Ven. Mar 29th, 2024

Ragazzi, tornate bambini!

«Shock a Giugliano, tredicenne disabile violentato da un branco di 11 minorenni», “Nanopress”; e ancora: «Ragazzo schiavizzato e stuprato: gli abusi dei bulli postati sui social», “Il Giornale”.

Il bullismo si sta rivelando la piaga sociale più devastante degli ultimi anni e mostra un continuo peggioramento. Innanzitutto, la causa è la costante diminuzione dell’età tanto delle vittime quanto degli aguzzini; sempre più spesso ragazzini delle scuole medie inferiori che forse addestrati troppo presto alla legge del più forte si macchiano di veri e propri reati, che loro vedono come imprese di cui vantarsi sui social network, aggravando la sensazione di sottomissione da parte delle vittime, le quali vengono spinte così, con l’intimidazione, a non raccontare ai grandi ciò che subiscono.

I grandi: vale a dire genitori, insegnanti, educatori, troppo spesso, anche se non sempre consapevolmente, ciechi di fronte ai segnali di disagio che comunque le vittime di atti di bullismo lanciano come silenziose richieste d’aiuto; adulti troppo spesso impreparati a cogliere la gravità di atti che i colpevoli giustificano come scherzi. A esempio il caso del 12enne marocchino picchiato a Padova durante una lezione di educazione fisica… perché legare, picchiare e frustare un compagno di classe non è uno scherzo, è violenza; è violenza costringere un coetaneo a camminare incatenato per la propria città, poi spogliarlo e abusare di lui.

E gli adulti hanno il dovere di accorgersi dei segnali allarmanti che i loro figli o alunni mandano per far capire che c’è qualcosa che li fa stare male, perché non si sentano più schiacciati dalla situazione fino al punto da smettere di amare la vita e decidere di rinunciarci, come troppe volte accade. Quindi voglio dire a genitori, insegnanti ed educatori di aprire gli occhi e di farlo prima che sulle braccia e sui visi dei loro ragazzi compaiano i segni della violenza di bambini cresciuti troppo in fretta che, seguendo la distorta logica del più forte, distruggono la vita di coetanei più fragili.

Adulti, siate petulanti, se serve a far capire ai vostri ragazzi che possono fidarsi di voi e soprattutto che non devono aver paura di chi si sente forte solo quando deride e umilia, di chi ha disprezzo della dignità e non si ferma davanti a nulla, neanche davanti al vostro coraggio (come accaduto di recente a Salerno)! E non abbiate paura di denunciare ciò che voi scoprite, anche se i vostri figli hanno paura di ammettere la realtà: ogni forma di denuncia può aiutare a fermare chi fa loro del male e magari può aiutarli ad andare avanti. Aiutateli a ritrovare quella forza magari sepolta da mesi o anni di soprusi che hanno vergogna ad ammettere. E voi, ragazzi e ragazze che subite prepotenze da gente magari fuori più grande, ma, vi assicuro, dentro molto più piccola di voi, alzate la voce, urlate un “basta!”, ricominciate a vivere. Perché non è giusto morire di bullismo!

Voi bulli e ragazzini che qualche volta abbia spintonato, fatto lo sgambetto, preso in giro un compagno di classe, di calcetto, eccetera: tornate bambini! Tornate a giocare con le carte di “Yugi-oh”, con i Pokémon (magari non “Pokémon Go!”), con le biglie, tornate a scambiarvi le figurine dei calciatori, tornate a dire un semplice “ciao!” al nuovo compagno di classe, a chiedere “perché?” al compagno di banco che non cammina o che ha dei comportamenti che per voi sono “strani”…: scoprirete che quel compagno dalla pelle scura, quel compagno che indossa gli occhiali o ha l’apparecchio ai denti o cammina con difficoltà, quel compagno che veste di mille colori, tutti loro hanno con voi molte più cose in comune di quante possiate immaginare. Stay curious!

Gabriella Donnini

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