Gio. Dic 5th, 2024

“Calici di storia”, un evento tra storia e degustazioni

A Mercato San Severino (SA), sabato 24 settembre

di Anna Maria Noia

Un connubio tra storia (e tradizione) e gastronomia; in una parola: le diverse facce della cultura dei nostri luoghi – a 360 gradi. Lo scorso 15 settembre si è potuta vivere, nel chiostro o quadriportico del Palazzo Vanvitelliano di Mercato San Severino (sede comunale), un’occasione di promozione del territorio. Preludio di un più articolato happening, in atto sabato prossimo 24 settembre dalle 16 in poi. Location: il celebre castello dei principi Sanseverino, meta di turisti di ogni dove. Opportunamente valorizzato, in questi anni, grazie alle numerose iniziative intraprese dalle amministrazioni susseguitesi nel tempo. In particolare, grazie all’impegno del sindaco Antonio Somma e dell’assessore Enza Cavaliere – attuale vicesindaco, con delega alle Politiche Culturali; alle Attività Produttive; al Turismo; alla Valorizzazione dei Beni Culturali.

Tornando a noi, l’evento “nell’evento” di giovedì 15 settembre prevedeva una conferenza stampa di presentazione di “Calici di storia” – ovvero la kermesse organizzata per il prossimo 24 settembre – seguita da “Assaggi di Calici di storia”. Con apericena e cooking-show, ad opera di Ippolito Rinaldo – chef di “Casa Barbato” (“Gb agricola”), Montoro (Avellino). Entrambe le manifestazioni sono state fortemente volute dall’associazione “Il cantastorie” – presieduta dalla professionista Rosita Scalese, in sinergia e in collaborazione con il vicesindaco Cavaliere; nonché con l’intera amministrazione comunale. Il sodalizio nasce nel 2017, a sostegno di vari progetti ed iniziative – in simbiosi, recentemente, con un ulteriore sodalizio che si occupa di stimolare l’attenzione – particolarmente – sul castello normanno (con varie altre fortificazioni e/o cinte murarie di epoca Sveva, Angioina, Aragonese). L’associazione si chiama “Universitas Sancti Severini” ed organizza visite guidate a questo bene, fiore all’occhiello della collettività sanseverinese – ripristinato negli scorsi anni. È la seconda fortificazione, come estensione, del Mezzogiorno d’Italia.

Sabato 24 settembre, “Calici di storia” – come affermato durante l’incontro con i cronisti – prevede una visita guidata nell’area archeologica del castrum (più esattamente, all’interno del parco archeologico del castello dei Sanseverino) – alle 16. A seguire, ed ecco la “gustosa” e/o “golosa” novità della kermesse, dalle 18 si vivrà il momento dell’apertura degli stand gastronomici. Con abbinamenti di diverse tipologie di vini. Non mancherà l’appuntamento con la musica: la serata – tempo meteorologico permettendo – sarà allietata da una band che si esibirà dal vivo: si tratta dei “Monaghan”. È tutto espresso nell’ampio e dettagliato programma, da consultare sulle pagine web dell’associazione “Il cantastorie”. Dove sono descritti anche i parcheggi da utilizzare, nel caso si voglia partecipare (ricordiamo che le prenotazioni dovranno essere effettuate al numero di cellulare: 375 667 1490) ed esiste la possibilità di pernottare al “Vea” resort della frazione Ciorani. Per coloro che giungano da fuori città. Veniamo al menu. Esporranno prodotti tipicamente locali circa dieci attività gastronomiche e/o ristorative dell’intero comprensorio – non solo sanseverinesi. Citiamo, per esempio, l’industria conserviera “Fontanella” (di San Severino) ma anche il caseificio “Roberta”, a Fisciano. Nonché “Cantine Mito” – tra i patrocinatori dell’evento complessivo (sia, cioè, la degustazione del 15 settembre scorso che quella – più in grande – da poter seguire sabato prossimo). Direttamente da Nusco, nell’Avellinese.

