BRACIGLIANO (SALERNO). PREMIO “GIAMBATTISTA BASILE” all’attore Peppe Barra
Sabato 30 APRILE una giornata dedicata al premio “Giambattista Basile” e al premio “La gatta Cenerentola”, con l’attore Peppe Barra
Il Premio “Giambattista Basile”, organizzato a Bracigliano (Salerno) – nella location di Palazzo De Simone – è andato, per il 2022, all’eclettico artista Peppe Barra. Il “guitto”, ma anche attore impegnato, partenopeo – classe 1944 – riceverà l’ambito riconoscimento (detto anche: Premio “Gatta Cenerentola”) sabato 30 aprile. Indicativamente attorno alle 18, dopo altri intensi momenti legati all’interessante manifestazione. Che concerne anche il fumetto e i disegni. Gli happening avranno luogo sin dal mattino, precisamente dalle ore 9.30 in poi. In principio, le ampie aule di Palazzo De Simone ospiteranno il vernissage della Mostra del Fumetto – ala ovest, nella sala mostre. Alle 10, nella sala dell’ex teatrino vi sarà la rassegna dei cosiddetti “cuntisti” (“narratori” e/o disegnatori che aderiscono, da tempo, alla manifestazione). Nel pomeriggio, ecco l’apposito convegno – sul tema: “Basile e la tradizione orale delle fiabe”. Al termine, si terrà la premiazione dei “cuntisti”.
Infine, in tarda serata, il momento clou con il conferimento del riconoscimento a Barra. Figlio d’arte (del famoso fantasista Giulio e della nota cantante e attrice Concetta Grasso Barra), l’istrione ha “sposato”, dal punto di vista artistico, l’antica tradizione drammaturgica (ripresa anche dall’attuale “vena”, nel teatro “emergente”) di opere-capolavoro quali: “La cantata dei pastori” – magistralmente interpretata proprio da questo personaggio – nonché “La gatta Cenerentola”. O “Cennerentola”, che dir si voglia. In collaborazione, tra tanti altri esponenti della musica popolare e/o tradizionale, con il maestro Roberto De Simone. “La gatta Cenerentola” è ispirata – appunto – all’omonima favola di Giambattista Basile, contenuta all’interno della raccolta di poetiche e vivaci fiabe “Lo cunto de li cunti”. Altrimenti detto: “Pentameròne”, parafrasando “Il Decamerone” di Giovanni Boccaccio. Mentre il capolavoro boccaccesco consta di dieci giornate, relative appunto a racconti, quello del Nostro (Basile) raccoglie cinquanta racconti – tratti dall’ancestrale tradizione napoletana orale o scritta – articolati in cinque giorni.
Il nome del letterato napoletano, vissuto tra il 1566 e il 1632, è associato – nel Braciglianese – a un prestigioso parco letterario. Che attua varie iniziative e kermesse, in associazione a tanti altri sodalizi del territorio, inerenti i disegni e le favole – intese come espressioni vivide della poetica popolare. Ricche di arguzie proprio popolaresche. Il parco letterario – istituito alcuni anni fa – si “estende” (diciamo così) tra Bracigliano; Mercato San Severino; Fisciano; Castel San Giorgio; Giffoni e altri luoghi comprensoriali (provincia di Salerno). Legati all’opera e al patrimonio di memoria etnografica o antropologica, che emerge dalla produzione letteraria (vernacolare o dialettale) di Basile. Così ecco sorgere il parco letterario.
A Bracigliano, paese della musica; della “ceràsa” (la ciliegia); del “mascuotto” (pane biscottato, tipico dell’artigianato dei fornai nella zona); dello squisito “mallòne” e dell’aria pura. L’etimo potrebbe derivare da Vergilianus – in quanto Publio Virgilio Marone descrisse, nella sua “Eneide”, scene guerresche tra Bracigliano e la vicina Sarno; da Prochilianus (la famiglia Procilia) oppure (ed è l’ipotesi più accreditata e quotata) dal toponimo “Inter brachia montium”: “Tra le braccia dei monti”. Nel 2022, la cittadina di Bracigliano ha anche effettuato un ideale “gemellaggio” (culturale) con Procida – capitale italiana della Cultura per quest’anno. Una delegazione di Braciglianesi si è anche recata, nei mesi scorsi, proprio a Procida. Per proficue collaborazioni, anche future. Tornando alla manifestazione, occorre dire che il Premio coinvolge – oltre ai personaggi più “in” e conosciuti, come Barra; Eugenio Bennato e tanti altri vip – anche i già citati “cuntisti”. Ovverossia: fumettisti e sceneggiatori non professionisti.
