A volte tornano: Banfi, la “putena” e la falsa moralità
Ha senso gridare allo scandalo per la frase di Banfi in uno spot pubblicitario?
Il “Punto di vista” di Antonello Rivano
Uno spot pubblicitario diventa oggetto del contendere tra la ben nota TIM e la meno nota associazione: MOvimento Italiano Genitori.
In quello spot un Lino Banfi versione “allenatore nel pallone”, in palese difficoltà con il ricevitore televisivo, esclama una delle sue frasi che sono diventate quasi un Cult cinematografico (degustibus): “porca putena”.
Il MOIGE è stato anche quello che ha contestato lo spot di una ben nota casa produttrice di patatine, in quel caso il protagonista era Rocco Sifredi e le allusioni era ben altre e sicuramente molto più di cattivo gusto.
Lungi da me il discutere se tutto questo sia o meno giusto, a dire il vero quello che più mi ha amareggiato è stato vedere Nonno Libero – Banfi, ambasciatore Unicef, riproporre un suo personaggio di annata, cosa di cui potevamo fare a meno e che non credo serva a lui per mangiare.
A dire il vero quando ho visto il post incriminato ho avuto un attimo di perplessità moralizzatrice, la cosa mi è durata alcuni giorni, almeno sino a quando, al mare, un ragazzino che giocava a palla, ad ogni errore suo o dei compagni di squadra, esortava con un “porco…” e qua lascio alla vostra fantasia cosa veniva dopo, i cattolici la chiamano bestemmia.
la stessa frase l’ho udita spesso esclamata da giovani e giovanissimi, butatta li nelle occasioni piu varie, senza contare gli intercalari di ragazze e ragazzi, che mettono in risalto i nomi degli organi riproduttivi, anche qua maschile (di preferenza) e femminile.
Preciso che non sono cattolico per cui non è una questione di religione il fatto che quei “porco…” mi disgustino e che l’intercalare sessuale non mi scandalizza ma fa sicuramente riflettere.
Ecco, forse più che il banfiano “porca putena” di uno spot dovrebbero ben piu preoccupare i testi del “trapper” di turno, magari inneggianti a violenza di genere, consumo di droga e alcool, blasfemia. Si dovrebbe esaminare il numero infinito di video su Youtuber e Tik Tok che i nostri ragazzi visionano ogni giorno. Andando anche più oltre potremmo fare un appello perchè sia fatta una legge, e relativi provvedimenti, che impedisca l’accesso ai minori ai siti porno (infinti e liberi) e a quelli dei giochi d’azzardo, per accedere a questi siti basta dichiarare che si hanno più di 18 anni, ovviamente senza nessuna controverifica …e lì altro che le frasi di Banfi.
E se tutto mi porta a chiedere dove viva chi appartiene a questi movimenti di genitori, mi chiedo anche quanti genitori sanno cosa vedono o ascoltano i loro figli minorenni (si parla di giovanissimi lasciati a se stessi davanti a un terminale per un numero impressionante di ore al giorno).
Inoltre sarebbe anche bene ricordare che i film di Lino Banfi, di mia adolescenziale memoria, vanno in TV, anche su canali pubblici, a tutte le ore e in versione integrale…e non solo quelli.
*Tim e MOIGE hanno dato versioni discordanti su rimostranze e provvedimenti riferiti ai fatti di qui sopra
Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine