Gio. Mag 2nd, 2024
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AGGIORNAMENTI SUL CORONAVIRUS A MERCATO S. SEVERINO, TRA I RITI DI PASQUA E LA REALTA

Qui Mercato S. Severino. Qui Valle dell’Irno, Salernitano, Regione Campania. Qui Italia. Ai tempi del Coronavirus – parafrasando un’opera di Gabriel Garcia Marquez (“L’amore al tempo del colera”).

Secondo gli ultimi e più recenti aggiornamenti, a M. S. Severino è scomparso il quarto “caso positivo” (espressione orrenda) a causa del temibile Covid-19. Si tratta di Carmine P., ricoverato presso il nosocomio “Ruggi” di Salerno, “contagiato” quasi un mese fa. Alcuni concittadini affermano di averlo conosciuto; era camionista e sembra che lavorasse nel Bresciano. Il 55enne, residente nella popolosa frazione Pandola, era originario dell’Avellinese (Montoro – vicinissimo alla Valle Irno e a Mercato S. Severino). Gli amici e i conoscenti, attoniti e costernati, lo piangono ricordandone le doti di simpatia e umanità. Lascia un figlio preadolescente. Lo sfortunato cittadino – che “segue” (come decesso) l’84enne Armando Aversa, Gaetano Damiano (50 anni) e il 71enne Francesco Terrone (frazione S. Angelo) – ha lasciato questa terra proprio il giorno di Pasqua: il 12 aprile.

La Pasqua, tra S. Severino e i paesi limitrofi, è sempre stata molto sentita. Le manifestazioni etnografiche ed antropologiche sono interessanti da studiare e apprezzare; valorizzano i nostri luoghi e ne stigmatizzano la personalità. Culti antichi, anzi: ancestrali, che fanno rivivere la memoria degli anziani – i “patres” – e delle “gentes” classiche: nuclei familiari appartenenti alla Grecia e alla latinità – ma ancora precedenti, nella propria (avita) mistericità. Come non accennare al “Fistone” (grande festa) della frazione sanseverinese Spiano? Il venerdì prima della Domenica delle Palme… Con l’assaggio della rinomata polpetta di baccalà e i canti – intonati, quest’anno, dal balcone – complessi e straordinari nel loro intrecciarsi tra tradizione ed emozione popolare…

E poi, ancora, come non poter parlare dei “Misteri di Bracigliano” (cittadina a pochi chilometri da S. Severino – distesa sui monti tra la Valle dell’Irno e l’Agro Nocerino Sarnese, dai quali deriverebbe il toponimo “Inter brachia montium”; oppure l’etimo potrebbe scaturire da Vergilianus o da Prochilianus)? Qui – soprattutto prima del 1998, quando Bracigliano venne sconvolta dalla sciagurata frana di maggio, che coinvolse pure Siano e Quindici – il Venerdì Santo è dedicato all’incontro (la “scontrata”, il cataletto) tra Cristo morto e sua Madre.

Nel retaggio antropologico dei “Misteri”, vissuti – in modalità differente – anche a Sarno (con i “Paputi” incappucciati), si intersecano antico e nuovo; morte e vita; gustose tradizioni, complessamente interrelate. Si tratta di riti davvero “sacri”, golosi, rimasti intatti dalla “corruzione” del nostro attuale relativismo etnografico.

Modi di “fare” ed “essere” comunità. Che si ritrova all’interno del “nido” e del legame familiare. Attorno agli anziani – che muoiono negli ospizi, soprattutto settentrionali, ma non soltanto – un tempo onorati e rispettati, riveriti in quanto depositari di saggezza e di sapienza. Già, gli anziani – i “vecchi”. Che la cultura “dello scarto” mortifica e vitupera. Relativismo e secolarismo. I nonnini, che tanto (di) bene fanno per la società distratta ed egoistica, “giovanilistica”, che poi li pone al bando. Li reclude nelle “case di riposo”. Espressione dolce e delicata, per indicare quelli che sono – talvolta (ma non sempre e non spesso, naturalmente) – veri e propri “lager” dove essere confinati. Dopo anni di servizio “attivo” alle collettività. Ed adesso, che i nostri “vecchietti” sono maggiormente fragili, soli, abbandonati, sempre più vittime? Come la mettiamo?

Anche se il Covid-19 sembra essere “democratico” – nel senso etimologico e nel significato di “diffuso” tra giovani, anziani, ricchi, poveri (gli “invisibili”, questi sconosciuti!) – ecco che contemporaneamente mina le fondamenta della famiglia. Ma, paradossalmente, il “morbo ferale” anche avvicina i membri di un nucleo (appunto) familiare. Pure grazie ai tanti vituperati social media e/o network. Inoltre, stimola la creatività di bambini e genitori, tutti tesi – oltre al seguire le lezioni scolastiche, mediante la didattica a distanza (si ricordi già il maestro Manzi, nelle prime trasmissioni del servizio pubblico della Rai – anni ‘60) – ad effettuare attività “comuni” (Koinè) quali disegni, cucina, giardinaggio sui balconi.

Il tempo è – dunque – rallentato, almeno per adesso. Non è più così frenetico, come in precedenza. Tempo di “crisi”, quindi; nel senso del termine greco – ad indicare “ripensamento”, “giudizio”.

Ma stare a casa “insieme” (ai “cari”) può anche essere pericoloso, letale perfino: è il caso delle donne vittime di violenze “domestiche” o “casalinghe”. Che non possono avere uno sbocco, una ragione per evitare i maltrattamenti e le botte. È per questo che i centri antiviolenza stanno attuando una sorta di “battage pubblicitario” (con quali risultati? Con quali risorse, concrete?) per attivare uno “sportello” virtuale cui far riferimento. Oltre al numero nazionale 1522, altri contatti – di realtà locali – possono essere disponibili via telefono o anche tramite mail. Un esempio?

Eccolo: a Mercato S. Severino un “servizio amico” per evitare – possibilmente – i femminicidi (che brutta parola, non sarebbe stato meglio definirli “muliericidi”?) potrebbe essere costituito da un’iniziativa che gode anche del patrocinio morale del Comune. A cura del sodalizio “Forum Lex. In rete contro la violenza”, una vera e propria task force di livello provinciale, a Salerno, ma avallata, come detto, anche dall’amministrazione Somma – al “vertice” di S. Severino. Infatti, con un apposito protocollo d’intesa lo “sportello” è attivo anche per la tutela dei minori. La referente è, per il comune di S. Severino, Marina Coppola – responsabile altresì della commissione comunale Pari Opportunità. Ci si può rivolgere ai numeri: 3393876610 – avvocato Gabriella Marotta; 3200412421 – psicologa Nadia Petolicchio; 3931033796 – per contattare Marina Coppola. Vi è anche un’apposita e – mail: sos@forumlex.it. Il servizio è gratuito ed accessibile 24 ore su 24 per sette giorni.

Non è questa l’unica iniziativa di solidarietà, promossa sia dal lato istituzionale del Comune che per ciò che concerne la persona stessa del primo cittadino di Mercato, Antonio Somma che tra l’altro – quando è deceduto il 55enne – si trovava in strada con una pattuglia dei vigili urbani (polizia municipale) allo scopo di verificare il presidio del comprensorio ed effettuare il punto della situazione.

Il Sindaco si è reso “latore” (diciamo così) di una “raccolta fondi” e/o di donazioni sul conto corrente del Comune. Sabato 11 aprile, rende noto il sindaco stesso, sul conto risultavano quasi 2.900 euro di offerte per le attività e le misure sanitarie relative al presidio ospedaliero locale (il “Gaetano Fucito”), nonché ben 890 euro elargiti per sostenere invece la Protezione Civile locale – l’Epi o Emergenza Pubblica Irno.

L’invito a donare è rivolto ai cittadini ed esteso ad enti o associazioni solidali, benefiche. Ecco – per chi volesse partecipare – le coordinate Iban del Comune: IT 60 Q 083787 662 0000000 349025. Nella causale dei versamenti è necessario indicare: “Emergenza Coronavirus”, se si intende donare una somma per la protezione civile; oppure “Contributo ospedale Fucito”, riguardo il nosocomio.

Infine, sempre all’insegna della beneficenza, il primo cittadino – in questo periodo pasquale – ha inteso “omaggiare” con un piccolo simbolo augurale i bambini “under 11” (scolari delle scuole per l’infanzia e delle primarie) dell’intero territorio comunale (capoluogo e ventuno frazioni): circa duemila ragazzini – appunto – delle scuole materne ed ex elementari hanno ricevuto (o riceveranno a breve) un uovo di cioccolata.

Questo è quanto, per S. Severino. Altri aggiornamenti, prossimamente.

In questa settimana pasquale (dall’ebraico “Pesah”, cioè “passaggio” dal Mar Rosso con Mosè e dalla morte alla vita in Cristo o anche “salto” – da una danza popolare israelita) vogliamo solo colmare l’antropologica “crisi della presenza” e/o “crisi della rappresentazione” – con fede e collaborazione “umana”.

Subito dopo Pasqua, narreremo di ulteriori sviluppi e delle questioni di sanificazione o meno dell’ospedale. Molto più prosaicamente. Più “prosasticamente”. Alla prossima puntata, dunque.

Anna Maria Noia

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