Mer. Feb 19th, 2025

“Terra bruciata!”. In ricordo di Graziella di Gasparro

Polis Sa Magazine ricorda Graziella di Gasparro, amica di lotta. In tuo nome, Graziella, non indietreggeremo dinanzi a giustizia e libertà

Tra le vittime del Covid19 ora c’è anche lei: Graziella di Gasparro, è sopravvissuta ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ma il suo cuore si è dovuto arrendere, ieri sera, al coronavirus.  Negli anni, non ha mai smesso di combattere per ricordare la strage del 1 novembre 1943 quando a Conca della Campania 18 civili furono barbaramente fucilati dall’esercito tedesco. Polis SA Magazine la vuole ricordare con questo intervista, realizzata da Maria Rosaria Onorato, relativa al docufilm “Terra Bruciata”.

Ciao Graziella

La Redazione

TERRA BRUCIATA!

di Maria Rosaria Anna Onorato

Ho provato molte volte  a chiedermi dove sarei andato a finire dopo l’ 8 settembre ’43. Sarei tornato a casa o sarei rimasto dove mi trovavo, ‘sbandato’, incerto, tradito, orfano. Tradito ed orfano quasi certamente: tradito dagli eventi, orfano dello Stato. L’ otto settembre è la data dei burocrati di rango, di quelli che stringono accordi segreti con il nuovo alleato, di quelli che fuggono in automobile, precipitando il Paese nella guerra civile. Mentre la Corte salvava il proprio fragile corpo dall’imperizia che lo aveva governato per un ventennio, gli Italiani furono inutilmente macellati da Sud a Nord, e senza esclusione di colpi.

Comincia così il film di Luca Gianfrancesco ‘Terra bruciata’ che ieri sera è stato proiettato a Largo Barbuti nell’ambito della rassegna ‘Alleate presenze’. La mattina del 1° novembre 1943, a Conca della Campania, un piccolo borgo della provincia di Caserta, 19 civili vengono trucidati da una pattuglia di militari tedeschi. Graziella Di Gasparro, figlia di uno dei caduti, lotta da anni per tener viva la memoria di quell’eccidio dimenticato. Oggi Graziella non è più giovane, gira in carozzella; dove le gambe non arrivano, arrivano i suoi occhi grandi, scuri, espressivi, intrisi di un fondo di malinconia.

La lotta per tenere viva la memoria di quei giorni l’ha resa forte, infaticabile. Oggi pomeriggio ci siamo sentite al volo su Messanger, con due sole parole è riuscita a comunicarmi la sua tenacia, alle 19.30 è già sotto il telone sul quale si proietterà il suo film. Aspetta, tenacemente.

Ha rifiutato di partecipare alle parate comunali quando ha sentito ‘odore di campagna elettorale’, ha rifiutato le futili commemorazioni finché non ha ottenuto quello che voleva: la croce nel punto esatto nel quale è caduto il padre, la croce sull’ ‘erba rossa’.  Nessuno vedeva l’erba rossa, solo io vedevo l’erba tingersi di rosso, mi racconta, lì dove è stato versato sangue innocente.

Graziella di Gasparro

La storia di questo docufilm inizia nel 2013, Graziella mi racconta che, all’improvviso, per una serie di coincidenze fortunate il film comincia a prendere corpo. Lei è soddisfatta per aver reso giustizia ai suoi morti, nel suo paese ‘nessuna croce manca, (ma) il suo cuore è il paese più straziato’. Nei suoi occhi sempre in movimento, ora c’è armonia, ‘in nome dei suoi’ ha raggiunto il suo scopo. Mentre parliamo, ci sorprende un violento acquazzone, nemmeno l’inclemenza del tempo la ferma. Ci trasferiamo a Sant’Apollonia; sciamano velocemente sotto la pioggia, spettatori, sedie, attrezzature, il grande telone per la proiezione e Graziella.

Seguo la fiumana che sale verso Sant’Apollonia, all’ingresso della chiesa sconsacrata attendiamo di poter entrare, nemmeno per un attimo abbiamo messo in dubbio che la proiezione si sarebbe fatta. Gli spettatori prendono posto, breve presentazione, attori e regista, e poi il colpo di mano di Graziella ‘voglio girare le scuole della Campania con questo film’. La Resistenza è iniziata al Sud, penso, e ringrazio in cuor mio chi dette la vita combattendo il nazifascismo e chi ne fu vittima innocente.

Se mi chiedessero stasera da che ‘parte’ sarei stato dopo l’8 settembre non avrei dubbi sulla risposta. Graziella ha soffiato sul mio cuore lo spirito giusto.

Maria Rosaria Anna Onorato

Terra Bruciata’, regia di Luca Gianfrancesco, genere documentario, Italia 2018, durata 90’, distribuito da Cinecittà Luce.

Cfr., G. Ungaretti, San Martino del Carso, da ‘Vita di un uomo, Mondadori.

image_printDownload in PDF

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *