Lun. Nov 11th, 2024

“Canto per Gaza”: Melodie di solidarietà ad Avellino

Un concerto pro Palestina per sensibilizzare e sostenere le popolazioni colpite dai conflitti del Medioriente

DI Anna Maria Noia

“Canto per Gaza” è la denominazione del concerto-evento, tenutosi nell’ex chiesa della Madonna del Carmine di Avellino, organizzato dall’Arci cittadino, dalla corale “Concordia discors” (Aps) – in collaborazione con la locale sezione di Emergency. Ovviamente, la Città di Avellino ha offerto il proprio patrocinio alla manifestazione.

La kermesse è stata promossa in favore del martoriato territorio del Medioriente, in particolare per la Palestina e per la striscia di Gaza. Da sempre focolaio di guerre e rivolte – che traggono origine dalle politiche del secondo dopoguerra, se non (anche) precedentemente. Una popolazione stremata dalla miseria, dalle incursioni dei soldati, dall’ingiustizia perpetrata dai “signori della guerra”.

Come riguardo ogni guerra, i primi ad essere colpiti sono i poveri e innocenti civili. Così è stato pure per la guerra in Ucraina, così avverrà (purtroppo) sempre – se l’umanità non dichiarerà pace.

Ma torniamo a noi. L’happening è di pochi giorni fa; l’ingresso era gratuito ma vi era la possibilità di donare un contributo a piacere, volontario, ad Emergency, che smisterà tutto alle popolazioni di Gaza, colpite dalla follia dei conflitti.

Il concerto ha avuto la direzione artistica del maestro Maria Cristina Galasso. La serata si è “alternata” tra liriche – performate dall’attore Massimiliano Foà; quale voce recitante – songs, canzoni vintage ma contemporanee. A parlare di libertà, di lotte, d’amore. Non sono mancati riferimenti sonori (e canori!) ai musical più struggenti dell’era moderna.

Musiche dei seguenti autori: Massenet, Giejlo, Ramirez, Astor Piazzolla, De André, Bernstein, Lloyd Webber e Jara. Presenti alla serata, con le loro esibizioni, il coro vocale femminile “Lumina” e la corale “Concordia discors”.

L’ensemble “Lumina” era composto da: Krizia Anna Orrico e Marika Pelonero – soprani I; da Miriam Mucciolo, Mariella Pellegrino e Jessica Penon (soprani II); dai contralti Antonella Buonocore e Genny Vaccariello. Per “Concordia discors”, come baritono solista vi era Carmine De Feo. A narrare le liriche inizialmente – prima dell’audizione corale – il succitato Foà; al pianoforte – invece – il maestro Lorenzo Savarese.

Ecco, adesso, per la cronaca, i componenti del “Concordia” – nato (come associazione culturale) a Salerno nel 1993 e poi “trasferitosi” pure ad Avellino. Citiamo almeno quelli presenti all’evento: Ida Achilli, Daniela Brillante, Antonella Buonocore, Carmine De Feo, Maria Rosaria Fai, Giuseppe Fanelli, Andrea Gennarelli, Maria Pia Mercaldo, Miriam Mucciolo, Krizia Anna Orrico, Mariella Pellegrino, Marika Pelonero, Jessica Penon, Genny Vaccariello.

Sia il gruppo “Lumina” che “Concordia discors” hanno preso parte alla lodevole iniziativa. Cominciata con un’artista (solista) che ha intonato da sola una nenia molto dolce – dedicata alla Palestina.

Intervallati dalla recitazione del narratore, e illustrati dalla Galasso volta per volta, i brani eseguiti sono stati: Le poeme des fleurs – di Massenet – con il preludio (a cura dell’intera compagine “Lumina”), l’Hymne des fleurs (voce del contralto Antonella Buonocore) e poi con Le danse des rameaux e con Chanson de mai. È – dunque – stato il momento degli spartiti di Giejlo, con Days of beauty e Tundra.

Subito dopo, ecco cantata una “hit” (diciamo pure così) di Ramirez: Alfonsina y el mar. Ancora, le artiste e gli artisti in scena hanno “musicalizzato” (senza cantare) “Libertango” di Piazzolla. Per ciò che concerne, più prettamente, la corale “Concordia”, piacevole l’esecuzione di un testo di Fabrizio De André: “Amore che vieni, amore che vai”.

A seguire, “West side story” di Bernstein – traendo i temi “Tonight” e “Somewhere”. In conclusione, tre grandi spartiti: “Don’t cry for me Argentina” (da “Evita”) e “Memory” (di “Cats”), ideati da Webber; al termine: “El aparecido” (Jara).

Ogni esibizione in scaletta aveva un proprio significato, una ragion d’essere – nell’ambito della manifestazione. Tutto ruota attorno alla tristezza di alcuni popoli, alla malinconia, allo struggersi del cuore. Ogni brano, quindi, una storia. Opportunamente esplicata dalla direttrice dei cori.

Ad esempio, Alfonsina y el mar (ed il mare) è stata composta “in onore” di una contessa morta suicida, per annegamento nel mare. Alfonsina Storni – scrittrice, poetessa, giornalista italosvizzera – dopo la depressione e altri “tormenti” nella sua vita, contrasse un tumore al seno. Dopo numerose recidive, per sottrarsi al dolore e alla sofferenza, ella decise di programmare il proprio suicidio. Si gettò nel mare, ma prima scrisse una poesia, la cui traduzione è “Vado a dormire”.

Altre curiosità (culturali, oltre che melodiche) riguardano – sempre a titolo di esemplificazione – Bernstein. Per lui, infatti, ha spiegato la Galasso, è stato coniato il termine (usatissimo oggi) “radical chic”. In principio, la definizione fu affibbiata, nel 1970, al celebre musicista dal giornalista Tom Wolfe.

Ad indicare un personaggio che va controcorrente “radicalmente”, professando idee “umanitarie” solo (apparentemente) per convenienza. In riferimento alle svariate raccolte fondi – contornate da feste e party – del compositore e della moglie, lì in America.

Tutte le opere scelte per la serata indicano/indicavano valori o lotte o momenti ed occasioni di “sofferenze”. O influssi dittatoriali. O, anche, speranze malinconiche e oscure. Non necessariamente dal punto di vista “politico”.

Però queste influenze melanconiche si “associano” al dolore, alla mortificazione, alla sofferenza che stanno vivendo – attualmente – tantissimi, troppi popoli. Come accade a Gaza.

Opportuna – perciò – una serata simile, davvero ben riuscita. Dal punto di vista sociale, soprattutto. Nella bella cornice della chiesa avellinese – nell’altrettanto lussureggiante location di Avellino.

Signorile e quieta, col suo corso e con i negozi che vi si affacciano. “Concordia discors”, cioè il sodalizio melodico che ha performato suoni e note (in libertà), si è reinventato da poco quale associazione di promozione sociale (Aps).

Sorta agli inizi degli anni ’90, la realtà associativa si è dapprima dedicata allo studio del canto (corale) polifonico. Adesso, il team ha “incontrato” l’Arci di Avellino.

Ci auguriamo – in chiosa di tale articolo – che il “gemellaggio” sia sempre proficuo e/o foriero di iniziative. Sia inerenti al mondo della musica che a livello sociale.

Anna Maria Noia

image_printDownload in PDF