze del rudere monumentale e di altre località del Sanseverinese. A

fferma Enza Cavaliere: “Il cantiere sul castello sarà disinstallato a breve. Presto il bene sarà maggiormente accessibile, in altre parti oggi non ancora percorribili. Però qualche barriera dovrà rimanere – per maggiore sicurezza degli utenti”. “I cancelli – spiega sempre la Cavaliere, interpellata – dovrebbero inoltre servire da deterrente per i continui atti di vandalismo, perpetrati al cantiere e alla struttura del castrum”. “Le azioni degli unni – prosegue l’assessore – sono le cose che più hanno danneggiato il nostro splendido monumento in questi anni”. “Per questo motivo – prosegue – sono comunque previste – nel tempo a venire – altre barriere e chiusure agli ingressi principali. Anche dopo finito il restauro [tra poco, a detta dell’assessore], e una volta consegnato nuovamente il castrum alla collettività”. “Sarà cura dell’amministrazione – dichiara la Cavaliere – garantire l’accesso settimanale al castello. In giorni e orari stabiliti. Con apposito addetto, che si occupi degli accessi. Già ci stiamo muovendo in tal senso” – conclude la vicesindaca. “Oltre alle visite “libere” – chiosa la Cavaliere – intendiamo divulgare e far conoscere il bene mediante eventi periodici, coinvolgendo sempre più le associazioni del comprensorio”.

Altre voci dal Comune fanno, infine, sapere che – per quanto concerne la cartellonistica indicante la presenza del cantiere – “essa cartellonistica è esposta in maniera ben visibile, esplicando chiaramente che le aree chiuse sono interdette al pubblico, in quanto oggetto di interventi di restauro. Chi vi accede, quindi, forzando eventualmente i cancelli commette un’effrazione”. Insomma, potrebbe sembrare (solo in apparenza) il classico “tanto rumore per nulla” da parte di alcune persone, soprattutto considerando che le cancellate, le “barriere” già erano presenti da tempo. Anche se, in realtà, il cittadino deluso obietta e ribatte – ci sembra, abbastanza opportunamente – che “per motivi di sicurezza” non si sarebbero dovute proprio organizzare le frequenti visite guidate (“istituzionali”) di questi ultimi anni alla struttura. Con le scuole. Inoltre, il cartello di segnalazione interventi avrebbe dovuto – sempre secondo alcuni cittadini, giustamente – indicare la data e la conclusione dei lavori suddetti. Pare un’obiezione quantomeno legittima, ma attendiamo ulteriori comunicazioni dal Comune, assieme ad altri sviluppi. Concernenti tale vicenda.



Anna Maria Noia

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