Ven. Apr 19th, 2024

“Cronaca di una morte annunciata”: perché tante morti bianche?

Continuano le morti sul lavoro, le cosiddette “morti bianche”

In prossimità del 1° maggio Festa dei Lavoratori, e nei giorni a seguire, continuano le morti sul lavoro, le cosiddette “morti bianche”.

Di Nicoletta Lamberti

Marco Oldrati: 52 anni, muratore, lavoratore della ditta Demco di Seriate, abitava a San Paolo d’Argon, provincia di Bergamo, morto l’8 maggio cadendo da un trabattello in un cantiere a Tradate.

Christian Martinelli: 49 anni, operaio meccanico di Legnano, morto il 5 maggio mentre stava lavorando a un tornio in un’azienda di Busto Arsizio, in provincia di Varese.

Luana D’Orazio: 22 anni, giovane lavoratrice,madre di un bambino piccolo, morta il 3 maggio, intrappolata da un macchinario, precisamente un orditoio, in una fabbrica tessile a Montemurlo, nella provincia di Prato.

Natalino Albano: 49 anni,operaio, morto il 29 aprile nel porto di Taranto. Il lavoratore, addetto al carico di una nave – per paura di essere investito – è precipitato sulla banchina.

Mattia Battistetti: 23 anni, operaio edile, morto il 29 aprile, schiacciato da un carico staccatosi da una gru in un cantiere a Montebelluna, in provincia di Treviso.

Nomi e cognomi di persone, vite umane, anime … o solo numeri?

Mattia Battistetti: 23 anni

Nel primo trimestre 2021 sono state già 185 le denunce di infortunio mortale, come dichiarato dall’INAIL. Un dato molto più elevato rispetto al primo trimestre 2020. Nel 2020 gli infortuni sul lavoro “mortali” sono stati 1.270; in media 3,47 morti al giorno. Un aggravamento dei dati (che si verifica soprattutto in regioni come il Lazio, l’Abruzzo, la Lombardia e la Campania) derivante anche dalle morti sul lavoro causate dalla pandemia da Covid – 19. In generale, gli incidenti mortali avvengono o per caduta dall’alto o per il ribaltamento di un veicolo.

In Italia il punto di riferimento sulla Sicurezza sul Lavoro è il Testo Unico D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, ex legge 626/ 94, aggiornato a febbraio 2021. 

Nel nostro Paese – dove si inizia a parlare di sicurezza sul lavoro già a partire dal 1886 – in relazione ai bambini – con la legge n. 3657 del 1886 –  solamente nel 1994 è stato emanato il D.lgs. n. 626/1994, in notevole ritardo rispetto alle direttive europee, nel quale vengono definiti gli obblighi per il datore di lavoro e i lavoratori, vengono istituite le figure del responsabile del servizio di prevenzione e protezione e degli addetti, del medico competente e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Con il decreto n. 81/2008 il modello autorizzativo viene sostituito con un modello organizzativo “auto – valutativo”.

-Luana D’Orazio: 22 anni-

I datori di lavoro devono redigere il DVR (Documento Valutazione Rischi) che racchiude le valutazioni, le misure ed i monitoraggi da predisporre nei luoghi di lavoro per tutelare la salute dei lavoratori sia a livello di prevenzione sia a livello di protezione. Gli stessi devono, inoltre, provvedere alla sorveglianza sanitaria e collaborare con RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione) e RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza).

Allora perché tutte queste “morti bianche” in Italia? Probabilmente in Italia manca una strategia nazionale della prevenzione, manca un coordinamento degli interventi e servirebbero più investimenti sulle nuove tecnologie, sui dispositivi di protezione individuali, sulla formazione e                sull’addestramento! Oppure le carenze sulla sicurezza nascono nell’ambito dell’organizzazione del lavoro a causa di modalità di lavoro, tempi di lavoro e formazione non attenti alla tutela della salute e sicurezza del lavoratore?

I fondi del Recovery Fund dovrebbero servire anche a ridurre le morti sul lavoro. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati previsti incentivi per le norme sulla sicurezza a tutela dei lavoratori e della sicurezza sui luoghi di lavoro, che spesso non sono rispettate né dalle aziende né dai lavoratori. Nel Piano si è prevista l’assunzione di 2000 nuovi ispettori che porteranno ad un 20% di controlli in più entro il 2024. Inoltre, si prevede di utilizzare le risorse nell’ambito dei processi produttivi adottando misure sulla sicurezza soprattutto attraverso le tecnologie 4.0.

Nicoletta Lamberti
Vice Coordinatore nazionale Polis SA magazine Coordinatrice Redazioni

image_printDownload in PDF

1 thought on ““Cronaca di una morte annunciata”: perché tante morti bianche?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *