Gio. Mar 28th, 2024

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IL NO DI ISERNIA ALLA VIOLENZA DI GENERE

Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti dichiara, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che «La conoscenza è il miglior antidoto contro la violenza di ogni genere. All’emergenza gravissima del femminicidio, ricerca e formazione sono decisive. Ed il terreno migliore per piantare un’idea di non violenza è proprio la scuola. Fidiamoci dei nostri ragazzi, delle nostre scuole, delle nostre università: che sia in questi luoghi il segreto per frenare l’orrore di questi omicidi che non diminuiscono, che aumentano anzi, che spaventano.» L’entusiasmo e l’interesse degli studenti della provincia isernina, chiamati a partecipare a questa giornata presso l’auditorium “Fratelli d’Italia” ad Isernia, dicono tanto sulla possibilità di essere in buone mani, le loro, perché venga posto un freno anche in futuro a questa barbarie.

La Prefettura di Isernia e l’Ufficio scolastico regionale, in collaborazione con le associazioni della Fidapa, Inner Wheel, Ti Amo da Morire onlus, riuniscono diversi studenti delle classi delle scuole superiori dell’isernino in un confronto per affrontare queste tematiche tristi e scottanti. I casi di maltrattamenti, di violenza fisica e psicologica, dentro od al di fuori delle mura domestiche, sono in aumento mentre troppo spesso sono assenti le denunce su questi soprusi commessi generalmente dai partner o ex partner. E’ il prefetto di Isernia a prendere la parola dinanzi ad un affollata sala: denunciare una sopraffazione, un’ingiustizia, una prepotenza, un maltrattamento fisico può salvare la vita. Necessaria una formazione degli operatori a cui si affidano le donne maltrattate e che sono spesso costrette a nascondersi in rifugi preposti a questo tipo d’accoglienza. Per facilitare il soccorso, anche la Questura di Isernia, guidata dal questore Roberto Pellicone (che per la giornata contro il femminicidio ha voluto come testimonial l’attrice molisana Daniela Terreri, pronta sempre ad affermare il suo no contro questi gravissimi abusi), si è messa in moto per garantire protezione attraverso una sala di ascolto riservato in cui, chi è vittima di violenze, possa ricevere un concreto aiuto. La sala è dedicata a Stefania Cancelliere che, giovanissima mamma, fu uccisa nel 2012. Proprio i suoi familiari sono intervenuti al dibattito in cui è stata letta una toccante lettera scritta dal fratello Livio (e letta dall’avvocato Serenella Sestito dell’associazione “Ti amo da morire onlus”) che ha immaginato gli ultimi tremendi istanti della vita della sorella.

«L’amore non è sopportazione», ha continuato Anna Paola Sabatini, direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Molise, «ed il mondo della scuola non rimarrà in silenzio dinanzi a questa piaga che va debellata organizzando attività continue di sensibilizzazione». Nell’ambito del programma (a moderarlo la giornalista Lucrezia Cicchese), un’esibizione della compagnia di danza Anam di Alisia Ialicicco e proposta dalla dottoressa Francesca Capozza, presidente della Fidapa di Isernia. Virginia Ciaravolo, psicoterapeuta e criminologa, socia dell’associazione Inner Wheel (presieduta dalla dottoressa Dina Verrecchia) è intervenuta su “La violenza di genere dallo stalking al femminicidio”. La giornata è stata caratterizzata dalla visione di un videoclip “Neanche una in più” a cura di Paolo Izzi e Sobrino Coppetelli con la partecipazione dell’attrice Mirella Sessa.

Non bisogna aver paura dell’aggressività, consigliano i grandi. Ma abbiamo bisogno dell’aiuto delle forze dell’ordine, delle associazioni antiviolenza, rispondono i ragazzi. Che commossi assistono ad uno spettacolo musical-teatrale di Rossella Seno e Lino Rufo. Al suono del brano di Vasco Rossi “Sally” che racconta di una donna che crede di aver vissuto in maniera sbagliata, i ragazzi hanno azionato tutti assieme le luci del proprio telefonino. “Forse la vita non è stata tutta persa, forse qualcosa s’è salvato” recita la canzone. E probabilmente qualcosa per davvero si salverà: la caparbietà di nuove generazioni che cammineranno su strade migliori. In silenzio, le lucine, come gli animi di questi ragazzi, sono rimaste accese: “che bel rumore”!

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