Gli esperti enologi di “Mito” hanno presenziato alla conferenza dedicata ai giornalisti (e non soltanto). In rappresentanza, ecco Massimo Aversa. Il quale ha narrato della storia di tale attività enologica: si parte dal 2012 – dunque un’azienda giovane. La prima vendemmia di “Mito” risale, però, al 2015. A Nusco sono state prodotte, finora, diverse tipologie di vino. In particolare, cinque sono le varietà più note: il Taurasi; il Fiano di Avellino; l’Aglianico; il Rosato e il Greco di Tufo. Tre le categorie degustate dopo la conferenza stampa del 15 – opportunamente esplicate ed illustrate da Antonio Del Franco, coordinatore e moderatore (dell’agenzia enogastronomica “Ager”) e dai valenti sommelier Ais; delegazione di Salerno. Ais è l’acronimo per “Associazione italiana sommelier”. Le varietà portate “in scena” sono state: il Greco di Tufo; il Rosato “nuovo”; il Fiano di Avellino. Un Doc del 2020. Aversa ha parlato della propria azienda, fra tradizione ed innovazione. All’incontro con i giornalisti hanno preso parte anche Enza Cavaliere; il presidente della Pro Loco Alfonso Ferraioli; il ricercatore storico Giuseppe Rescigno – che in passato ha contribuito a realizzare un opuscolo con le antiche ricette alimentari, tratte dalle “interviste” degli studenti della scuola “San Tommaso” (1994) agli anziani delle frazioni sanseverinesi. Oltre ad Aversa, altro ospite è stato l’agrotecnico Simone Pecoraro – dalla storia interessante, volta al recupero di ancestrali tecniche agricole proprie del comprensorio di Mercato San Severino. Qui egli ha recuperato svariati cultivar come la castagna sanseverinese “Riggiola” – che Del Franco consiglia di far divenire “Pat”: “Prodotti agroalimentari tradizionali”. Il termine “riggiola” gioca sulla vera denominazione della varietà di tale castagna e sul significato del vocabolo partenopeo “riggiola” – ossia: mattonella.

In effetti, il dessert a base di castagnaccio – assaporato il giorno 15 in anteprima (l’happening più “completo”, ricordiamo, sarà attuato sabato 24) – era costituito da una fetta di castagnaccio a forma quadrata. Proprio come una mattonella. Ovverossia, la “riggiola”. Al termine del dibattito, ha espresso le proprie opinioni e i dovuti ringraziamenti – a mo’ di conclusione – la presidente de “Il cantastorie”, Rosita Scalese.

Per ciò che concerne l’appuntamento di sabato 24, ecco il menu completo delle vivande da assaggiare nell’affascinante scenario del castello: si partirà con una montanarina (pizzetta fritta, dall’arte culinaria meridionale – delle nostre donne) con pomodoro San Marzano. Da non dimenticare, poi, gli accostamenti di vini e/o di altre bevande: abbinata a tale gustoso e stuzzicante “aperitivo”, ad esempio, è stata scelta una birra. Per la precisione, una birra artigianale in “omaggio” alla blasonata schiatta dei Sanseverino: si chiama “Antonello” – proprio come uno dei personaggi dell’antica famiglia Sanseverino. Tale tipo di birra è stato pensato e realizzato da Enzo Della Corte – responsabile della birreria “Hops & Malt”, sita in via Guerrasio di Mercato San Severino. Dalla sua idea sono poi state create altre birre – quale “Ruggero”, dedicata stavolta all’omonimo (Ruggero) Sanseverino. A seguire, sempre sul castello: il primo sale (ricottina) al mirto di Mercato San Severino, con foglioline all’interno, accompagnato da pane a base di farina di castagne – su cui è stato versato olio aromatizzato. Questa pietanza è stata “presentata”, in anteprima, durante il “preludio” di “Calici di storia” – il 15 settembre.

Con la sapiente moderazione di Antonio Del Franco, agente gastronomico per “Ager”. Abbinamento: “Lessenza” [sic!], direttamente dalle cantine Mito. Si tratta di un Fiano di Avellino Docg. Dopo tale esperienza sensoriale, ecco la tanto decantata polpetta di baccalà; direttamente dalla frazione Spiano. Anche questa leccornia è stata “presentata” il 15 settembre. Ad essa è stato accostato il Greco di Tufo “Lincanto” [sic!], sempre dall’azienda di Nusco. Poi ci sono le pappardelle “lardiate” o allardate. Con un sorso di Aglianico Igt, denominato: “Dunsogno”. Letteralmente. Sempre da “Mito”. Infine, la squisita parmigiana di cipolle ramate di Montoro (Dop, anzi: Pat) – degustata in vaso-cottura già il 15 settembre. Un capolavoro di sapori, a base di cipolle ramate tagliate a fette e condite da salsa e da una spolverata di pecorino. Davvero unica, per chi la ha assaggiata. Ad accompagnare il piatto, abbiamo l’Aglianico Rosato “Jerico”. Infine, ecco la mattonella di castagne più sopra descritta: la “Riggiola”. A degna conclusione, l’amaro (il mirto) dei Sanseverino. Distillato dall’azienda locale “Russo”. E così abbiamo descritto una kermesse certamente originale, meritoria. Tra storia, mito, alimentazione. Un plauso alle varie associazioni di Mercato San Severino (sono tantissime – oltre a quelle sopra riportate), che devono collaborare tra loro; devono creare sempre nuovi eventi. Per il bene del territorio. Viva San Severino! Viva la cultura, viva la storia!



Anna Maria Noia

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