Carloforte. Conclusa con ottimi risultati “L’Isola dei libri”. Cronaca di un successo non annunciato
“Abbiamo offerto pillole di bellezza “: intervista al direttore artistico Lorenza Garbarino
Di Antonello Rivano
Incastonata tra altri eventi di notevole spessore, in programma nello stesso periodo a Carloforte, come ad esempio “Creuza de mà. Festival di musica per film”, che ha avuto tra gli ospiti il maestro, premio Oscar, Giuseppe Tornatore che ha presentato “Ennio”, la sua opera dedicata ad Ennio Morricone, o il “Carloforte Music Festival”, una serie di concerti di artisti noti e di giovani talenti della musica classica internazionale, la kermesse letteraria, organizzata come sempre dall’ Associazione Culturale Saphyrina Carloforte, con il patrocinio del Comune di Carloforte, è stata un autentico successo che per molti versi sa di sorpresa.
La rassegna, conclusasi domenica 7 ottobre, ritornava tra i “caruggi” e le terrazze di Carloforte, come da suo format iniziale, dopo due anni in cui ci si è dovuti adattare ad altra location a causa delle norme anti pandemia. La formula della cultura come spettacolo, offerta senza altri fronzoli o spettacolarizzazioni, è risultata ancora una volta vincente. Un mix di arte, musica, giornalismo e letteratura, che ha arricchito le serate Carlofortine tra la fine di luglio e i primi di agosto. Grande assente il prof. Nicolo Capriata, presidente e fondatore di Saphyrina, che L’ISOLA DEI LIBRI aveva fortemente voluto. Il Professore è venuto a mancare a settembre dello scorso anno.
Abbiamo incontrato il direttore artistico della rassegna, Lorenza Garbarino, che quest’anno, per la prima volta, era anche in veste di presidente di Saphyrina.
–Abbiamo voluto sottolineare che non era scontato, visto l’accavallarsi di altri eventi, un successo così evidente di pubblico, secondo lei a cosa è dovuto?
Nei due anni scorsi, segnati fortemente dalla circolazione del virus, le norme relative al contenimento del Covid non ci hanno fatto desistere dal portare avanti la rassegna. Il 2022 è stato l’anno della ripresa per tante altre validissime e apprezzate manifestazioni come quelle citate, consolidate nel territorio, ma per fortune varie, come anche quelle proposte dall’associazione Botti du schoggiu, che hanno arricchito il programma estivo tabarchino. In alcuni casi, grazie alla volontà di evitare sovrapposizioni di eventi, siamo riusciti a creare una sorta di rete di proposte che il pubblico ha gradito. Certamente era evidente il desiderio di tornare alla normalità. Per quanto riguarda nello specifico i nostri appuntamenti, è stata sottolineata la varietà poiché oltre alle presentazioni di libri, durante le quali ogni autore ha espresso la propria spiccata personalità, abbiamo portato un concerto per chitarra, due mostre, incontrato editor, giornalisti. Forse proprio la varietà e indubbiamente lo spessore degli ospiti hanno creato un mix vincente.
– La formula dell’ISOLA DEI LIBRI sembra prediligere la semplicità, è un proporre la cultura, nelle sue varie forme, nuda, senza veli o vesti sgargianti. In un mondo dove tutto sembra voler andare verso “l’apparire” questo genere di proposta è ancora valida?
Il successo di questa edizione, costruito sul quello delle precedenti, ha dimostrato proprio questo. Non c’è bisogno di fare tanto rumore per farsi sentire: abbiamo offerto pillole di bellezza a mio avviso, e questo basta. Alcuni autori hanno accolto al volo la nostra proposta innanzitutto grazie al passaparola con altri autori e questo non può che farci onore, segno che stiamo andando nella direzione giusta, e poi perché attratti dal luogo. Questa è stata per molti di loro anche l’occasione per prolungare il soggiorno e farlo diventare vacanza. La cultura dunque porta indotto, può essere volano per l’economia di un’isola a vocazione turistica. Non mi stancherò di dirlo. E noi continueremo a procedere in questo modo.
– Naturalmente una rassegna con tanti appuntamenti non si improvvisa, occorrono tempo e capacità organizzative, chi e cosa c’è dietro L’ISOLA DEI LIBRI?
Certamente dietro una rassegna c’è una lunga progettazione, a partire innanzitutto dall’individuazione di libri, personaggi, proposte che devono essere diversificati per poter incontrare il favore di un pubblico per fortuna non omogeneo; segue poi la fase dei contatti e della costruzione di un calendario che sia quantomeno razionale. E poi c’è tanto altro da far quadrare che sarebbe davvero noioso star qui a raccontarlo. Dietro una rassegna come la nostra c’è di sicuro tanta passione per i libri, per la cultura, per gli incontri che lasciano qualcosa. Al termine di ogni serata, stanchi e felici, ci sentiamo anche arricchiti dalle relazioni create.
– Dando per scontata una edizione 2023, cosa rifarebbe e a cosa invece sarebbe disposta a rinunciare?
Tutto è sempre perfettibile ovviamente. Di sicuro continueremo con le formule della semplicità e della varietà degli incontri e valuteremo al momento se sarà necessario fare qualche rinuncia.
Antonello Rivano
Direttore di redazione/coordinatore nazionale Polis SA Magazine