Sab. Apr 20th, 2024

Digito, ergo sum!!!

“I social network danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività […]”

I social network danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”.

Queste le esatte parole che Umberto Eco pronunciò durante una lectio magistralis tenuta all’università di Torino, nel giugno del 2015. Non tutti seppero allora capirne il reale significato.

Alla luce di questi ultimi anni tutto ci appare più chiaro.
Abbiamo visto come i No Vax e, ancor più sorprendentemente, i No Covid, abbiano usato i Social Media , FB in  particolare, per perorare le proprie cause, tanto da arrivare ad invitare a evitare le misure precauzionali stabilite

Potremmo oggi dire che  i cosiddetti “imbecilli” di Eco non sono altro che tuttologi affermati, persone che hanno conoscenze e competenze in tutti i campi dello scibile umano anche in quelli in cui la scienza, per ora, sospende il giudizio.

Questi “esperti del nulla cosmico” hanno come campo di battaglia, armati di arroganza e presunzione, la sezione commenti.

Devono dire la loro, soffrono, si sentono di non esistere se non lo fanno, se non mettono mano alla tastiera e digitano le loro “verità”, quasi in una sorta di compulsiva dipendenza.

Il loro “Target” si sposta a seconda del momento storico, e non si mettono limiti riguardo i temi su cui sproloquiare.

E allora eccoli qua, ora che altra gente muore, non più per il COVID, certo non grazie a loro, ma per una guerra assurda.

Eccoli lì a dire la loro su altri inesistenti complotti, mentre cadono le bombe e vengono compiuti delitti orrendi. Eccoli, nella sezione Commenti dei social che riescono ad attirare altri come loro, persone che vogliono sfogare le loro frustrazioni.

E, come un tempo facevano al bar, sono quelli che parlano a voce più alta, sembrano tanti, sembrano i più, mentre in realtà sono la minoranza.

Lo dimostra il fatto che, nei sondaggi di qualunque tipo, le loro opinioni hanno numero percentuali sempre inferiori, talvolta di gran lunga, rispetto a posizioni più ragionate.

Lo dimostra il fatto che chi negava la validità dei vaccini, l’esistenza di una Pandemia, la validità e la necessità delle misure preventive, ora in gran parte sono gli stessi che negano le stragi e i delitti dell’esercito Russo e credono in complotti apocalittici. Forse tanti di loro sono anche quelli che prima del Covid dicevano che la terra era piatta e che l’uomo non era mai sbarcato sulla luna. Sono sempre gli stessi, basta leggere i nomi dei loro account.

E forse sono quelli del “Bar dello Sport” che, dopo un bicchiere di vino di pessima qualità, disquisivano di calcio e politica locale, solo che allora misuravano le parole perché li vedevi in faccia…gli imbecilli.

Ora invece, questi leoni da tastiera, offendono, minacciano, nascosti, barricati dietro schermi di PC, tablet, smartphone.

Contro questa imbecillità dilagante esiste una sola cura, si chiama Cultura. Bisogna invitare queste persone, e non solo loro, ad avere cura del proprio intelletto e a disintossicarsi dalla “dipendenza” da tastiera. Dir loro che è il momento di spegnere gli schermi ed accendere i cervelli, aprendo magari un buon libro.
(anche su ilponentino.it)

Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine

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