Mar. Apr 16th, 2024

La Politica, questa sconosciuta.

Ritorno su questo argomento iniziato il 14 luglio scorso. Lo spunto è dettato dai diversi commenti ascoltati nelle trasmissioni televisive e da quelli letti sui social in merito alle dimissioni del Governo Conte, discusse, il 20 di questo mese, nella propria sede istituzionale: il Parlamento.

Per la dovuta chiarezza farò riferimento alla Costituzione, madre della Politica.

Prima, mi sia consentito di poter esprimere alcune considerazioni e un augurio. Le forze moderate del nostro Paese, tradizionalmente numerose, in seguito a questi ultimi accadimenti, ritengo che abbiano ritrovato il dovuto spazio, dopo l’odio e le divisioni seminate da Salvini e l’altro odio sparso in passato dai “vaffa” di Grillo, in più occasioni. Tutto ciò ha avvelenato e reso misero il clima politico e minato le nostre istituzioni. I problemi che entrambi gli schieramenti, dicevano di voler risolvere, non sono stati definiti. L’augurio è che: questa cattiva e diffusa situazione di odio finisca definitivamente; vi sia un significativo rinnovamento della classe politica e si proceda con una legge all’introduzione delle preferenze per la scelta dei candidati in sede di voto, così come avviene per le elezioni comunali e regionali.

Ritorno all’argomento prefisso. Nelle varie discussioni ascoltate si fa costantemente riferimento all’intervento del Presidente Mattarella, che così sintetizzo: è finita una esperienza politica, il Presidente della Repubblica deciderà come procedere e fare. La durata della legislatura è di cinque anni (art. 60 Costituzione). Il Parlamento, si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica (art. 55 C.), è un sistema bicamerale. La Camera è eletta a suffragio universale e diretto, i deputati sono seicentotrenta, compreso dodici eletti all’estero. Il Senato della Repubblica è eletto su base regionale, salvo i seggi assegnati alla circoscrizione estero. Il numero dei senatori è di trecentoquindici, di cui sei eletti nella circoscrizione estero (articoli 56 e 57 C.). Il sistema elettorale vigente è quello proporzionale. Per l’art. 67, “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. – Nota. Con l’aggiunta “senza vincolo di mandato” la Carta costituzionale vuole impedire che ogni parlamentare si senta legato ai suoi elettori da un vincolo (di obbligo a svolgere un’attività nell’interesse di un’altra persona), che gli impedisca di operare per il benessere di tutti i cittadini italiani.-  È una garanzia di democrazia. Secondo l’articolo 69 “I membri del Parlamento ricevono una indennità stabilita dalla legge” – Nota. La corresponsione di una somma periodica di denaro, rappresenta il rimborso forfetario del valore delle spese e dei mancati guadagni che l’attività di parlamentare comporta. Permette, inoltre, anche a chi non abbia un grande patrimonio personale, di poter esercitare la funzione di rappresentante del popolo – è un importante valore di democrazia da non denigrare da parte dei cittadini e da non abusare da parte dei politici. Si chiede equilibrio. Le elezioni delle nuove Camere sono indette dal Presidente della Repubblica (art. 87) che, per l’articolo 88, può, sentiti i loro Presidenti, scioglierle. – Nota. Lo scioglimento è quello anticipato, cioè prima della fine normale della legislatura.-  Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dai ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i ministri.(art. 92). Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale (art. 94). All’articolo 95 è prescritto che: “Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri. I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri. La legge provvede all’ordinamento della Presidenza del Consiglio e determina il numero, le attribuzioni e l’organizzazione dei ministeri”. Riassumendo, dopo questo necessario articolato per una documentata e maggiore comprensione, il Governo, alla sua nascita, deve ottenere il voto di fiducia del Parlamento. Per il tempo che rimane in carica, la fiducia è mantenuta. Soltanto un voto favorevole a una mozione di sfiducia costringe il Governo a dare le dimissioni e ad aprire la crisi. Spesso la crisi viene aperta anche senza un esplicito voto di sfiducia o anche se viene ritirato; cosa che si è verificata il 20 di questo mese. In seguito a questa crisi, il Presidente della Repubblica, sentirà i presidenti di Camera e Senato ed i gruppi parlamentari e quindi designerà un Presidente del Consiglio che accetterà con riserva. Verificata la possibilità di formare il nuovo Governo, scioglie la riserva e comunica al Presidente la lista dei ministri da nominare. Il Presidente della Repubblica, quindi, a termini del richiamato articolo 92, nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i ministri proposti ed invia tutti alle Camere per ottenere la fiducia. Se le Camere non concedono la richiesta fiducia, il Presidente della Repubblica, scioglie le stesse, indice nuove elezioni e lascia il Governo, appena nominato, per il disbrigo dell’ordinario in attesa dell’espletamento delle nuove elezioni popolari. In questi ultimi righi e segnata la sorte politica, economica e sociale del Paese. Il mio auspicio, visti i tempi che corrono, è che le forze politiche, presenti nel Parlamento, sappiano scegliere un GOVERNO AUTOREVOLE e PREPARATO, che duri sino al termine della legislatura e sappia affrontare i grossi problemi in agenda: bilancio di previsione 2020 e leggi applicative collegate. Sappia, inoltre, rilanciare, attraverso incisive spese di investimento infrastrutturali, il lavoro e quindi l’economia e il sociale. Ancora, sappia riallacciare i contatti con l’Europa ed occupare con autorevolezza gli spazi politici, economici e sociali che spettano all’Italia quale importante cofondatrice della Comunità Europea. Gestisca con fermezza e determinazione, nel rispetto dei principi di solidarietà, assieme e con l’Europa i flussi migratori; nella considerazione che, se saputi governare, costituiscono una risorsa. Infine e non per ultimo, attivi quelle necessarie e particolari misure per bloccare il declino e quindi rilanciare il lavoro e l’economia delle Regioni del Sud Italia. Se tutto questo non si è in grado di attuarlo, si passi, senza ulteriori indugi, a nuove elezioni politiche, il Popolo italiano saprà uscire dal tunnel; lo ha fatto altre volte con determinazione e buona volontà. Chiudo con una citazione di Johann Wolfgang von Goethe  “Nulla è più terribile dell’ignoranza attiva”. L’ignoranza attiva è facilmente confusa con la conoscenza. Il dubbio è la vera forza.

Giovanni Minardi

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1 thought on “La Politica, questa sconosciuta.

  1. La nota mi trova d’accordo per il respiro riflessivo che la informa: è giusto chiarire i termini esatti della discussione, senza i quali si parla a vanvera e co si comporta di conseguenza ; come fa Salvini. Però il problema che viene posto è il seguente; ma chi sono i moderatii? E chi e cosa rappresentano ? Credo che questo sia il dilemma : perché fa il paio con quello di cosa è oggi la sinistra. stabilire un centro ha senso qualora si stabilisca cosa sia oggi la dx e coda la sin.

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