“Siamo una macchina da guerra!”
Un trionfo nel mondo dello sport ottenuto grazie ad atleti che dalla loro disabilità fisica hanno tratto la forza per combattere su un terreno che non appartiene solamente agli “abili”
Scelgo di utilizzare le parole uscite dalla bocca e dal pensiero di Fabio Caressa, noto telecronista calcistico di Sky, che così descrisse la gloriosa vittoria della nostra Nazionale allenata da Roberto Mancini
di Flavio Pezzella
“Siamo una macchina da guerra” quando la “spedizione” azzurra composta da 113 atleti-soldato parte per il Giappone, gareggia in sedici discipline diverse, conquista 69 podi con altrettante medaglie: 14 ori, 29 argenti, 26 bronzi. Le nostre Paralimpiadi, quelle di Tokyo 2020 (svolte quest’anno a causa delle restrizioni del Covid), raggiungono un altissimo livello e regalano all’Italia un’altra bella soddisfazione nella competitività sportiva: gli azzurri conquistano la nona posizione.
Un trionfo nel mondo dello sport ottenuto grazie ad atleti che dalla loro disabilità fisica hanno tratto la forza per combattere su un terreno che non appartiene solamente agli “abili” ma da spazio a chi con un coraggio da leoni vuole rivendicare le proprie capacità sportive e gareggiare e poi vincere.
Ai sedicesimi Giochi di Tokyo della Paralimpiadi, appena conclusi, la nostra delegazione capitanata dall’atleta Beatrice (Bebe) Vio, anche portabandiera durante la cerimonia di apertura e che pratica la scherma in carrozzina dall’età di cinque anni, l’Italia ha fatto tremare il pianeta: allo Stadio nazionale del Giappone di Tokyo, durante la cerimonia di chiusura, c’è sembrato di sognare.
L’Italia, grazie ai suoi atleti con disabilità, ci ha regalato tante soddisfazioni in diverse discipline come l’atletica, il ciclismo, il tennistavolo, il tiro con l’arco, il dressage (disciplina che si pratica eseguendo esercizi a cavallo) ed il nuoto che straordinariamente conquista 39 medaglie (11 ori, 16 argenti,12 bronzi).
Al podio degli “squali”, i bravissimi Stefano Raimondi, Carlotta Gilli e Giulia Terzi. La macchina da guerra cammina e si fa spazio al gran finale con la vittoria delle ultime tre medaglie conquistate nella gara di atletica dei 100 metri femminili dalle atlete Ambra Sabatini, Monica Contrafatto, Martina Caironi (alle ragazze sono state amputate le gambe sopra il ginocchio).
Qualità da osservare se si vuole imparare una lezione: nei momenti di difficoltà, non bisogna arrendersi e se la vita ti mette davanti degli ostacoli bisogna tentare di superarli. Con queste belle gare ci auguriamo di avere messo la parola fine ai pregiudizi perché è bene sempre tenere in mente che le persone con disabilità fisiche hanno lo stesso cuore, la stessa “cazzimma”, la stessa forza di chi fisicamente è “messo meglio”. Ci mancherà tutto questo, adesso: con questa edizione l’Italia supera il record ottenuto a Rio 2016 quando conquista ben 39 podi.
L’applauso meritatissimo è solo per loro e quando si battono le mani, se guardiamo in alto, scopriamo che il cielo è azzurro anche su Tokyo.
Flavio Pezzella
Flavio è nato nel 2005. Ha frequentato il biennio delle scuole superiori al ginnasio “Onorato Fascitelli”. Per il triennio si è iscritto al liceo di Scienze Umane “Vincenzo Cuoco” ad Isernia. È appassionato di sport.
Il suo sogno è diventare giornalista sportivo
-Cosa fai nella vita?
– Getto sassi nello stagno.
-Insomma fai buchi nell’acqua-
Certo, ma anche tante piccole onde.
(Friedrick Nietzsche)