
Anche Bologna ha il suo memoriale
Redazione Emilia Romagna – Concepito durante il 70° anno dalla liberazione di Auschwitz e inaugurato il 27 Gennaio, il Memoriale della Shoah è nato dall’impegno congiunto della Comunità Ebraica, istituzioni e privati cittadini, si rivolge tanto al passato quanto al futuro.
Il monumento è stato progettato dallo studio Set Architects, ed composto da due blocchi di acciaio cor-ten che si corrode all’aria aperta, alti 10 metri uno di fronte all’altro, che convergono fino a lasciare uno spazio stretto al punto da permettere il passaggio di una sola persona. Ai lati, vi sono celle vuote che si ripetono a simboleggiare i dormitori dei deportati. L’altra facciata invece è liscia, pensata apposta per riflettere suoni e immagini. «È un monumento molto forte, un’immagine molto cruda – ha spiegato il progettista Onorato di Manno – il passaggio dentro uno spazio angosciante spinge le persone a riflettere».
Il memoriale della Shoah di Bologna è costato 250.000 euro, di cui 120.000 messi a disposizione dalla Regione e 30.000 euro donati dalla Federazione ebraica di Las Vegas. Il bando internazionale, a cui ha contribuito l’ordine degli architetti, ha raccolto 284 proposte di cui il 30% dall’estero. La commissione che ha selezionato il progetto era presieduta da Peter Eisenmann, l’architetto che ha progetto il Memoriale di Berlino.
È rigorosa l’atmosfera che si percepisce salendo i gradini che portano ai blocchi d’acciaio e l’emozione aumenta quando si è “costretti” a passare uno alla volta tra quei due giganti, tanto che la breve passeggiata porta immediatamente il pensiero ad Auschwitz. Sebbene sia posto in una zona “viva” della città, è immediato anche il silenzio che ti avvolge.
Dal giorno dell’apertura sono tantissimi i cittadini che si fermano anche solo incuriositi e molti sono gli studenti, soprattutto del Liceo situato proprio di fronte al monumento che lo hanno già adottato come luogo di ritrovo pre e post lezione. Un modo come altri per rendere vivo il passato e non lasciare che la storia rimanga in un libro di testo che prima o poi ingiallirà.
Domenico Oliva