Dom. Mar 16th, 2025

“Don Ermete e il Ragioniere”, un glossario Covid contro l’invasione di vocaboli stranieri.

Versione integrale ed aggiornata del racconto che, con altro titolo (L’italiano nella Jungla), è stato pubblicato come estratto nel libro “Un tempo diverso- Vite sospese del Lockdown”

In apparenza un libro leggero e gradevole (quale effettivamente è) ma che nella sostanza si rivela essere uno studio articolato e complesso su ciò che l’attuale pandemia in corso da Covid- 19 ha portato ad essere conseguenza evidente su tutto il territorio nazionale; una vera e propria invasione di termini stranieri e neologismi talvolta anomali che in un arco di tempo davvero esiguo hanno preso possesso della nostra lingua sostituendo termini e vocaboli la cui assimilazione da parte della popolazione ha richiesto anni, lustri se non secoli.

di Stefano Pignataro

Versione integrale ed aggiornata del racconto del quale, con altro titolo (L’italiano nella Jungla) è stato pubblicato come estratto nel libro “Un tempo diverso- Vite sospese del Lockdown” (AA. VV., Guida Editori) e presentato il giorno 7 maggio sulla piattaforma “Dallo scaffale al Web” curata dal giornalista RAI Carlo De Cesare il cui ricavato, per decisione dello stesso Editore e degli autori è stato devoluto all’ospedale Cotugno di Napoli, “Don Ermete e il Ragioniere” è uscito lo scorso maggio per Marand Grafica (Santa Maria Capua Vetere). Ancora una volta, l’autore, l’Avv. Cassazionista Mario Romano, per sei anni Presidente dell’Ordine degli Avvocati della sua città e da 18 anni Direttore della Rivista forense “Giustizia oggi”, pone l’occhio di acuto e attento osservatore sulle trasformazioni della società e sulle abitudini di costume di una società in continua evoluzione.

Mario Romano

Se nel precedente suo lavoro “Avvocato nonostante…la (ragna) tela di Penelope” Romano denuncia le lungaggini e le sconcertanti lacune del Mondo della Giustizia per la lunghezza dei processi, in questo volumetto è la lingua italiana ad essere messa sotto analisi. In un immaginario dialogo tra i due protagonisti, Don Ermete e il Ragioniere, tipi distinti e benestanti ma figli di un’epoca trascorsa costituita da semplicità e genuinità anche nei vocaboli, l’autore si interroga sulla (a prima vista) inspiegabile motivazione di questo uso massiccio di termini il più delle volte derivati dalla lingua anglosassone che in periodo di pandemia hanno dominato il nostro glossario.

Così la mattinata di Don Ermete e del “Ragioniere “, approfittando di una coda in una farmacia, analizzano termini come lockdown, droplet, ricovery found, limedead rendendosi sempre più conto di come questi termini, già di per se imperniati di un’aurea di fascinosa sonorità, siano per lo più stati adoperati (per le prime volte ) dai politici e dai medici virologi. Tale uso massiccio del vocabolo straniero, quando non se ne avverte autentica necessità, richiama alla mente dell’autore le disordinate analisi dell'”Azzeccagarbugli di Manzoniana memoria, disordine finalizzato a mettere in difficoltà l’interlocutore di media o nulla erudizione e tale fine passa alla mente anche dell’autore se all’avvocato manzoniano sostituiamo certi governanti e al povero Renzo l’intero popolo italiano. Oltre questa sorta di confusione volontaria che l’autore denuncia, ciò che spaventa l’autore e che è cuore della sua analisi risulta essere questo conformismo di gregge che ottunde l’intelligenza ed impedisce di ricercare nella nostra lingua il corrispondente termine che da secoli risponde alle esigenze linguistiche .

Per trasportare il lettore in questa riflessione, l’autore non manca l’utilizzo di riferimenti storici (uno fra tutti l’epidemia di Colera nel 1973) ed alla memoria di valenti giornalisti prematuramente scomparsi come Luigi Buccico, valido giornalisti Rai, in seguito Deputato assassinato da un folle.

Nel suo volume, corredato di divertenti vignette realizzate dallo stesso, Mario Romano torna ciclicamente sull’argomento principale; verso la fine, i suoi personaggi di Don Ermete e del “Ragioniere” si convincono sempre sempre più che alcuni termini inglesi sono preferiti alla traduzione italiana per evitare significati spiacevoli; è proprio il caso di lockdown che se in lingua anglosassone vuol significare “buttar via la chiave) in italiano il significato corrisponde a “confinamento”, o “carcerazione”;. una traduzione molto simile all’inglese ma che, inverosimilmente, non incute timore. Ecco che il Ragioniere, conosciuto e chiamato da tutti così anche se il tale non ha mai conseguito tale titolo d studio, diventa per il curioso Don Ermete una sorta di “Bellavista” di De Crescenziana memoria, citato dall’autore che, come come l’indimenticabile protagonista del film , guarda, riflette e si stupisce.

Stefano Pignataro

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