Tutto è giunto, quest’anno, alla quarta edizione. Particolare enfasi – per tale edizione – al riguardo di fumetti o strips o vignette legate alle tematiche del bullismo e/o della violenza di genere. L’argomento deve però concernere una delle fiabe di Basile. Ciascuna bella, ognuna peculiare. Quest’anno – come si è potuto evincere da quanto da noi scritto sopra – si tratta di una giornata intera, dedicata a questi temi. La mostra mattutina è a cura – tra altri – del liceo artistico “Galizia” di Nocera Inferiore. La rassegna dei cuntisti, per di più, va addirittura oltre: si è pensato a una singolare competizione o “tenzone”, con giovani e meno giovani protagonisti di un’esibizione avente a tema, appunto, i racconti del Basile. Dopo il convegno, sarà proclamato vincitore anche il più originale e poliedrico “cuntista”. Egli/ella ripeterà – nell’occasione – la propria performance, avvenuta già al mattino. “Il Premio è destinato a personalità distintesi per aver riscoperto; valorizzato; promosso; salvaguardato le identità culturali, che affondano le radici nella storia e nella tradizione mediterranea ed europea – asseriscono gli organizzatori, come (tra moltissimi altri non da noi citati): Mario Provitera, coordinatore generale – nonché membro di “Anema folk”; Alfonso Sarno, presidente della giuria che valuta le opere; la cronista Erminia Pellecchia, responsabile della commissione aggiudicatrice – che intervisterà Barra; Oreste Fortunato, a moderare la serata. Che sarà densa di avvenimenti importanti, con danza; teatro; contaminazioni artistiche varie. Un evento davvero a 360 gradi, quindi. Opportunamente supportato dall’amministrazione comunale braciglianese; sponsorizzato da “Cecom arti grafiche” e “Free service”; col consenso di diverse associazioni locali che hanno aderito, con entusiasmo, alla kermesse. Con la partecipazione di realtà tersicoree; musicali; teatrali – i consueti sodalizi che ogni volta risultano attenti agli happening ideati da “La gatta Cennerentola” e dai professionisti braciglianesi (e non soltanto). “
“La gatta Cennerentola”, come espresso prima tratta dal “Cunto de li cunti” di Basile (ci sono state anche trasposizioni cinematografiche e/o televisive nazionali e internazionali, al proposito), è un copione sorto dalla novella “Zezolla”. Che ricorda anche la… “canzona” di Zeza – a carnevale, a Mercato San Severino. Ma è una lunga, seppure affascinante, storia. Andrebbe ricordata in altri luoghi. Performata dalla “Nuova compagnia di Canto Popolare”, fondata dallo stesso De Simone, la “Gatta” risulta essere una commedia in tre atti – scritta e musicata nel 1976. È caratterizzata da un coacervo di stili; di versioni; di musiche popolari (villanelle, moresche, tammurriate) e anche colte. Un lavoro davvero encomiabile ed egregio, per la “Nuova compagnia” e per il maestro Roberto De Simone. Il testo è in Napoletano, diciamo un vernacolo… “illustre” – come il “siciliano illustre” alla corte di Federico II, a creare le basi e le fondazioni della letteratura italiana tout court. Con doppi sensi molto ironici, allusioni simpatiche. È una metafora di Napoli, vista come una Cenerentola; alla mercè di una matrigna arida, egoista, perversa. Una poverella perseguitata da occupanti stranieri. È un testo di grande interesse etnografico e popolare. Ci sono delle differenze tra tale pièce e il racconto originario di Basile: “Zezolla”. Peppe Barra è molto addentro a tradizioni antropologiche similari, che mostrano il viscerale amore di questo attore (“completo”) – ma anche del fierissimo e mai domo popolo napoletano – verso la sirena “vergine” Partenope. Troppo spesso stuprata e mortificata, vituperata, da una manciata di prepotenti e furfanti.