ITACA, di Antonello Rivano, terzo posto al Premio Internazionale di Letteratura indetto dal Festival Culturale Liberevento
Conversazione con l’autore: ispirazioni, percorso di crescita e progetti futuri
Intervista a cura di Nicoletta Lamberti
In occasione del Festival Culturale Liberevento 2024, Antonello Rivano ha ottenuto il terzo posto nella sezione opere edite del Premio Internazionale di Letteratura “A vuxe de Câdesédda. In ricordo di Bruno Rombi” con la sua raccolta di poesie “ITACA. Viaggio tra i paesaggi dell’anima. Poesie sull’amore e altre cose”. La premiazione è avvenuta durante una serata di cultura e spettacolo sabato 3 agosto, sotto la Torre Sabauda di Calasetta (SU).
Abbiamo sentito l’autore, per discutere del suo lavoro e delle sue ispirazioni.
Antonello, congratulazioni per il riconoscimento. Cosa significa per lei ricevere questo premio?
Grazie mille. Questo premio rappresenta per me un grande onore e una conferma del valore della mia poesia. Essere riconosciuto in un concorso, che da quest’anno è internazionale, dedicato alla memoria di Bruno Rombi, una figura così importante per la cultura tabarchina, è motivo di grande orgoglio. Mi sento fortunato ad avere avuto l’opportunità di condividere le mie emozioni e riflessioni attraverso “ITACA” e sapere che queste hanno toccato il cuore dei lettori e della giuria.
La sua raccolta “ITACA” è molto personale. Cosa l’ha spinta a scrivere queste poesie?
La scrittura di “ITACA” è nata dal desiderio di esplorare e condividere il mio viaggio interiore. Ho sempre creduto che la poesia sia uno strumento potente per esprimere ciò che sentiamo nel profondo. In questa raccolta, ho cercato di raccontare la mia vita, i miei sogni, le mie gioie e i miei dolori. È un modo per fare un bilancio della mia esistenza e per offrire al lettore una chiave di lettura delle mie esperienze più intime.
Nel libro troviamo poesie su temi molto vari, dall’amore alla pandemia. Come sceglie i suoi argomenti?
Non c’è una scelta predefinita. Le poesie nascono spontaneamente, in risposta a ciò che mi colpisce e mi emoziona. L’amore è ovviamente un tema centrale, ma non mi limito solo a questo. Affronto anche argomenti di attualità e di memoria storica perché credo che la poesia debba riflettere il nostro tempo e le nostre esperienze collettive. La pandemia, il razzismo, la violenza sono tutti temi che ci toccano profondamente e che meritano di essere esplorati anche attraverso la poesia.
La prefazione del libro è a cura di Lorenza Garbarino. Quanto è stato importante il suo contributo?
Lorenza Garbarino è una scrittrice e poetessa di grande talento, e il suo contributo è stato fondamentale. La sua prefazione offre una lettura profonda e sensibile del mio lavoro. È riuscita a cogliere l’essenza del mio viaggio poetico e a comunicarla con grande chiarezza e bellezza. Le sue parole hanno dato una nuova luce alla raccolta, arricchendola e rendendola ancora più significativa. Devo confessare che, un anni dopo la pubblicazione di ITACA, quando la giornalista e poetessa Anna Maria Noia mi ha chiesto di scrivere la prefazione alla sua raccolta di poesie “Barlumi d’infinito”, che abbiamo pubblicato con Polis nel 2022, ho preso la prefazione di Lorenza al mio libro come modello su cui lavorare. Ovviamente si trattava di opere completamente diverse, così come lo sono le prefazioni, ma la visuale che ho usato per quella di Anna Maria è simile a quella che Lorenza ha usato con la mia.
Nel suo libro emerge un forte legame con le sue terre d’origine. Quanto è importante per lei mantenere vivo questo legame?
È fondamentale. Carloforte, Calasetta e Pegli non sono solo luoghi fisici per me, ma sono parte della mia identità e della mia anima. La mia passione per la tabarchinità e la lingua tabarchina è un modo per mantenere viva la memoria storica e culturale delle mie radici. Credo che ricordare e celebrare le nostre origini ci dia la forza e la saggezza per affrontare il futuro. La poesia è uno strumento potente per preservare e trasmettere questa eredità. Non a caso anche ITACA ha fatto un percoso simbolico. Infatti il libro è stato presentato prima a Carloforte, poi a Calasetta e infine a Pegli.
A chi dedica questo premio?
Di solito un premio si dedica a una persona che per noi è speciale. In passato ho dedicato i riconoscimenti e i premi che mi sono stati conferiti a mia moglie. Questa volta, e sono sicuro che lei capirà, cambio e lo dedico a Polis SA Edizioni. Innanzitutto, per aver creduto nel mio progetto e avermi pubblicato la raccolta. Ma soprattutto perché nel 2017 ho cominciato a collaborare con loro come autore nella redazione della testata di informazione online della casa editrice. Per me, come per tanti altri che hanno fatto esperienza in Polis, questa è stata una palestra intellettuale. Anche se già scrivevo, con Polis SA Magazine ho potuto toccare con mano cosa significa un’informazione libera. Poi nel 2020 il direttore editoriale, Mimmo Oliva, mi propose di guidare la redazione nazionale, un posto di responsabilità che mi ha dato modo di approfondire ulteriormente la mia esperienza in campo giornalistico e culturale. Ora faccio anche parte del team editoriale con compiti di promozione delle opere edite da Polis SA Edizioni. Siamo una piccola realtà, ma con tanto coraggio, perché nella giungla editoriale attuale ci vuole coraggio per pubblicare poesie, opere fantasy scritte da ragazzi autistici e fiabe moderne che parlino di immigrazione e bullismo. Cose che Polis ha fatto in questi anni, ottenendo spesso riconoscimenti durante importanti festival culturali in varie parti d’Italia.
Inoltre, dedico il premio anche alla redazione di Polis SA Magazine e a tutti quelli che in questi anni si sono avvicendati al suo interno, ruotando attorno a uno zoccolo duro che è diventato per me quasi come una famiglia, soprattutto quando si devono affrontare momenti di difficoltà. Ci vuole coraggio e determinazione anche a fare cultura e informazione senza avere degli sponsor economici alle spalle e senza inserzionisti pubblicitari. Ma questo ci ha anche permesso di essere liberi da vincoli politici ed economici.
Guardando al futuro, quali sono i suoi prossimi progetti letterari?
Mi piace sperimentare e spaziare tra vari generi letterari. Dopo il mio primo romanzo, in cui trattavo della storia di due famiglie attraverso il tempo e la raccolta di poesie, ora sto scrivendo un giallo con risvolti psicologici. È un lavoro complesso perché tratto diversi temi, dal noir all’archeologia passando per l’esoterismo e le leggende. Ovviamente, in tutto questo non potrà mancare una grande storia d’amore. Continuo a collaborare con varie testate giornalistiche e piattaforme, anche per promuovere la cultura tabarchina e spero, specie in questo campo, di poter contribuire ulteriormente alla valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale.
Nicoletta Lamberti
Vice Coordinatore nazionale Polis SA magazine – Coordinatrice Redazioni